Se l’Austria alza le tariffe al Brennero, i camion si riverseranno in massa da noi?

Ma guarda un po’, a quanto pare gli amici austriaci ci stanno preparando un bel regalino! Vienna infatti intende “scoraggiare” i transiti di TIR dal Brennero. Questo perché tali transiti sono aumentati notevolmente. Nei primi due mesi del 2018 è infatti stata registrata una crescita di ben 58mila passaggi e l’Austria intende correre ai ripari. Come? Aumentando i pedaggi ed imponendo un limite quantitativo: al massimo 300 “bisonti” all’ora nel mese di maggio.

Gli eurobalivi hanno già comunicato che introdurre il tetto massimo di 300 camion all’ora “sa po’ mia”. Vedremo però se a Vienna si lasceranno impressionare da Diktat di questo tipo e caleranno le braghe, come farebbero a Berna nel giro di pochi secondi, o se invece…

Ringraziamo Moritz Leuenberger

Per contro, gli eurobalivi non hanno apparentemente nulla da eccepire a proposito dell’aumento del pedaggio al Brennero. Il che ha suscitato preoccupazione sotto le cupole federali. Preoccupazione giustificata. Infatti, in caso di importante rincaro del Brennero, passare attraverso la Svizzera diventerebbe particolarmente conveniente per il traffico parassitario nord-sud e sud-nord. C’è dunque da temere un travaso in massa di bisonti UE dall’Austria  verso il nostro Paese? La SRF (poco sospetta di antieuropeismo) ha i titolato: “una valanga di camion minaccia la Svizzera”. Se la minaccia si concretizzerà o meno, lo si vedrà a breve termine. Il rischio comunque non è astratto. Usare la Svizzera come corridoio di transito costa poco. E per questo possiamo ringraziare il compagno rossoverde Moritz “Implenia” Leuenberger. Costui, quando era ministro dei trasporti, nelle trattative con l’UE ha calato le braghe sull’ammontare della tassa sul traffico pesante (TTPCP) per l’attraversamento della Svizzera da Chiasso a Basilea, facendosi di fatto imporre la tariffa da Bruxelles. In base all’accordo sui trasporti terrestri con l’UE, il valore medio ponderato della TTPCP non può infatti superare i 325 franchi per un viaggio da confine a confine (distanza di riferimento Basilea‒Chiasso, 300 km).

Peccato che inizialmente la Svizzera volesse 620 Fr, mentre l’UE ne proponeva 320. Inutile dire che la cifra effettiva è stata quella decisa dagli eurobalivi. Ennesimo esempio di cosa portano a casa i negoziatori bernesi nelle trattative con l’UE. Sicché, se oltre alla devastante libera circolazione delle persone salta anche l’accordo sui trasporti terrestri, di certo non ci strappiamo i capelli; anzi.

Se la prendono con gli automobilisti

Le prodezze dell’ex ministro dei trasporti rossoverde Leuenberger che ha svenduto il paese, però, i kompagni si guardano bene dal ricordarle. Specie quando discettano sull’inquinamento dell’aria. Macché: gli ambientalisti “elvetici” (elvetici, spesso e volentieri, per modo dire) si preoccupano in prima linea di penalizzare gli automobilisti. Naturalmente solo quelli residenti. Vedi il maldestro tentativo dei giorni scorsi di agganciarsi allo “slow up day” (manifestazione di promozione della mobilità lenta), che si tiene una volta all’anno, per riesumare le domeniche senz’auto (ideologia anni Settanta) da però introdurre ogni mese.

E i 65’500 frontalieri e le svariate migliaia di padroncini che entrano quotidianamente in Ticino uno per macchina? Forse che non inquinano? Ah no, a quel proposito nulla da dire. Citus mutus. Guai ad ostacolare l’invasione da sud! La libera circolazione delle persone non si tocca, le frontiere spalancate nemmeno. Insomma, Verdi sì, ma come le angurie: rossi dentro. E quindi: frontiere spalancate über Alles!

Lorenzo Quadri