La baliva germanica von der Leyen vuole riempirci di finti rifugiati. I kompagni esultano
E ti pareva! La fallita UE sta per combinare un altro disastro, e noi ci andremo di mezzo alla grande.
Succede infatti che a Moria i finti rifugiati con lo smartphone per non stare in quarantena hanno dato fuoco ai centri di raccolta. E naturalmente la solita $inistra immigrazionista, quella che s’ingrassa con l’industria ro$$a dell’asilo, pretende che l’Europa occidentale accolga migranti economici a tutto spiano.
Dalle nostre parti i kompagni hanno pensato bene di inondare di atti parlamentari fotocopia non solo il governicchio federale, ma anche quello cantonale ed addirittura i municipi. I quali c’entrano come i cavoli a merenda: per la politica d’asilo, la competenza è di Berna. La richiesta è quella di far arrivare (e, ovviamente, mantenere) legioni di finti rifugiati.
Assalto alla diligenza
E adesso i funzionarietti di Bruxelles, capeggiati dalla soldatina Ursula von der Leyen – già fallimentare ministra della Difesa tedesca e galoppina dell’Anghela Merkel – vogliono far saltare l’accordo di Dublino. L’obiettivo è chiaro: spalmare migranti economici in tutto lo spazio Schengen.
E’ forse il caso di ricordare che l’Anghela Merkel nel 2015 provocò il caos asilo con la demenziale sortita del “Wir schaffen das”, ovvero “ce la facciamo” (ad accogliere un milione di asilanti). Un vero e proprio invito ai finti rifugiati, che scatenò un più che prevedibile assalto alla diligenza europea.
Adesso, grazie alla sua tirapiedi Ursula, si rischia di fare il bis.
Il pacchetto
Rottamare l’accordo di Dublino significa far saltare i rinvii-Dublino. Secondo questo trattato, a doversi occupare di un sedicente rifugiato è il paese dell’area Schengen dove costui ha depositato la prima domanda d’asilo. Se l’asilante si sposta in un altro Stato, questo lo riconsegna al paese di prima domanda: si parla appunto di rinvio-Dublino.
E’ evidente, e lo si sapeva fin dall’inizio, che tale meccanismo penalizza gli Stati che si trovano sui confini esterni dello spazio Schengen.
L’adesione a Schengen, che prevede le frontiere spalancate ed il divieto di controlli sistematici sul confine, in Svizzera è stata fatta passare in votazione popolare nel giugno del 2005 assieme al trattato di Dublino. Proprio sui rinvii-Dublino puntò la partitocrazia eurolecchina per far accettare l’intero pacchetto: “vedete – mentivano i soldatini della casta – grazie alla nostra posizione nel centro dell’Europa ed alla regola di Dublino, aderendo a Schengen non rischiamo niente”. Ed infatti alle urne passò il Sì (la Lega era contraria).
Autolesionismo
Alla Svizzera l’accordo di Dublino torna comodo. Ma nei mesi scorsi la partitocrazia federale, in preda all’ennesimo raptus autolesionista ed antisvizzero, ha pensato bene di metterlo in discussione. I galoppini del triciclo sono infatti riusciti ad approvare una mozione che chiede al governicchio federale di “attivarsi per una rinegoziazione” dell’accordo di Dublino. Perché? Ma perché – udite udite – la situazione attuale è vantaggiosa per la Svizzera!
Qui davvero qualcuno dev’essere caduto dal seggiolone da piccolo. Gli accordi internazionali deleteri per il nostro Paese, come la devastante libera circolazione delle persone, secondo la partitocrazia non vanno messi in discussione. Guai! Bisogna applicarli a nostro danno, senza fare un cip! Altrimenti casca il mondo! Per contro, se un trattato ci avvantaggia, allora dobbiamo essere in prima fila nel chiederne l’abrogazione! Ma si può essere più FESSI di così?
Complimenti ai soldatini della casta: questi sì che sono grandi statisti! Certo che se la gente continua a votarli, poi c’è poco da lamentarsi…
Via da Schengen!
Adesso arriva la baliva Ursula (stesso livello del suo predecessore Jean-Claude “Grappino” Juncker, ma senza neanche la scusa dell’ubriachezza) a sostenere che l’accordo di Dublino va accantonato. Con l’accordo salteranno anche i rinvii-Dublino. Per la Svizzera in generale e per il Ticino in particolare, vista la contiguità con il Belpaese, sarà un disastro.
E’ chiaro che i balivi di Bruxelles vogliono stravolgere le carte in tavola. Senza Dublino, col piffero che i votanti elvetici nel 2005 avrebbero approvato l’adesione a Schengen! Di conseguenza, essa va disdetta. Svizzera fuori di Schengen e ripristiniamo i controlli sistematici al confine! Mozione leghista a Berna in arrivo.
Lorenzo Quadri