Alla buon’ora! La “Task force della Confederella si ricredesui test rapidi di massa

Intanto la Germania ordina di testare i frontalieri ogni 48 ore: e la Svizzera che fa, dorme? Frontiere spalancate sempre e comunque?

E’ da settimane, per non dire mesi, che il Mattino e la Lega battono il chiodo, sia con la Confederazione che con il Cantone, sui test rapidi a tappeto, da svolgere in massa sugli asintomatici, per contenere la diffusione dello stramaledetto virus cinese. I test rapidi servono ad isolare chi è contagiato ma non manifesta sintomi.

Nei giorni scorsi sul Corriere del Ticino è stato pubblicato un interessante contributo sul tema del Dr. Adrian Weiss, un medicoper l’appunto, il quale scrive che “i tamponi rapidi di massa potrebbero portare alla fine dell’epidemia entro sei settimane”. E aggiunge che: “l’esecuzione dei test rapidi su tre quarti della popolazione in ogni città ogni tre giorni potrebbe ridurre il tasso di infezione dell’88%”.

Politicanti in letargo

Ma né in Svizzera (in generale) né in Ticino si è mai voluto prendere in considerazione questa pista. Secondo il medico cantonale – quello che “al Rabadan è più facile incontrare Miss Universo che un malato di covid” – i tamponi rapidi sarebbero addirittura “pericolosi”. Accipicchia! Sarà anche vero che sono meno precisi di quelli molecolari; nel senso che potrebbero esserci dei “falsi negativi”. Ma ciò non toglie che ogni contagiato ignarodel proprio stato che viene individuato è un rischio di focolaio in meno. I test effettuati in Austria, in Trentino e in alcune località grigionesi hanno dimostrato che circa l’uno per cento delle persone testate che non hanno sintomi erano in realtà positive al covid. I tamponi a tappeto hanno permesso di ridurre in modo sensibile le nuove infezioni.

Pionieri vs dormienti

Il Canton Grigioni nei giorni scorsi ha annunciato che, d’accordo con l’Ufficio federale di sanità pubblica, “assumerà un ruolo da pioniere” nel sottoporre la popolazione a test rapidi di massa. Ohibò. Perché questo ruolo da pioniere non l’ha assunto il Ticino, ben più colpito del Canton Grigioni dallo stramaledetto virus cinese? Il governicchio è succube del burocrate Merlani? O forse, ancora una volta, la partitocrazia non vuole ammettere che l’odiata Lega aveva ragione?

Anche la Task force…

Sempre nei giorni scorsi, perfino la Task force federale (che ne ha combinate peggio di Bertoldo) ha dichiarato che bisogna “testare, testare e testare” in quanto “la strategia dei test di massa è in fase di riconsiderazione”. Alla buon’ora!

Ed infatti dopo i Grigioni anche altri Cantoni, come Berna e Basilea Campagna, si stanno facendo avanti. E il Ticino dov’è?

Il nostro Cantone avrebbe potuto e dovuto fare da apripista sui tamponi rapidi a tappeto: fosse sceso dal pero per tempo, il numero di contagi, delle ospedalizzazioni e dei morti sarebbe inferiore. Perché non l’ha fatto? Il governicchio è capace solo a strillare che bisogna “chiudere” e ad accodarsi supinamente alle cappellate del ministro dei flop, kompagno Alain Berset (P$)?

Germania: tamponi ai frontalieri

Sempre a proposito di tamponi. La Germania, che ci risulta essere uno Stato membro della fallita UE, ha deciso che i frontalieri devono sottoporsi ad un tampone obbligatorio ogni 48 ore.

E la Svizzera? Perché non introduce il medesimo obbligo?

Perché le nostre frontiere devono rimanere perennemente spalancate e senza controlli?

I 70mila e passa frontalieri al loro Paese (la Lombardia è tornata zona rossa) non possono nemmeno spostarsi da un comune all’altro; però tutti possono entrare tranquillamente in Ticino?

Secondo i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale, a partire dal kompagno Berset, i cittadini elvetici vanno mandati in rovina a suon di lockdown; però dai confini “devono entrare tutti”?

Per le varianti inglese e sudafricana del virus si blindano un’altra volta le case per anziani, impedendo le visite dei parenti, con tutte le sofferenze che questo provoca agli ospiti. Ma le frontiere rimangono spalancate?

Qui qualcuno si è davvero bevuto il cervello!

#votalegaoiltriciclotifrega

Lorenzo Quadri