Verdi-anguria, che sfacelo: adesso sognano di introdurre lo “ius soli” in Svizzera
Intanto si impennano le cittadinanze multiple – la Lega ed il Mattino combatteranno ogni tentativo di rendere ancora più facili le naturalizzazioni facili
Altro che « ambiente ». I Verdi-anguria non perdono occasione per dimostrare di essere la fotocopia del P$: un partito immigrazionista, schierato contro la Svizzera, che si ricorda dell’ambiente solo quando si tratta di mazzuolare gli odiati automobilisti e/o i proprietari di una casetta. L’immigrazione incontrollata promossa dagli ecotalebani genera inquinamento, traffico, consumo eccessivo di risorse naturali, cementificazione del territorio, eccetera eccetera.
Nei giorni scorsi i Verdi-anguria hanno annunciato l’ennesima “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi): il loro programma per la prossima legislatura prevede di introdurre in Svizzera lo “ius soli”. In altre parole: chi nasce in Svizzera diventa automaticamente cittadino elvetico. Un po’ come dire che se un gatto nasce in una cuccia diventa un cane.
Politichette antisvizzere
Chiaramente si tratta dell’ennesimo, squallido tentativo dei $inistrati di svendere il Paese. Costoro, sperando di pomparsi artificialmente l’elettorato, vogliono regalare il passaporto rosso a stranieri non integrati. Ovvero a persone che la storia, le tradizioni e le specificità della nostra patria nemmeno le conoscono. Che se ne impipano della Confederella e del suo futuro. In questo modo, tramite la creazione a tavolino di un elettorato farlocco, i $inistrati avranno più possibilità di far passare nelle votazioni popolari le loro politichette sfasciste antisvizzere. Che miseria!
Non è finita: i Verdi-anguria vorrebbero pure che tutti gli stranieri (indipendentemente dunque dal luogo di nascita) potessero diventare cittadini elvetici dopo soli tre anni di attesa. Finti rifugiati compresi. Il bel risultato – ovviamente voluto – sarebbe l’impossibilità di espellere chicchessia. Alla faccia della volontà popolare e della Costituzione. Migranti che sono qui per farsi mantenere, criminali stranieri, foffa d’importazione di ogni ordine e grado: tutti riceverebbero il passaporto rosso e tutti rimarrebbero qui, ridendosela a bocca larga degli svizzerotti fessi.
Assalto alla diligenza
Eccolo qua, il disegno politico dei Verdi-anguria! Ridurre il passaporto rosso al livello di carta straccia. Per i climatisti è uno scandalo che i cittadini elvetici possano in una qualche misura decidere in casa propria. I confederati devono farsi comandare dai migranti! Così un domani, grazie ai verdiro$$i sedicenti difensori delle donne e dei diritti umani, ci troveremo i partiti islamisti nelle istituzioni e la sharia inserita nella legge.
Senza dimenticare altri effetti collaterali dello ius soli, come il turismo delle nascite a scopo di acquisizione della cittadinanza elvetica. Inoltre, la prospettiva del passaporto in regalo, con conseguente possibilità di farsi mantenere a vita dal solito sfigato contribuente, aumenterebbe a dismisura l’attrattività della Svizzera per gli asilanti. Come se l’assalto alla diligenza, in corso ormai da parecchi mesi, ancora non bastasse! E naturalmente la nuova direttora $ocialista del Dipartimento federale di giustizia, kompagna Elisabeth Baume Schneidèèèr (quella eletta “perché simpatica”) non si sogna di potenziare la sicurezza dei confini nazionali.
Modelli stranieri fallimentari
La ciofeca denominata “ius soli” non l’hanno inventata i Verdi-anguria: è già in vigore in Francia e negli USA, con risultati disastrosi. I climatisti vogliono rottamare il sistema svizzero per sostituirlo con modelli esteri fallimentari. Ricordarsene alle prossime elezioni!
La Lega dei Ticinesi è stata la prima forza politica a giustamente bacchettare i Verdi-anguria, annunciando che si opporrà a qualsiasi tentativo di rendere ancora più facili le naturalizzazioni (già troppo facili), e sottolineando le incoerenze degli ecotalebani: vedi il comunicato pubblicato a pagina 28.
Sempre più doppi passaporti
Intanto che i Verdi-anguria tentano di introdurre le naturalizzazioni automatiche, l’Ufficio federale di statistica (UST) lo scorso giovedì ha pubblicato le cifre del 2021 sulle doppie nazionalità (per un approfondimento, vedi a pag. 12).
Ne emerge che uno “svizzero” su cinque ha il doppio (o triplo) passaporto. Una quota in costante crescita. Del resto, l’esempio viene dalle istituzioni: il “medico italiano” del PLR ha restituito il passaporto tricolore cinque minuti prima di venire eletto nel governicchio federale. Ed una pletora di soldatini – in primis della $inistra, ma non solo – incadregati nel parlatoio bernese ha la cittadinanza multipla. Eh sì: alle Camere federali siedono politicanti che non si sentono nemmeno abbastanza svizzeri da tenere solo il passaporto rosso. E poi ci aspettiamo che costoro difendano gli interessi della Confederella, oggi attaccata da ogni parte? Campa cavallo!
La mozione della Lega
Nel settembre del 2017 la Lega, per il tramite di chi scrive, presentò a Berna una mozione che chiedeva che gli sconsiglieri federali, i membri dell’Assemblea federale ed il corpo diplomatico fossero tenuti ad avere un’unica nazionalità: quella elvetica. Inutile dire che la mozione venne asfaltata dalla partitocrazia. Essendo passati oltre 5 anni è però tempo di tornare alla carica. A maggior ragione davanti alla malafede dei politicanti dal passaporto plurimo. Costoro dalla scorsa estate sono infatti tenuti a rendere pubbliche le doppie cittadinanze. Eppure alcuni di essi – tutti di $inistra – se ne sono dimenticati (vedi articolo a pag. 30). Ma tu guarda i casi della vita! Il bello è che questi soldatini che non vogliono rivelare agli elettori i loro passaporti sono poi quelli adusi a montare pomposamente in cattedra per pretendere “trasparenza”; ma solo dagli altri!
Già che ci siamo, chiariamo che a nostro parere i naturalizzati (tutti, non solo i politicanti) dovrebbero essere tenuti ad abbandonare la nazionalità del paese d’origine nel momento in cui acquisiscono quella elvetica, come accadeva fino al 1992 (non nell’alto medioevo!) e come è tuttora la norma in vari Stati, anche europei.
Come gli indiani
Dalle statistiche dell’UST si scopre inoltre, ma tu guarda i casi della vita, che il Ticino si trova sul podio (terzo posto) dei Cantoni con più abitanti muniti di cittadinanze multiple. A ciò si aggiunge il fatto che il 30% della popolazione è straniera. Mentre il 52% dei lavoratori presenti in questo sfigatissimo Cantone non ha il passaporto svizzero. Tutte percentuali in continua crescita. La Lega aveva proprio ragione: la partitocrazia ci ha fatti diventare come gli indiani nelle riserve.
Lorenzo Quadri