Iniziativa estrema ed inutile. Costituirebbe un pericoloso precedente. Votiamo no!

Coerenza ro$$overde: vogliono legalizzare le canne ma proibire la pubblicità delle sigarette

Il prossimo 13 febbraio voteremo anche sull’iniziativa popolare Fanciulli e adolescenti senza pubblicità per il tabacco. L’iniziativa vuole “proibire ogni tipo di pubblicità per prodotti derivati dal tabacco che possa raggiungere i fanciulli e gli adolescenti”. Ciò comporterebbe, nella pratica, un divieto totale di réclame. Non esistono infatti spazi pubblici che non possano in teoria essere visti anche da giovani. Idem per gli annunci sui media.

Sostanza legale

A questa richiesta estrema ed irragionevole il parlamento federale oppone a maggioranza un controprogetto indiretto, che entrerà automaticamente in vigore in caso di No popolare all’iniziativa.

Il controprogetto vieterà la pubblicità sui manifesti, sui trasporti pubblici, nei cinema, sui campi sportivi, eccetera. La réclame del tabacco sparirà dunque dagli spazi pubblici. Sarà ancora permessa solo sui media cartacei ed online (alla radio e alla tv è già adessovietata).

Pure autorizzate rimarranno le sponsorizzazioni di manifestazioni nazionali (non di quelle internazionali), purché non siano destinate ai minorenni.

E’ forse il caso di ricordare che il tabacco è una sostanza legale.Visto che è permesso produrla, consumarla, venderla, dovrebbe anche rimanere consentito parlarne e pubblicizzarla.

Infantilizzare i cittadini

A sostegno del divieto totale di pubblicità per i prodotti derivati dal tabacco (compresi quelli meno nocivi) si sono schierati – e ti pareva – i $inistrati ro$$overdi. I kompagnuzzi dei due partiti-fotocopia, P$ e Verdi-anguria, non si smentiscono mai. Costoro vogliono tasse e divieti, divieti e tasse. Soprattutto, vogliono uno Stato sempre più elefantesco, invasivo e costoso. Uno Stato che infantilizza e mette sotto tutela i cittadini, trattandoli come dei poveri bao incapaci di decidere alcunché per conto proprio; e chepoi presenta il conto (stellare) ai contribuenti.

Questo atteggiamento palesa il disprezzo che i soldatini della gauche-caviar nutrono nei confronti del popolazzo becero che vota sbagliato”. Loro, i $inistrati, s’immaginano di essere “intellettualmente e moralmente superiori”. Giò dida, che è ora!

Tutto e il contrario di tutto

Anche questa volta, le contraddizioni ro$$overdi emergono in tutta evidenza.

I kompagni sognano (da anni) di legalizzare la canapa (ed anche altri stupefacenti). Però vogliono vietare in toto la pubblicità del tabacco. Forse perché i cannoni (non quelli militari) sono di $inistra?
I kompagni tentano di introdurre il diritto di voto a 16 anni: sperano infatti di abusare elettoralmente dei minorenni, magari imbesuendoli con il climatismo,  con l’obiettivo di ottenere CADREGHE. Ohibò: a 16 anni, secondo i $inistrati, si è abbastanza maturi per votare; però si è completamente in balia delle réclame? Delle due l’una!

Quali miglioramenti?

Che il divieto totale di pubblicità farebbe diminuire il numero dei fumatori tra i giovani, è tutto da dimostrare. I ragazzi non si avvicinano alle sigarette perché hanno visto delle inserzioni, ma per la pressione del gruppo, per curiosità, o seguendo esempi in famiglia.

E del resto la pubblicità del tabacco già oggi non si rivolge agli adolescenti, bensì a fumatori adulti.

Inoltre, nei Paesi dove vigono limitazioni della pubblicità per il tabacco più restrittive di quelle applicate in Svizzera, come ad esempio la Francia e l’Italia, non ci sono meno giovani fumatori, anzi. Da un’indagine svolta dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) emerge che in Italia il 33% delle ragazze di 15 anni ed il 24% dei coetanei maschi ha dichiarato di aver fumato almeno una sigaretta nei 30 giorni precedenti. In Francia le percentuali erano del 16% dei ragazzi e del 19% delle ragazze. In Svizzera, invece, siamo al 14%, rispettivamente al 16%. Nel nostro Paese inoltre il numero di adolescenti sotto i 15 anni che fuma con regolarità è sceso del 50% negli ultimi 8 anni. Segno quindi che la politica di prevenzione elvetica dà i suoi frutti.

Un divieto globale di pubblicità non porterebbe miglioramenti apprezzabili, farebbe però danni.

Sabotano i giornali

Ad esempio: la partitocrazia continua a riempirsi la bocca con i “giornali in difficoltà”. Ed infatti, tramite il pacchetto di aiuti ai media (pure in votazione il 13 febbraio: tutti a votare NO!) vorrebbe foraggiare la stampa di regime con ulteriori 150 milioni di Fr all’anno; va da sé prelevati dalle tasche dei contribuenti.

I media, si sa, campano (anche e soprattutto) di pubblicità. Ma come: da un lato i politicanti, ed in prima fila proprio quelli $inistrati, piangono miseria per i giornali con le casse vuote; dall’altro però vogliono sottrarre alla stampa ulteriori introiti pubblicitari? Tutto e il contrario di tutto! Coerenza kompagni, coerenza!

Si potrebbe anche ricordare che l’AVS e l’AI nell’anno di disgrazia 2021 hanno incassato 2.1 miliardi di franchetti dalle imposte sul tabacco, ma vabbé

Solo il primo passo

Infine, è evidente che l’eventuale approvazione del divieto di pubblicità sarebbe solo il primo passo. Svariati altri seguirebbero, in base alla notoria tattica del salame (una fetta alla volta). Nel mirino della casta ci sono già i prodotti alcolici. Compresi quelli del territorio. Quindi: proibito pubblicizzare il Merlot, tanto per fare un esempio. Poi toccherebbe ai dolci (fanno male alla salute); poi alla carne (non è politikamente korretta, il mainstream ci vuole tutti vegani, ed inoltre gli allevamenti producono CO2); poi alle automobili di grossa cilindrata; poi…

Tutti a votare No!

Fino a quanto i $inistrati intendono trattare i cittadini come degli inetti, incapaci di decidere da soli cosa consumare e cosa no?

Il 13 febbraio, votiamo NO all’iniziativa che vuole introdurre un divieto di pubblicità generale per il tabacco!

E’ estrema, inutile per la salute pubblica, dannosa per l’economia – causerebbe la perdita di molti posti di lavoro – e per la stampa in primis. E spianerebbe la strada ad una pletora di nuove proibizioni.

 

Lorenzo Quadri