Nuovo salto della quaglia a livello cantonale: adesso si vuole istituire il “tampone day”
Scusate ma ci scappa da ridere, non fosse che la situazione tanto divertente non è!
Alla conferenza stampa cantonale di venerdì sullo stramaledetto virus cinese, si è assistito all’ennesimo salto della quaglia. Questa volta a proposito dei test a tappeto sugli asintomatici.
Da ormai oltre un anno, da quando cioè è iniziata la pandemia, le “autorità” propinano al popolazzo tutto ed il contrario di tutto. E la stampa di regime applaude giuliva. Altro che svolgere il tanto decantato “ruolo critico”.
Non stiamo qui a stilare per l’ennesima volta l’elenco delle cappellatemesse a segno in questi ultimi sciagurati 13 mesi. L’ultima è però degna di particolare nota.
La Lega insiste da mesi
Come ben sappiamo sono MESI, da prima di Natale, che la Lega dei Ticinesi batte il chiodo – sia a Bellinzona che a Berna – dei tamponi a tappeto da eseguire sugli asintomatici, con l’obiettivo di individuarli ed evitare così nuovi focolai. Ma naturalmente la risposta è sempre stata Njet. Finché da Berna, nelle scorse settimane, è arrivato il “contrordine compagni”: parte così a livello nazionale la campagna di test a tappeto. Alla buon’ora! Dopo averne mangiate 50 fette, anche i burocrati federali si sono accorti che era polenta! I burocrati federali, ma non quelli ticinesi. Da quando sono cominciate nei Grigioni ed in altre regioni europee le prime sperimentazioni con i tamponi rapidi di massa, il medico cantonale ha sempre remato contro questo tipo di misura. Solo una settimana fa, obbligato dal cambiamento di rotta a livello federale, il governicchio ticinese ha presentato la propria strategia per i test di massa in azienda (vedi l’ultimo numero del Mattino). Ma la “strategia” in questione è in realtà un mostro burocratico, roba da fare invidia a Palermo, farcito di una pletora di cavilli, condizioni, paletti e lacciuoli dall’ obiettivo evidente: far desistere le imprese interessate ai tamponi a tappeto! Un autentico sabotaggio della strategia dei test di massa; dietro di esso appare evidente la mano del duo di burocrati Merlani&Zanini (medico e farmacista cantonale). E il governicchio si fa portare a spasso.
Ma come…
Ebbene, nella conferenza stampa dell’altroieri ecco che arriva la giravolta. Proprio Merlani – che, ripetiamo, sempre si è opposto ai test a tappeto – annuncia l’intenzione di indire un “tampone day”: in un determinato giorno, tutta la popolazione ticinese sarà invitata a testarsi. Aggiunge il medico cantonale: “questo progetto potrebbe fare la differenza nell’attuale andamento epidemiologico” (sic!).
Ma come: per mesi e mesi Merlani ha ripetuto in tutte le salse che i test di massa sono una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi). E adesso invece ci viene a dire che potrebbero cambiare l’andamento della pandemia? Se questa non è una presa per il lato B!
Perché solo adesso?
Si prende dunque atto che, per l’ennesima volta, la Lega ed il Mattino avevano ragione! Ma se “i test di massa possono fare la differenza nell’andamento epidemiologico” perché ci si sveglia solo adesso, dopo tre mesi e mezzo di devastante lockdown?
Già che ci siamo, visto che la prossima settimana le scuole saranno chiuse per le vacanze pasquali e visto che la maggior parte dei contagi avviene nell’ambito familiare e del tempo libero, sarebbe buona cosa che prima della ripresa delle lezioni si eseguisse un test salivare su tutti gli scolari, così da evitare focolai “inglesi” e quarantene di classe al rientro! A Zurigo, su richiesta del corpo docente, si sta mettendo in piedi un progetto del genere. Perché in Ticino no?
Aiuti che non arrivano
Strettamente legato al lockdown eterno c’è pure il tema degli aiuti a quei cittadini ed imprese a cui il ministro dei flop kompagno Berset impedisce di lavorare. Nella sessione di marzo, le Camere federali hanno votato a tale scopo ben 12 miliardi extra – soldi di proprietà dei contribuenti – e già si dice che non basteranno. Se si permettesse a chi è in lockdown di lavorare, ovviamente il conto si ridurrebbe sensibilmente. Ma i $inistrati chiusuristi preferiscono mandare le aziende in fallimento ed i lavoratori in disoccupazione, e poi tentare di tamponare il DISASTRO con i soldi degli altri!
Oltretutto, gli aiuti votati nemmeno arrivano a destinazione. Le proteste si moltiplicano: nei media, sui social, per la strada. A tal proposito, la Lega dei ticinesi ha presentato nei giorni scorsi un’interpellanza al governicchio a firma del capogruppo in Gran Consiglio Boris Bignasca, in cui si chiede se “il CdS intende assumersi la responsabilità per i ritardi nel versamento delle indennità Ipg Corona ed agire per risolvere il problema”.
Lorenzo Quadri