Nel 2012 hanno giĂ  fatto il medesimo giochetto, guadagnandoci solo loro: infatti sono continuati gli aumenti spropositati di premi – evidentemente la votazione del 28 settembre non ha insegnato nulla!

Lo scorso 28 settembre, i cassamalatari se la sono vista brutta. In effetti l’iniziativa per una cassa malati unica ha raccolto il 40% dei consensi a livello nazionale, quindi non proprio noccioline. Quando nel 2007 si votò sullo stesso oggetto, la percentuale dei favorevoli era del 10% in meno.

Si pensava dunque che gli assicuratori avessero tratto una qualche lezione dall’accaduto. In effetti l’iniziativa per la cassa malati unica ha comunque registrato un risultato di tutto rispetto. Non proprio tale, dunque, da consentire ai cassamalatari di dormire sonni tranquilli.

Quindi sarebbe stato legittimo aspettarsi un minimo di cautela e soprattutto di presa di coscienza: non si può tirare troppo la corda. Ed invece,  gli assicuratori non hanno imparato proprio un tubo. Non sono passate nemmeno due settimane dalla votazione sull’iniziativa per una cassa malati unica e subito SantĂ©suisse tenta un altro giochetto per fregare i cittadini: pretendere che i Cantoni partecipino con una quota del 55% ai costi anche per quel che riguarda i trattamenti ambulatoriali. Dal 2012 questo giĂ  accade per le cure ospedaliere. Attualmente i trattamenti ambulatoriali sono interamente a carico degli assicuratori malattia. Secondo SantĂ©suisse, questa sarebbe la principale causa di aumenti dei premi.

Ci prendono per fessi?

Una domanda a questo punto nasce spontanea: ma i cassamalatari credono proprio che siamo tutti scemi?

Punto primo. Se paga il Cantone invece della cassa malati, alla  fine è sempre il cittadino contribuente a saldare il conto, solo in forma diversa, ovvero come contribuente.

Punto secondo. Ci vuole giĂ  una bella tolla per tentare di far passare il messaggio che, se la proposta di scarico di cosi dai cassamalatari all’ente pubblico dovesse venire approvata, i premi diminuirebbero – o comunque non aumenterebbero.

Dal 2012 il 55% dei costi per i ricoveri ospedalieri grava sui Cantoni; prima pagavano tutto le casse malati. Per il Ticino, ciò comporta all’ente pubblico una spesa annua ulteriore di circa 80 milioni. Ma forse che i premi di cassa malati in questo ridente Cantone sono diminuiti a seguito dello sgravio a beneficio dei cassamalatari? Manco per sogno! Forse che i premi sono rimasti stabili? Nemmeno per idea! I premi, malgrado lo scaricabarile casse malati – ente pubblico, hanno continuato a crescere senza ritegno. E nümm a pagum. Quindi: le casse malati si sono liberate di una interessante fetta di costi, ma gli assicurati non ne hanno tratto alcun vantaggio.

Non solo non abbiamo visto l’ombra di un miglioramento sui premi quando i cassamalatari hanno risparmiato, scaricandoli sul Cantone, il 55% dei costi delle degenze ospedaliere, ma, dei 450 milioni di premi in eccesso che abbiamo versato dal 1996 ad oggi, ce ne verranno restituiti solo 68, mentre il travaso di riserve continua, e lo dimostra l’aumento di premi del tutto ingiustificato che ci dovremo sorbire anche nel 2015.

I cassamalatari dopo averci infinocchiati nel 2012 credono di poterlo fare ancora una volta?

Lorenzo Quadri