Il becero attacco americano al nostro Paese è intollerabile: sanzioniamo gli USA!
Ecco cosa ci si guadagna a calare sistematicamente le braghe ad altezza caviglia! Si diventa lo zerbino del mondo. E tale è oggi la Svizzera. Ringraziamo il governicchio federale più debole della storia!
Come sappiamo, i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale si sono accodati servilmente all’UE riprendendone “in automatico” le sanzioni contro la Russia. Geniale: così si comincia ad abituarsi – e ad abituare gli eurobalivi – alla ripresa automatica del diritto europeo.
Il governicchio bernese, nella foga di chinarsi a 90 gradi davanti ai suoi padroni di Bruxelles e di Washington, ha adottato le sanzioni senza avere la più pallida idea dei contraccolpi (effetto boomerang) che esse avrebbero comportato per la nostra economia e di conseguenza per i cittadini svizzeri. Lo ha detto la Delegazione delle Commissioni della gestione del Parlamento federale, non il Mattino populista e razzista. Dopo due mesi e mezzo di guerra, pare evidente che le sanzioni:
1) non fermano il conflitto, anzi lo fanno dilagare, e
2) danneggiano più chi le decide che chi le subisce (vedi lo psicodramma sul petrolio russo).
Strali russi
Dalla sera alla mattina, la Svizzera ha gettato nel water la propria neutralità, che ormai non ha più alcuna credibilità a livello internazionale. E non ci si venga a raccontare fregnacce sulla neutralità “che evolve nel tempo”. Non se le beve nemmeno il Gigi di Viganello.
Come era ovvio, Berna si è beccata gli strali dell’ambasciatore russo, il quale nei giorni scorsi ha dichiarato che la Confederella “si è giocata il ruolo di mediazione”. Al di là del fatto che di volontà di mediare se ne vede poca, e questo vale per tutte le parti coinvolte, il diplomatico ha senz’altro ragione.
Attacco vergognoso
La Svizzera FU neutrale oggi si trova in guerra (economica, ma sempre guerra) contro la Russia.
E qual è il ringraziamento di Washington e di Bruxelles per l’enorme sacrificio elvetico?
La fallita UE continua a discriminarci. Mentre una commissione parlamentare USA da Helsinki si permette di attaccare brutalmente la Confederella: essa, a suo dire, sarebbe inadempiente nell’applicazione delle sanzioni contro privati cittadini russi, i cosiddetti oligarchi; sanzioni che tra l’altro sono pure prive di base legale (e quindi daranno adito a richieste di risarcimento stellari).
Uno squinternato personaggio yankee si è messo addirittura a berciare accuse di incompetenza, poca trasparenza e financocorruzione (ö la Peppa!), perché la Svizzera avrebbe bloccato “solo” 7.5 miliardi di franchi di proprietà dei borsoni russi. Ed il “medico italiano” del PLR, per tutta risposta, si sente in dovere di blaterare che bloccare i fondi russi sarebbe “una priorità”!
Qui qualcuno è fuori come il portico sud della Casa Bianca.
Il vero obiettivo della nuova sbroccata statunitense è chiaro. E non c’entra un tubo con l’Ucraina. Si tratta di sabotare la piazza finanziaria elvetica a vantaggio dei paradisi fiscali a stelle e strisce, vedi Delaware e compagnia cantante!
Chi si fa pecora…
Anche il masochismo elvetico deve avere un limite. Chi si fa pecora il lupo lo mangia (tanto per citare un altro tema caldo alle nostre latitudini). Ecco il risultato.
Gli States si sono più volte scagliati, ovviamente per i propri interessi di saccoccia, contro la Svizzera e la sua piazza finanziaria (vedi la scandalosa normativa FATCA). La rottamazione della nostra neutralità per compiacere Washington ci ha fruttato prima gli sfottò americani, e adesso pure attacchi vergognosi. E’ ora di mandare questi yankee a scopare l’oceano Atlantico.
Prima che a Putin venisse la malsana idea di invadere l’Ucraina, con la Russia non abbiamo mai avuto problemi. I cittadini russi in Svizzera ci hanno portato soldi (centinaia di miliardi) ed indotti. Non come gli stranieri di “altre etnie” che piacciono agli USA ed agli UE, i quali arrivano qui per delinquere e per farsi mantenere dagli svizzerotti fessi. Al contrario di Mosca, gli States ci hanno attaccati ed infamati a più riprese. Per non parlare dei balivi di Bruxelles, che vogliono trasformarci in una loro colonia.
Quindi, facciamo una bella cosa. Già che non siamo più neutrali, le sanzioni le mettiamo agli Stati Uniti ed alla DisUnione europea.Ad esempio, gli aerei di combattimento cominciamo ad andare a comprarli da un’altra parte. E facciamo saltare la libera circolazione delle persone. Poi vediamo.
Lorenzo Quadri