Persone radicalizzate a piede libero, mancata espulsione di jihadisti, leggine ridicole…

E’ da un bel pezzo che su queste colonne scriviamo che anche la Svizzera, e quindi anche il Ticino, è a rischio di attentati terroristici di matrice islamista. E la conferma è puntualmente arrivata. Nel giro di due mesi, gli attentati all’arma bianca sono stati ben due. A metà settembre a Morges, con un morto. Adesso a Lugano, senza morti ma “solo” con feriti. Una donna lo è in modo grave. E qualcuno ha pure pensato bene di esultare perché “poteva andare peggio”.

Ah, ecco. Certo che “poteva andare peggio”. Ma se non è “andata peggio” è solo per una questione di fortuna. Di motivi di vanto proprio non ce ne sono. Quindi evitiamo di prendere la gente per il lato B.

La situazione svizzera

Uscendo dal caso singolo dell’attentato di Lugano, il quadro generale della Svizzera la rende il paese del Bengodi per jihadisti.

La partitocrazia spalancatrice di frontiere ha fatto entrare tutta la foffa. L’assistenza sociale facile fa da calamita per migranti economici radicalizzati in arrivo da “altre culture”. Il fallimentare multikulti ha spianato la strada agli islamisti perché… “non si può (sa pò mia!) discriminare”.
Le nostre leggi antiterrorismo fanno ridere i polli. Compresa la leggina appena varata dalle Camere federali che ambienti $inistrati hanno pure avuto il coraggio di referendare! Ma quanti morti vogliono avere sulla coscienza i compagnuzzi?

La giustizia buonista-coglionista è inflessibile solo con gli sfigati automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura. I criminali stranieri – jihadisti compresi – non vengono espulsi. Persone radicalizzate e pericolose rimangono, o addirittura vengono rimesse, in libertà per decisione dei giudici incadregati dal triciclo per meriti partitici. E’ il caso del terrorista islamico di Morges, arrestato per aver dato fuoco ad un distributore di benzina (le stazioni di servizio sono uno dei bersagli indicati dai “manuali del jihadista”) e scarcerato in tempo di record. Risultato? C’è scappato il morto!

Gli interventi contro la radicalizzazione sono insufficienti. Ad esempio: i vertici dell’associazione islamista CCIS (Consiglio centrale islamico della Svizzera) sono stati condannati dal Tribunale penale federale per propaganda a favore di Al Qaeda, però il CCIS non viene dichiarato fuori legge.

I finanziamenti esteri alle moschee sono permessi. E questo malgrado anche il Gigi di Viganello abbia ormai capito che chi finanzia lo fa per diffondere la radicalizzazione e l’islam politico in Svizzera.

Proprio quell’islam politico che il governo austriaco intende mettere fuori legge.
E da noi? Da noi la casta, imbesuita del multikulti e dal politikamente (che qualcuno ha ribattezzato: idiotamente) korretto, ronfa della grossa! Poi ci si chiede come mai succedono certe cose “anche in Svizzera”? Ma perché ce le andiamo a cercare con il lanternino! Grazie, triciclo!

E’ ovvio che la mozione leghista a Berna per mettere fuori legge l’islam politico è in arrivo!

Quanti altri ce ne sono?

Tornando al caso specifico di Lugano. Come ha indicato la polizia federale (non il Mattino populista e razzista) l’attentatrice, figlia di genitori naturalizzati, era nota alle forze dell’ordine per legami con il terrorismo islamico già dal 2017. Aveva pure tentato di recarsi in Siria per raggiungere il combattente jihadista di cui si era innamorata. Ciononostante, stando a quanto pubblicato dalla stampa d’Oltralpe, nei suoi confronti non è stata aperta un’inchiesta penale. La donna era libera di muoversi tranquillamente e di fare tutto quello che voleva. Una bomba ad orologeria.

Quanti altri casi di questo genere ci sono in Svizzera ed in Ticino? Da dove vengono? Quanti ce ne mettiamo in casa “grazie” all’immigrazione scriteriata voluta dalla partitocrazia PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente compresi?

Quanti musulmani radicalizzati ci sono tra le centinaia di persone che ogni giorno sbarcano a Lampedusa perché il governo italico non eletto di “Giuseppi” Conte chiude i ristoranti ma apre i porti?

La foglia di fico psichiatrica

Come c’era da attendersi, la stampa di regime tenta di sviare l’attenzione dalla matrice islamista sottolineando i “problemi psichici” dell’attentatrice. Come al solito: non è terrorismo islamico, è un caso psichiatrico! L’ islam non c’entra nulla, “dobbiamo aprirci”!

Signori, ma a chi pensate di darla a bere? Che una tizia che entra in un magazzino per accoltellare i clienti non abbia tutte le rotelle a posto, ci pare scontato. Come difficilmente si può considerare normale chi decapita un professore reo di aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo sull’islam. E allora? Tutti i jiahdisti potrebbero essere ritenuti mentalmente disturbati: altrimenti non sarebbero jihadisti. Ma terrorismo islamico è, e tale rimane. Per seminare il terrore in Occidente, la Jihad si affida anche a questo genere di profili instabili, magari radicalizzandoli in rete. L’attentatrice della Manor gridava “Sono dell’Isis”, mica “sono seguace di Sant’Orsola del Rosario” (che nemmeno esiste). L’islam c’entra eccome. Tentare di negarlo è grottesco.

E’ pure indecoroso che la stampa di regime dedichi più attenzione alle esternazioni della famiglia dell’attentatrice, o addirittura allo stato di salute della medesima,  che non alle condizioni delle vittime: le quali, per bene che vada, saranno per sempre segnate da quello che hanno passato, sia nel corpo che nella mente.

Vedremo poi, ma questa è musica del futuro, quale sarà il seguito penale della drammatica vicenda. Non vorremmo che si stessero creando le premesse per un nuovo “caso Carlos” al femminile. A buon intenditor…

Diamoci una mossa!

L’attentato di Lugano deve dunque imporre, finalmente, un giro di vite!

– E’ inaccettabile che persone note alle forze dell’ordine perché radicalizzate e pericolose possano muoversi liberamente “come se niente fudesse”.

– L’islam politico va messo fuori legge. Le associazioni che lo predicano vanno proibite e sciolte.

– I sostenitori della Jihad vanno espulsi sistematicamente dalla Svizzera senza “se” né “ma”. Ai naturalizzati va ritirato il passaporto svizzero.

– I finanziamenti esteri a moschee e “centri culturali” islamici sono da proibire.

Inoltre:

– Stop all’assistenza sociale facile ai migranti economici in arrivo da “altre culture”.

– Frontiere chiuse per i finti rifugiati magrebini. Il che comporta il ripristino di controlli sistematici sul confine.

Qui o si cambia registro, oppure…

 

Lorenzo Quadri