Sempre più esperti e scienziati lo dicono. Ma la politichetta, imbesuita dall’ideologia…
Ormai ogni dubbio al proposito è fugato. La cosiddetta Strategia energetica 2050 è un FLOP. O viene abbandonata subito, o il Paese precipita nel baratro. Ecco cosa succede a correre dietro al populismo ro$$overde: si commettono le peggiori cappellate. Speriamo almeno (ma ne dubitiamo) che l’accaduto serva da lezione.
Per la fallimentare “Strategia 2050” – che alla faccia del nome è semmai una totale mancanza di strategia – possiamo ringraziare la Doris uregiatta, allora ministra dell’energia. Un decennio fa costei pensò bene, a scopo elettorale, di accodarsi a quanti strillavano che la Svizzera “doveva” uscire dal nucleare dopo la vicenda di Fukushima. Dimenticandosi, tra le altre cose, che dalle nostre parti è piuttosto improbabile che si verifichi un maremoto.
Tale è poutroppo la politichetta degli ultimi anni: davanti ad ogni fatto di un qualche rilievo, specie se esso accade in prossimità delle elezioni, “bisogna” reagire istericamente, senza curarsi degli effetti boomerang, sotto il ricatto morale di quella che viene a sproposito chiamata “opinione pubblica”, mentre in realtà è solo l’opinione dei giornalai ro$$overdi che hanno colonizzato la stampa di regime (a partire dalla SSR).
“Costruita sulla sabbia”
Da notare che la disastrosa decisione populista di uscire dal nucleare, con tutto quel che ne consegue, è stata presa quando il governicchio federale era a maggioranza composto da donne. Visto che oggi va di moda ridurre qualsiasi tema ad una questione di “genere” – ma solo a senso unico, se si tratta di criminalizzare gli uomini bianchi eterosessuali – allora lo facciamo anche noi.
Sta di fatto che le parole pronunciate nei giorni scorsi dal presidente di Swissgas André Dosé, già CEO di Swissair, non potrebbero essere più chiare: “La Strategia energetica 2050 è stata costruita sulla sabbia. Si è ipotizzato che non ci fosse crescita demografica e che la popolazione riducesse il consumo di elettricità. Allo stesso modo, la mobilità elettrica non era inclusa negli scenari al momento della votazione. La guerra in Ucraina costringe ora in modo drammatico a un ripensamento”.
Amnesie selettive
E’ bene ricordare che la votazione popolare sul tema si tenne il 21 maggio del 2017. Non del 1917. Il fatto che partitocrazia e governicchio federale, appena cinque anni fa, non avessero considerato – o piuttosto: abbiano rifiutato di considerare – fattori fondamentali come l’immigrazione incontrollata e l’elettrificazione del parco veicoli è una incontrovertibile dimostrazione di inettitudine: l’ennesima.
Negli ultimi vent’anni, a seguito dell’entrata in vigore della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, il numero di abitanti della Svizzera è cresciuto del 21%. In nessun altro Paese a noi vicino c’è stata un’impennata del genere. In media, a seguito della politica del “devono entrare tutti”, la popolazione della Confederella aumenta di 88mila persone all’anno. Però nel 2017, quando il citato fenomeno era già in atto da un pezzo, partitocrazia e governicchio si sono “dimenticati” di tenere conto dell’immigrazione di massa e delle sue conseguenze sul fabbisogno energetico! Ma si può essere più tamberla di così?
Ah già, ma questo è un tema tabù. Delle frontiere spalancate si può solo parlare bene. Altrimenti è razzismo. Guai a dare ragione all’odiata “destra” sovranista! “Immigrazione uguale ricchezza”! Bene: adesso vediamo cosa succede quando si nega la realtà a scopo di politichetta ideologica. Ricordarsene alle prossime elezioni!
Totale incapacità di previsione
Quanto alla mobilità elettrica. E’ vero: nel 2017 l’isteria climatistaattuale, che col ricatto morale ed il catastrofismo da tre e una cicca mira a forzare l’elettrificazione totale della mobilità rapinando i contribuenti e distruggendo interi settori economici (con tutte le conseguenze del caso, anche occupazionali) apparteneva ancora al futuro (all’immediato futuro). Ma i veicoli elettrici già erano osannati ed aumentavano di numero: non ci voleva il Mago Otelma per prevedere che essi avrebbero provocato una crescita importante del consumo di energia. Nel 2020 il patron di Tesla Elon Musk dichiarò che, se le tutte le auto del mondo fossero diventate elettriche, sarebbe stato necessario raddoppiare la produzione di corrente.
Se, come diceva Adolphe Thiers, “gouverner c’est prévoir”, i soldatini bernesi della casta con la fallimentare Strategia energetica 2050 hanno dimostrato totale incapacità di previsione, e quindi di governo.
Da Bruxelles
La fallita Unione europea ha prodotto l’ennesima cappellata: a partire dal 2035 non si potranno più immettere in circolazione automobili a benzina. I Verdi-anguria “svizzeri” (svizzeri per modo di dire, vista l’alta percentuale di “non patrizi di Corticiasca” tra i loro politicanti federali) questa fatwa la volevano decretare alle nostre latitudini già per il 2023 (sic!). Il che la dice lunga sul discernimento di questi soldatini. Ma avanti, votateli…
Ovviamente la messa al bando dei motori termici genererà un accresciuto consumo di corrente e a tal proposito – Eureka! – gli eurobalivi hanno preso una delle loro poche decisioni sensate. Quella di qualificare l’energia nucleare come energia verde (infatti non produce CO2). Nei giorni scorsi la svolta è stata confermata dal Parlamento europeo. Non si tratta solo di una questione di classificazione o di “tassonomia”: l’etichetta verde serve soprattutto ad indirizzare gli investimenti, pubblici e privati.
Parola di professore
Giovedì scorso la Neue Zürcher Zeitung ha pubblicato un’interessante intervista a Didier Sornette, fisico e professore di rischio imprenditoriale al Politecnico di Zurigo. Sornette ha dichiarato che la Svizzera deve costruire nuovi reattori nucleari. Il futuro energetico del nostro Paese, secondo l’accademico, risiede in un mix tra atomo e fonti rinnovabili indigene, ovvero idroelettrico e solare.
Nell’intervista, Sornette ha ammesso di essersi convertito da oppositore a fautore del nucleare dopo aver a lungo studiato la questione, aggiungendo che sostituire il nucleare con il fotovoltaico è semplicemente impossibile. Prendere su e portare a casa. La kompagna Simonetta è solita blaterare che bisogna “ascoltare gli scienziati”. Chissà se questa volta lo farà? Oppure la $inistra – che ha la morale a senso unico, la legalità a senso unico, eccetera – ascolta anche la scienza a senso unico, ovvero solo quando le torna comodo?
O si fa retromarcia…
Purtroppo temiamo di conoscere la risposta. La kompagnaSimonetta ha di recente annunciato che, per permettere l’incremento della produzione idroelettrica, verrà depotenziata (rottamata) la protezione della natura e del paesaggio: “non si può aspettare vent’anni per una diga”, ha dichiarato Sommaruga. Ecco un bell’esempio di cortocircuito ecologista. Ad opporsi ai nuovi impianti idroelettrici, solari o eolici (rispettivamente all’ampliamento di quelli esistenti) sono notoriamente le stesse cerchie ambientaliste che si sciacquano la bocca con l’energia rinnovabile.
Va bene semplificare le procedure e togliere potere alle associazioni ambientaliste, che sono solite abusarne senza ritegno. Ma non basta. O si getta al macero la fallimentare Strategia energetica 2050, inficiata da errori marchiani (vedi sopra), e si fa retromarcia dalla perniciosa scelta di abbandonare l’atomo, oppure saranno cavoli senza dolcificanti.
Lorenzo Quadri