Lo scriviamo da mesi, adesso (finalmente) lo ammette anche la SEM. Qui finisce male

Visto che l’arrivo in massa di profughi ucraini non bastava, anche il numero di migranti economici che non scappano da nessuna guerra si impenna. Sono mesi che lo scriviamo su queste colonne. Ma naturalmente erano tutte balle populiste. Mentre la stampa di regime e la partitocrazia… citus mutus. Adesso si scopre che avevamo ragione.  La SEM, Segreteria di Stato della migrazione, nei giorni scorsi ha comunicato che il numero delle domande d’asilo, al netto di quelle in arrivo dall’Ucraina, è tornato sui livelli del 2015 (anno del caos asilo).

Ai profughi ucraini ed ai finti rifugiati con lo smartphone si aggiungono i flussi migratori dall’UE. La SEM stima che nell’anno corrente arriveranno in Svizzera qualcosa come 250mila persone. In pratica un Cantone in più. A fine anno, dunque, la popolazione residente nel nostro Paese avrà ampiamente infranto il tetto dei 9 milioni.

Assalto alla diligenza

Le conseguenze di questo assalto alla diligenza saranno deleterie. Lo saranno dal punto di vista economico: per l’asilo si spendono miliardi ogni anno (la cifra totale rimane un mistero perché, chissà come mai, la Confederella non ha mai voluto fare chiarezza al proposito). Ma anche da quello ambientale ed energetico. E’ chiaro che più gente arriva, più aumentano le emissioni di gas serra e più cresce il consumo di energia.

Già rischiamo i blackout invernali. Intanto la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga, P$, ridicolizza la nazione suggerendo di fare la doccia in due. Ed in questa situazione tolleriamo un’impennata del consumo energetico provocata dall’immigrazione scriteriata? Ma si può essere più Tafazzi di così? E’ lampante che la “penuria” energetica impone la chiusura delle frontiere! L’immigrazionismo della casta non è più sostenibile. Ma (chissà perché) c’è il sospetto che il governicchio federale, a partire dal “medico italiano” del PLR, dopo aver promesso a Bruxelles – tramite la sua “subito sotto” Livia Leu – contributi di coesione ricorrenti, calerà le braghe anche sulla direttiva UE sulla cittadinanza. E questa, se applicata, ci impedirebbe di espellere i cittadini comunitari dalla Svizzera. Anche se sono a carico dello Stato sociale. Anche se delinquono.

Ridurre le prestazioni ai migranti

E’ urgente che la Svizzera diventi meno attrattiva per chi arriva qui e si mette a carico del contribuente. Ciò significa che le prestazioni sociali ai migranti economici vanno ridotte. I rimpatri sono da intensificare. E lo statuto S va abrogato. Esso era infatti pensato per una situazione di emergenza di breve durata. Ma l’aspettativa di una guerra breve è andata a ramengo. Inoltre, la Svizzera ha rottamato la propria neutralità per ubbidire ai balivi di Bruxelles e Washington: sicché non ha più alcuna possibilità contribuire al ritorno della pace in Europa. I profughi ucraini devono quindi rientrare nell’usuale processo d’asilo. La situazione di privilegio attuale, con sussidi accordati anche ai titolari di SUV Maserati, non è più giustificabile. Oltretutto, come già scritto, lo statuto S è “orientato al rimpatrio” solo a parole. Nei fatti, invece, costituisce un’istigazione a rimanere in Svizzera.

Berna, Achtung!

Il caos asilo è tornato ai livelli del 2015. In più quest’anno – e c’è da temere non solo quest’anno… — ai richiedenti “consueti” si aggiungeranno 120mila profughi ucraini. Gli alloggi a disposizione di conseguenza scarseggiano. La Confederella ha già annunciato che “qualora il sovraccarico nei centri federali dovesse superare il valore critico, una parte dei richiedenti verrà ripartita sui Cantoni”. Frena Ugo! Che nessuno si sogni di rifilare ulteriori asilanti, di qualsivoglia provenienza, al Ticino! Perché ne abbiamo già troppi!

Integrare gli svizzeri!

Per non farsi mancare niente, nei giorni scorsi il governicchio federale ha avuto la brillante idea di stanziare un nuovo credito di 250 milioni (apperò!) per l’integrazione degli stranieri, per il periodo 2024 – 2027.

Il credito serve ai Cantoni “per attuare programmi di formazione e di integrazione nel mercato del lavoro”. Qui qualcuno non è bene in chiaro. Gli svizzeri, ed in particolare i ticinesi, vanno integrati nel mercato del lavoro. Gli immigrati che non hanno un’occupazione – e che non sono di conseguenza in grado di mantenersi con le proprie risorse – vanno rimpatriati. Altro che farli lavorare a scapito dei residenti!

La situazione è particolarmente grave proprio in questo sfigatissimo Cantone. I ticinesi, “grazie” al triciclo spalancatore di frontiere, già devono fare i conti con l’invasione di frontalieri in piena crisi economica. Se a seguito della crisi i posti di lavoro diminuiscono perché le aziende chiudono, ma nel contempo aumenta il numero dei frontalieri, chi resterà senza un impiego e col cerino in mano? I ticinesi, ovviamente!

L’occupazione è la vera emergenza del Ticino. Altro che berciare sul “clima”, come invece fanno i ro$$overdi, sempre più scollegati dalla realtà!

Lorenzo Quadri