Si vogliono tappezzare le montagne con osceni pannelli solari, però una vecchia stalla…

Da Berna nelle scorse settimane è arrivata una (modesta) buona notizia a proposito del tormentone dei rustici. Dopo il Consiglio nazionale, anche la Commissione della pianificazione del territorio del Consiglio degli Stati ha di recente deciso di introdurre un termine di prescrizione per gli edifici risistemati in modo cosiddetto “abusivo” (secondo il metro di giudizio dei balivi bernesi). Ciò significa che, a trent’anni di distanza dall’intervento, interviene il condono edilizio.

Non si tratta della scoperta dell’acqua calda: la regola citata già vale per gli stabili che si trovano all’interno delle zone edificabili, diversamente dai rustici che sono invece fuori zona.

La situazione attuale è infatti la seguente: gli interventi “non conformi” effettuati su immobili siti all’interno della zona edificabile dopo trent’anni approfittano di una sanatoria. Per contro, quelli svolti sui rustici non ne beneficiano mai.

Prescrizioni ovunque

Ancora più stridente il fatto che perfino il diritto penale prevede dei termini di prescrizione dell’azione penale. Il più lungo è di 30 anni, se la condanna massima comminabile per il reato commesso è la detenzione a vita. Se il reato è meno grave, il termine di prescrizione si abbrevia di conseguenza (fino ad un minimo di 7 anni).

Quindi anche i crimini più odiosi prescrivono; le sistemazioni dei rustici invece no.

A proposito di casette e di mancate prescrizioni, c’è anche un’altra grossa contraddizione. Quella relativa ai famigerati contributi LALIA. Vedi il “Messaggio Dracula” approvato nei mesi scorsi dalla partitocrazia in Consiglio comunale di Lugano. Esso salasserà i proprietari di un’abitazione per un ammontare totale di ben 117 milioni di franchi.  Motivo della mungitura: interventi di gestione e smaltimento delle acque, alcuni dei quali effettuati dallo Stato oltre trent’anni fa. Pure in questo caso, l’introduzione di un termine di prescrizione è necessario. Anche in nome della certezza del diritto. Non è normale che l’ente pubblico possa venire a battere cassa dopo tre decenni. La Lega dei Ticinesi ha presentato di recente un’iniziativa parlamentare sul tema.

Testimonianza del passato

I rustici sono un patrimonio storico, testimoniano del nostro passato rurale e fanno parte della bellezza del paesaggio. E’ deprimente vedere lo stato di rovina in cui versano troppi di questi edifici: tetti sfondati, pareti crollate, la vegetazione che infesta tutto. Anche da un profilo paesaggistico,  è preferibile che i rustici vengano ristrutturati e fatti rivivere come residenze secondarie, oppure è meglio lasciarli crollare? La risposta ci pare ovvia. Va da sé che gli interventi di restauro devono essere proporzionati ed il più possibile rispettosi della sostanza originale. Sul fatto che un’ex stalla di 7 metri per 10 non possa venire trasformata in un residence non ci piove.

I burocrati dell’ARE

Ed invece da quarant’anni o giù di lì si litiga con i burocrati ro$$i del DATEC (Dipartimento Simonetta), non a rischio di burn out per il troppo lavoro. Costoro trattano il da Ticino sorvegliato speciale, in base al principio $inistrato della presunzione di colpevolezza. Pretendono di scavalcare le autorità cantonali e comunali e di prescriverci cosa possiamo fare con i nostri rustici in casa nostra. Il risultato è che fioccano le opposizioni dell’ARE (Ufficio federale dello sviluppo (?) territoriale) a licenze edilizie rilasciate a livello cantonale. E arrivano pure farneticanti ordini di demolizione. Un centralismo degno di Cuba. Ma il decantato federalismo svizzero esiste anche nella realtà? Oppure la partitocrazia l’ha trasformato in una farsa, come la neutralità?

Attivi da molto

Oltretutto con i loro njet alle risistemazioni di rustici – e si tratta dei nostri rustici, non delle residenze secondarie del germanico di turno o del nipote del Berlusca – i ro$$i burocrati bernesi tolgono risorse turistiche e opportunità di lavoro all’economia delle valli. Ma tanto costoro hanno il posto di lavoro ed il lauto stipendio garantiti a vita con i soldi del contribuente, per cui cosa gliene frega?

Sul tema dei rustici la Lega è attiva da molto tempo. Oltre all’importante lavoro svolto dai responsabili del Dipartimento del Territorio che si sono succeduti, da Marco Borradori a Michele Barra a Claudio Zali, ci piace ricordare i numerosi interventi del compianto Angelo Paparelli, di professione architetto, che ne aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia politici.

Situazioni paradossali

E’ veramente grottesco che i ro$$i burocrati bernesi, come pure la politichetta federale, strillando all’emergenza climatica (farlocca), siano d’accordo di riempire il massiccio del Gottardo di oscene pale eoliche, di tappezzare le nostre montagne con obbrobriosi pannelli solari, di alzare le dighe… però  in nome della tutela del paesaggio non si può riattare (bene) una ex stalla cadente, aprendoci un paio di finestre per renderla abitabile nella stagione estiva?

Qui davvero qualcuno è fuori come un balcone.

Sicché, ben venga il periodo di prescrizione di 30 anni per gli interventi edili sui rustici. Ma serve anche altro. Parecchio altro.

 

Lorenzo Quadri