Radicalismo: il Consiglio degli Stati non vuole mettere fuori legge l’associazione “Lies”
Come volevasi dimostrare, Svizzera sempre più paese del Bengodi per islamisti grazie al politikamente korretto. Il Consiglio degli Stati, ma chi l’avrebbe mai detto, di recente ha rifiutato di dichiarare fuori legge l’associazione “Lies!”, quella che distribuisce gratis il Corano con l’intento di radicalizzare. L’associazione è fortemente indiziata di reclutare jiahdisti. Ed infatti in Germania (paese UE, manifestamente Stato di diritto) è stata vietata senza tante storie. Emanare lo stesso divieto in Svizzera dovrebbe essere semplicemente scontato. Invece, una cippa! Si trovano scuse per temporeggiare, rimandare, cincischiare. Mentre gli islamisti fanno proselitismo, la Confederella sta a guardare. Il famoso Piano nazionale contro l’estremismo è solo il solito esercizietto federale di scarica barile. Berna assegna nuovi compiti ai Cantoni ed ai Comuni, ma senza attribuire i mezzi finanziari necessari a svolgerli. La foglia di fico è il politikamente korrettissimo principio di prossimità (?). Il piano in questione è un flop annunciato.
Intanto, nulla succede sui fronti dove sarebbe invece fondamentale intervenire. Ad esempio, su quello dell’ “assistenza facile” ai migranti economici. Lo stato sociale elvetico è diventato un self service a cui gli ultimi arrivati attingono in scioltezza. Così i radicalizzatori islamici, magari giunti qui come finti rifugiati (grazie, spalancatori di frontiere!) possono dedicare tranquillamente le proprie giornate al reclutamento di seguaci. Senza doversi preoccupare di lavorare: tanto a mantenere questa foffa ci pensa il solito sfigato contribuente. L’immigrazione fuori controllo fa galoppare lo stato sociale svizzero verso l’infinanziabilità. Però l’assistenza facile ai migranti economici non si tocca.
In Germania…
E nemmeno, come abbiamo visto, si mette fuori legge l’associazione “Lies!”. Il Consiglio federale blatera che “la distribuzione di Corani non è illegale, il divieto sarebbe incompatibile con la garanzia dei diritti fondamentali (uella)”: ovvero: “sa po’ mia!”. Ma chi vogliamo prendere per i fondelli con la fregnaccia dell’ “incompatibilità con i diritti fondamentali”? Il divieto è stato introdotto in Germania. Vogliamo forse sostenere che la Germania starebbe violando i diritti fondamentali? Ancora una volta, essi (o le leggi superiori) vengono impiegati come semplice pretesto politico per far entrare nel nostro Paese, e far restare, tutta la foffa.
Nuovo record
Ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, proprio nei giorni scorsi si è saputo che nel 2017 i servizi d’informazione della Confederella hanno esaminato quasi 6500 dossier di asilanti che potrebbero rappresentare un pericolo pubblico. Un nuovo record, l’ennesimo, visto che l’anno prima gli incarti erano 5200. Ma come: non arrivava solo brava gente in fuga dalla guerra, come amano ripeterci i kompagnuzzi del “devono entrare tutti”? I servizi segreti hanno pure raccomandato di non concedere l’asilo a 38 finti rifugiati individuati come pericolosi: un numero che è quasi triplicato (!) rispetto a quello dell’anno precedente (14 casi).
Il messaggio trasmesso dall’impennata numerica di cui sopra è chiaro: la Svizzera diventa sempre più attrattiva per gli islamisti. Rendiamo grazie al buonismo-coglionismo imperante tra i politicanti della partitocrazia triciclata e tra i legulei dei tribunali. Evidentemente le notizie a proposito della pacchia elvetica si diffondono rapidamente tra i finti rifugiati ma veri jihadisti (i quali, grazie agli smartphone ultimo modello, sono sempre connessi ed aggiornati, o “up to date” come si dice oggi). Tutti in Svizzera paese del Bengodi!
Njet a tutto
E cosa fanno i camerieri dell’UE in Consiglio federale per sventare il crescente pericolo di terrorismo alle nostre latitudini? Respingono tutte le proposte utili a combattere i jihadisti, in quanto non in linea con le sciagurate aperture multikulti. No all’espulsione sistematica dei seguaci dell’Isis, no al divieto di distribuzione gratuita del Corano, no alla messa al bando dell’associazione “Lies!”, no al divieto di finanziamenti esteri a moschee e centri culturali (?) musulmani, no al giro di vite sull’assistenza facile ai migranti economici. E no, ça va sans dire, alla sospensione di Schengen e alla chiusura delle frontiere, che altri Paesi praticano invece in abbondanza. No a tutto!
Per contro, si corre a calare le braghe davanti ai Diktat dell’UE che mirano a disarmare i cittadini onesti col pretesto della lotta al terrorismo islamico, malgrado tali imposizioni siano contrari alle nostre tradizioni, alle nostre leggi, alla volontà popolare. Diktat di cui peraltro i terroristi islamici si fanno un baffo, dal momento che mica si servono (quando se ne servono) di armi dichiarate legalmente. Ma che bella prospettiva!
Lorenzo Quadri