A Berna il Triciclo continua a respingere misure fondamentali per la nostra sicurezza
Anche in Svizzera l’estremismo islamico dilaga, a seguito dell’immigrazione scriteriata e del multikulti voluti dalla partitocrazia. E anche in Svizzera ci sono stati degli attentati terroristici islamici. Nel 2020 se ne sono susseguiti due in pochi mesi: uno a Morges ed uno a Lugano. A Morges ci è scappato il morto, a Lugano quasi. In entrambi i casi, i responsabili erano noti alle autorità per attività jihadiste. In altre parole, era risaputo che si trattava di seguaci del terrorismo. Quindi delle bombe ad orologeria che aspettavano solo il momento adatto per esplodere. Eppure costoro potevano andare in giro a piede libero. In attesa che ci scappasse il morto, o i morti.
L’ennesimo No
E’ chiaro che così non si può andare avanti. Nei confronti di simili soggetti deve poter essere decretata una custodia di sicurezza. La nuova legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo, approvata dal popolo il 13 giugno 2021 (“naturalmente” contro il parere dei $inistrati), non risolve la questione, ma lascia aperte delle lacune. E’ ora di colmarle. Dal 2020 è pendente in Consiglio nazionale un’iniziativa parlamentare (presentata dal deputato Udc Mauro Tuena) la quale chiede di “emanare le basi legali necessarie per consentire di disporre la custodia di sicurezza per le persone che in privato o in pubblico incitano, istruiscono o incoraggiano attività terroristiche o violenza di altro tipo, in Svizzera o all’estero, oppure annunciano, finanziano, favoriscono o esortano a sostenere tali attività”.
Ebbene la partitocrazia in Consiglio nazionale è riuscita di recentea respingere l’iniziativa con 105 voti contrari, 84 favorevoli e 4 astenuti. E questo malgrado la commissione preparatoria l’avesse approvata per 13 a 10 con un’astensione.
Disdire la CEDU
Qual è l’argomento addotto a giustificazione del njet? A dire dei soldatini triciclati, l’iniziativa sarebbe contraria alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Ah, ecco. Tanto per cominciare, questa incompatibilità è tutta da dimostrare: si tratta di un’opinione. Ma soprattutto: ne abbiamo piene le scuffie delle ingerenze della CEDU. Quest’ultima sempre più spesso tutela i diritti dei delinquenti stranieri a scapito della sicurezza pubblica: è quindi ora di scaricarla. La CEDU stabilisce che gli svizzerottinon possono (“sa po’ mia!”) espellere i terroristi stranieri, se questi si troverebbero in pericolo nel paese d’origine. Adesso la CEDU ci impedirebbe di ordinare la carcerazione di sicurezza di un terrorista per evitare che commetta una strage. Tanto per non farsi mancare niente – anche se non c’entra con la delinquenza – la Corte europea dei diritti dell’uomo, che applica la Convenzione omonima, pretende di imporci anche l’ideologia gender. Di recente ha condannato la Svizzera per non aver riconosciuto la paternità di due uomini che vivono in unione domestica registrata. In altre parole: la Corte citata vorrebbe stabilire d’imperio che un figlio può avere due padri o due madri. Il che è contrario alle leggi della biologia. E nessun leguleio straniero è in grado di invalidarle.
Così come ha aderito…
In materia di protezione dei diritti umani in casa propria, la Svizzera non ha lezioni da prendere, semmai ne ha da dare. Non sta né in cielo né in terra che i presunti diritti di terroristi islamici abbiano la precedenza sulla sicurezza della popolazione residente. Proprio le persone che non riconoscono il nostro Stato di dirittodovrebbero poterne approfittare per portare avanti disegni criminosi contro di esso? E’ il colmo!
La CEDU è un trattato internazionale cui la Confederella ha aderito. Così come ha aderito, può anche andarsene. Quando questi trattati invece di giovare al Paese gli nuocciono, e addirittura mettono in pericolo la sicurezza interna, semplicemente vanno disdetti. Föö di ball! Swissexit!
I “bei” risultati
E’ poi evidente che alle nostre latitudini la lotta al terrorismo islamico è ampiamente deficitaria. Il triciclo non ne vuole sapere di mettere fuori legge l’islam politico; e nemmeno di vietare i finanziamenti esteri alle moschee, tanto per citare due esempi. La partitocrazia, imbesuita dal multikulti, sta trasformando la Svizzera nel paese del Bengodi degli islamisti; in un posto dove costoro possano prosperare e pianificare i propri crimini in tutta tranquillità. Magari mentre, nel contempo, si fanno mantenere con i soldi dei contribuenti. Ecco i bei risultati dell’immigrazionismopromosso dalla casta!
Lorenzo Quadri