La Doris in visita da “Grappino” Juncker: quando parlare significa capitolare
Ma guarda un po’ che lieta novella: la presidente della Confederazione, ossia la Doris uregiatta, la scorsa settimana è volata a Bruxelles a discutere (?) sui rapporti tra Svizzera e (Dis)Unione europea. Dopo l’incontro con “Grappino” Juncker, presidente della Commissione UE (quello da cui Sommaruga si è fatta sbaciucchiare) ha dichiarato trionfante che “tutti i dossier” sarebbero “sbloccati”. Certo che lo sono: il “blocco” era stato deciso dagli eurofalliti all’indomani del “maledetto voto” del 9 febbraio. Adesso i Giuda della volontà popolare (Consiglio federale più triciclo PLR-PPD-P$$) hanno azzerato quella votazione. E lo “sblocco” da parte di “Grappino” Juncker certifica che della limitazione dell’immigrazione, voluta dal popolo, non è rimasta nemmeno la più piccola traccia. Avanti così! Frontiere spalancate all’invasione!
Altro che bella notizia!
Ma lo “sblocco dei dossier” è forse una notizia positiva? Certo che no! Lo “sblocco” altro non è che un passo ulteriore sulla via della sciagurata sottomissione ai balivi UE.
Sappiamo che gli eurofalliti pretenderebbero dalla Svizzera la firma dell’accordo quadro istituzionale (e non se ne parla neanche) oltre al pagamento del miliardo di coesione (idem come sopra).
L’accordo quadro istituzionale è quell’accordo capestro che obbligherebbe la Svizzera a riprendere automaticamente il diritto comunitario e a sottomettersi a giudici UE. La pietra tombale sulla sovranità nazionale, come scritto a più riprese. Lo scandalo è che, mentre sempre più stati membri abbandonano il Titanic comunitario che sta colando a picco, i camerieri dell’UE in Consiglio federale insistono per salire a bordo. Infatti non solo il ministro degli Esteri PLR Didier Burkhaltèèèèr vuole l’accordo quadro e l’ha già detto. Ma, nella vacanzina a Bruxelles, la Doris ha pure detto la cappellata mondiale, ossia che l’accordo quadro sarebbe “nell’interesse della Svizzera”. Oh Doris, ma ci sei o ci fai? L’interesse della Svizzera è allontanarsi il più possibile dall’UE. Non certo farsi colonizzare dalla medesima.
Asserviti e non riveriti
La presidente della Confederazione non ha naturalmente mancato di sottolineare la canina (senza offesa per il miglior amico dell’uomo) sottomissione della Svizzera agli eurobalivi anche in materia di finti rifugiati con lo smartphone: “La Svizzera è un partner fedele per la gestione della crisi dei migranti e per lo spazio Schengen”, ha dichiarato.
Fedele è un eufemismo. Più opportuno sarebbe dire “asservita”. Infatti, mentre sempre più paesi membri (ultima in ordine di tempo: l’Austria) hanno sbattuto sul muso a “Grappino” Juncker e soci che dei piani di ricollocamento UE dei migranti economici non vogliono nemmeno sentir parlare, Berna è corsa scodinzolante ad aderire, pur non avendo alcun obbligo in tal senso. Ringraziamo la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga.
Una cosa giusta
Una cosa giusta, tuttavia, la Doris a Bruxelles l’ha detta. Ed infatti, questa “cosa” contraddice l’integralismo calabraghista del consiglio federale. Eccola: “Siamo il terzo partner commerciale e il secondo investitore dell’UE. La bilancia commerciale è nettamente a favore dell’UE, con un’eccedenza pari a 21 miliardi. Se Trump fosse il presidente della Svizzera (magari, ndr!) inserirebbe l’UE nella sua lista nera”.
Ecco dunque spazzati via in poche frasi anni di terrorismo di regime, messo in atto proprio dal consiglio federale, a sostegno della libera circolazione. Ecco la dimostrazione che il popolo svizzero viene sistematicamente tradito dai camerieri dell’UE insediati a Berna. Ed ecco smentita la posizione del consiglio federale stesso a sostegno dello scellerato accordo quadro istituzionale. I Bilaterali sono un regalo all’UE la quale non ha, di conseguenza, alcun interesse a disdirli. Dimostrazione quindi che NON dobbiamo firmare alcun accordo quadro istituzionale, che NON dobbiamo versare neanche un centesimo di contributo di coesione e che NON siamo affatto costretti a tollerare un’immigrazione deleteria, andata completamente fuori controllo per paura (uhhhh, che pagüüüraaaa!) di chissà quali ritorsioni da parte dell’UE. Senza Bilaterali, la prima a perderci sarebbe proprio l’UE. Eppure noi svizzerotti siamo così fessi da farci ricattare sulla continuazione di accordi che ci vedono dalla parte perdente. L’ha detto la Doris: vogliamo non crederle?
Lorenzo Quadri