La fetecchiata è servita. La “famosa” legge, voluta dall’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf, che permette l’imposizione dei frontalieri in via ordinaria, è dunque stata licenziata dalle Camere federali. I Cantoni rimangono per lo meno liberi di fissare il moltiplicatore per il calcolo dell’imposta alla fonte dei frontalieri: si ricorderà che il Gran consiglio ticinese decise nel novembre 2014 di portare il moltiplicatore cantonale per i permessi G dal 78% al 100%. Quindi Berna non obbligherà il Ticino a fare retromarcia (perdendo una ventina di milioni all’anno).
I frontalieri potranno tuttavia, in base alle nuove norme, far valere lo statuto fiscale di quasi-residenti e quindi chiedere a certe condizioni di venire tassati in via ordinaria. Una situazione assai svantaggiosa per il nostro Cantone, che il Mattino ha segnalato a più riprese. Il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri ha presentato un atto parlamentare sul tema.
“Permettere ai frontalieri di chiedere la tassazione ordinaria significa metterli al beneficio delle deduzioni che spettano ai residenti – osserva Quadri -. Per l’erario ticinese, ciò costituirebbe una doppia penalizzazione. Da un lato meno gettito fiscale, a causa appunto delle deduzioni. Dall’altro più spese amministrative, ossia in concreto la necessità di assumere più tassatori per calcolare le deduzioni dei frontalieri. Quindi più costi per meno entrate: un flop su tutta la linea. E’ vero che questa regolamentazione avrebbe in teoria durata limitata; nel senso che, per quel che riguarda il Ticino, verrebbe a cadere con l’eventuale applicazione dei nuovi accordi con l’Italia sulla fiscalità dei frontalieri. Ma, come sappiamo, l’entrata in vigore di questi accordi, che da anni viene indicata come “imminente”, è in realtà rimandata ad un indefinito futuro; a maggior ragione in considerazione dell’attuale situazione politica del Belpaese”.
Il Consiglio federale sostiene che consentire ai frontalieri l’accesso alla tassazione ordinaria è obbligatorio dopo che il Tribunale federale ha deciso in questo senso nel 2010.
Questa è semmai la dimostrazione che non era necessaria alcuna modifica legislativa. La sentenza del TF è di quasi sette anni fa; nel frattempo non è successo nulla. Quindi si poteva benissimo andare avanti così. Perché bisogna sempre ed immancabilmente adeguarsi quando si tratta di avvantaggiare i frontalieri a danno dell’erario pubblico? E’ autolesionismo. Inoltre, un governo ed un parlamento che non si fanno alcuno scrupolo nel calpestare la Costituzione e la democrazia, possono benissimo permettersi di restare inattivi anche davanti ad una vecchia sentenza del TF che, come detto, costituisce solo un ingiustificato regalo ai frontalieri, a nostro danno.
Si tratta quindi di una questione di volontà politica?
Si tratta di una questione di volontà politica, che va sempre nella stessa direzione: invece del “Prima i nostri”, la regola è immancabilmente “Prima gli altri”. La questione dell’imposizione ordinaria dei frontalieri non è che un un’ulteriore dimostrazione. Come detto, il tema è rimasto nel cassetto per anni; poteva rimanerci ancora. Il fatto che ciò non sia avvenuto costituisce l’ennesimo schiaffo al Ticino da parte dell’ex Consigliera federale Widmer Schlumpf, visto che è stata lei a proporre la modifica legislativa al governo e poi al parlamento. Quando non ce ne sarebbe stato alcun bisogno.
Esiste un modo di limitare il danno?
Limitare il danno è possibile, ed è questo il senso della mia interpellanza. Qua e là il Consiglio federale ha dichiarato la volontà di mantenere la soglia di reddito di 120mila Fr/anno per poter accedere alla tassazione ordinaria. Se questa soglia venisse mantenuta la grande maggioranza dei frontalieri, circa il 90%, che ha un reddito inferiore a 120mila Fr all’anno, non avrebbe accesso alla tassazione ordinaria con tutte le conseguenze negative del caso per il Ticino. Il mantenimento di questa soglia è peraltro auspicato anche dal Consiglio di Stato. Ho quindi chiesto conferma in tal senso al Consiglio federale, visto che la fissazione del reddito-soglia è di sua competenza.
E se il Consiglio federale non confermasse, rispettivamente se abbassasse in modo importante questa soglia?
Si tratterebbe dell’ennesima calata di braghe. In quel caso il Ticino dovrebbe cominciare a tutelarsi bloccando finalmente il versamento dei ristorni dei frontalieri. Tanto più che per compiere questo passo i motivi non mancano di certo.
MDD