La candidatura blindata di Marina Carobbio al Consiglio di Stato sta provocando sfracelli all’interno del P$. La copresidenza del partito (fanno tutto in due? Anche la doccia, come da suggerimento della kompagna Simonetta?) è agli ordini del califfato di Lumino, il quale fa il bello ed il cattivo tempo. Aspettiamo di sapere quanto costerà al contribuente ticinese la scontata elezione in governicchio dell’attuale senatora $ocialista. Se, come sembra, si renderà necessaria un’elezione supplettiva per il Consiglio degli Stati, il conto ammonterà a svariate centinaia di migliaia di franchi.
In casa P$ gli stracci volavano da un po’. L’escalation è avvenuta nei giorni scorsi, con le dimissioni polemiche del vicepresidente Evaristo Roncelli (Evaristo chi?) accolte dalla copresidenza con aperta soddisfazione: “un atto dovuto”, è stato il commento. Praticamente, un’auto-epurazione indotta.
Nel partito $ocialista soffiano venti di secessione. Se avvenisse davvero, sarebbe una pacchia. La $inistra tassaiola, antisvizzera, spalancatrice di frontiere, euroturbo e climatista è una sciagura per il Paese. Più si frammenta meglio è. Ma non ci facciamo illusioni.
Il vicepresidente dimissionario lamenta la museruola che il P$ – in balìa della maggioranza intollerante e massimalista – avrebbe imposto alla socialdemocrazia. Sull’esistenza di una socialdemocrazia in Ticino ci permettiamo di nutrire dei dubbi. Ammesso e non concesso che esista, fa però specie che essa alzi la testa solo quando ci sono di mezzo le CADREGHE.
Perché la presunta socialdemocrazia ha invece sempre taciuto sui temi, sulla linea del partito? Vuoi vedere che, finché non si veniva privati delle CADREGHE, tornava comodo restare intruppati e mordersi la lingua?
Lorenzo Quadri