Per fortuna la maggioranza del Consiglio nazionale ha preso almeno una decisione giusta
Rischiamo di essere l’unico paese che, davanti alla minaccia dei miliziani dell’ISIS, rimane ancorato al buonismo-coglionismo come una cozza allo scoglio
Beh, tanto per una volta la maggioranza del Consiglio nazionale ci ha azzeccato: infatti ha approvato per 108 voti contro 79 e 6 astenuti una mozione del deputato PPD Marco Romano che chiedeva la revoca sistematica del passaporto svizzero ai jihadisti con doppia nazionalità che sono partiti per la “guerra santa”. E che, come sono partiti, potrebbero anche rientrare nel nostro paese.
Queste persone non devono più poter mettere piede in Svizzera dove, evidentemente, costituirebbero un pericolo per la sicurezza. Il colmo è che il Consiglio federale era contrario anche ad un provvedimento di una tale, disarmante, ovvietà. Il che la dice purtroppo lunga sulla volontà, inesistente, di difendere la sicurezza del paese e dei suoi abitanti dai pericoli del terrorismo islamico. Non sia mai! Prevale il politikamente korretto, il buonismo-coglionismo, la fobia di venire etichettati come populisti e xenofobi!
Alcune questioncelle
La posizione del Consiglio federale, segnatamente della ministra “competente” ovvero la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga, in materia di ritiro del passaporto rosso ai jihadisti naturalizzati, solleva allarmanti interrogativi.
- La stessa Sommaruga ha da poco presentato il piano anti terrorismo, naturalmente evitando di specificare che trattasi di terrorismo islamico. Si può immaginare quanto possano essere “incisivi” i provvedimenti proposti se non si vuole nemmeno ritirare il passaporto rosso ai neosvizzeri partiti per la jihad, per impedire loro di tornare in Svizzera a piazzare bombe nelle stazioni o nei grandi magazzini. Ucci ucci, si sente puzza di foffa politikamente korretta.
- I jihadisti partiti dalla Svizzera secondo l’ultimo censimento risultano essere 76. Non sappiamo invece quanti sono quelli ancora presenti sul nostro territorio. Evidentemente questi 76 qualcuno li ha naturalizzati. Quindi le naturalizzazioni facili di stranieri NON integrati – addirittura pericolosi! – sono una realtà, non una balla della Lega razzista e fascista. Soluzione: diventare più restrittivi nella concessione della cittadinanza elvetica. Ma evidentemente la buona Simonetta e compagnia cantante non si sognano… addirittura nel suo partito c’è chi sostiene che già la richiesta del passaporto rosso dimostra che il candidato è sufficientemente integrato. E a questo proposito non servono ulteriori commenti.
- Un Consiglio federale che rifiuta di ritirare il passaporto svizzero ai Jihadisti – non ai ladri di galline! – naturalizzati, fa una pessima figura di fronte ai cittadini (alla faccia della “credibilità delle istituzioni”) e lancia segnali pericolosissimi. Ai seguaci dell’ISIS si dice a chiare lettere che in Svizzera la priorità non l’ha la lotta al terrorismo, bensì il buonismo-coglionismo. Oltretutto questo messaggio si aggiunge a quello lanciato da quei giudici che infliggono condanne-barzelletta ai fiancheggiatori dell’ISIS (vedi pene sospese condizionalmente, mentre gli automobilisti vengono mandati in galera) e che magari nemmeno li espellono dalla Svizzera. E questo malgrado il popolo elvetico già sei anni fa abbia stabilito che i delinquenti stranieri vanno buttati fuori.
- Mentre tutti gli altri paesi prendono disposizioni ad hoc contro il nuovo ed allarmante fenomeno del terrorismo islamico, noi – e solo noi – rimaniamo ancorati al buonismo multikulti come cozze allo scoglio? Vogliamo davvero diventare un polo d’attrazione per jihadisti?
- Per limitare i rischi di foreign fighters svizzeri dobbiamo cominciare ad evitare che ne vengano formati. Il che significa controllo stretto sulle moschee, a partire dal divieto di finanziamenti stranieri e dall’obbligo di predicare nella lingua locale. Ma anche a questo proposito, a Berna si preferisce fare orecchie da mercante.
Lorenzo Quadri