Anche in materia di democrazia diretta vige il sistema dei due pesi e delle due misure? Tra un po’ i kompagni pretenderanno – con l’intento di indebolire l’esercito, visto che nel loro programma figura la sua abolizione – di fare votazioni anche sulla marca di calzette dei militi?

 

Oggi pomeriggio si saprà l’esito delle numerose votazioni federali e cantonali che hanno tenuto banco nelle ultime settimane. Tra queste anche quella sul fondo per l’acquisto dei famosi Gripen. Fondo che fa parte del budget dell’esercito, quindi non si chiedono soldi in più. Da questo punto di vista, dunque, ci si potrebbe anche chiedere perché è necessario votare su un credito già a budget: infatti, se il fondo non dovesse passare, i soldi rimarrebbero comunque all’interno del Dipartimento militare; non potrebbero quindi venire utilizzati per spese in altri settori.

 Da notare che il costo dei Gripen equivarrebbe allo 0,15% della spesa pubblica: quindi di certo non ci si rovina per i nuovi velivoli.

Visto poi che è l’ennesima votazione, nel giro di poco tempo, provocata dalla $inistra sempre sugli stessi temi militari e che punta sempre al medesimo obiettivo, ossia l’abolizione dell’esercito che è uno dei punti del programma del partito $ocialista, sarebbe interessante sapere, così tanto per gradire, quanto sono costate al contribuente queste reiterate votazioni. E’ infatti evidente che i kompagni non accettano il responso delle urne finché non è quello da loro auspicato, e continuano a pretendere di rivotare. Vaneggiavano di farlo anche sull’iniziativa Contro l’immigrazione di massa, dicendo che il popolo è scemo e che “non ha capito”. Ma di questa balorda proposta, un vero petardo bagnato, non si è più sentito parlare. Forse perché i kompagni si sono resi conto che, se si andasse a rivotare, l’iniziativa vincerebbe con ancora maggior margine?

 

Per l’estero 3.7 miliardi all’anno

Come fautori della democrazia diretta ci sta bene che si voti spesso, ma – anche in questo caso – non a senso unico. Ad esempio: ogni anno per i rapporti con l’estero e la cooperazione internazionale la Confederazione spende 3,7 miliardi di Fr. Tutti soldi nostri. Quindi in un solo anno 600 milioni di Fr in più rispetto all’investimento totale dei Gripen; i quali però durerebbero 30 anni!

Quindi: i kompagni non vogliono spendere 3,1 miliardi in 30 anni per la sicurezza del paese, ma sono d’accordo di sperperarne all’estero 3.7 in un solo anno. Perché gli aiuti all’estero non si toccano, non sia mai!

Inoltre, visto che si va a votare sul fondo Gripen che non incide sulle spese degli altri dipartimenti, allora vogliamo votare ogni anno sugli aiuti all’estero. Perché a continuare a regalare miliardi a getto continuo a paesi stranieri che per tutto ringraziamento poi ci trattano da Stato canaglia proprio non ci stiamo. Tanto più che gli aiuti erogati non portano a risultati: i beneficiari sono sempre a rimorchio.

Come mai i kompagni che promuovono votazioni a raffica contro l’esercito, sui miliardi del contribuente sperperati all’estero non vogliono che il popolo si esprima? Quando, come detto, si tratta di cifre nettamente superiori a quelle richieste per la nostra sicurezza aerea?

Due e pesi e due misure, come al solito?

Lorenzo Quadri