La propaganda di regime si estende a macchia d’olio. Il trucchetto è sempre lo stesso: si tratta di eseguire direttamente, o di far eseguire a terzi “compiacenti”, le consuete indagini taroccate. Obiettivo: sentirsi dire quello che si vuole sentire. Esempio lampante sono gli studi della SECO sui Bilaterali “indispensabili per la Svizzera” e avanti con il festival dei blablabla. Oppure le statistiche, sempre della SECO, sulla disoccupazione, dalle quali emergerebbe che con la libera circolazione delle persone senza limiti “l’è tüt a posct”, che non c’è soppiantamento dei residenti ad opera dei frontalieri. Ma quando mai: sono tutte balle populiste e razziste!
Obiettivo chiaro
E’ evidente che queste indagini hanno una sola finalità. Quella di confermare la propaganda del Consiglio federale. Mica si commissiona una perizia ad un ufficio alle proprie dipendenze per farsi sconfessare! Idem dicasi per l’istituto “amico”. Anche perché quest’ultimo sa benissimo che, se il risultato dell’indagine non è quello desiderato dal committente, poi di mandati non ne arrivano più. Insomma: ne va di mezzo la pagnotta!
Gli studi per sentirsi dire che “tout va bien, madame la marquise” vedono la luce negli ambiti più disparati. Il tema “bilaterali” è molto in voga, specie dopo il “maledetto voto” del 9 febbraio: ovviamente, si tratta di impressionare il popolino spacciando per pareri indipendenti e “scientifici” – di gente che “l’ha stüdiàa”! – quelle che sono, semplicemente, delle prese di posizione politiche. Con una “missione” (come dicono gli ambienti trendy) chiara: fare il lavaggio del cervello agli svizzerotti in vista di un’eventuale nuova votazione sui bilaterali.
Già in campagna?
Adesso, per le indagini taroccate in funzione di propaganda pro Consiglio federale, si apre una nuova “prateria”. Quella dell’asilo. A giugno infatti i cittadini svizzeri saranno chiamati ad esprimersi sulla nuova revisione-ciofeca: quella che vuole introdurre l’avvocato gratis per i finti rifugiati e le espropriazioni facili a beneficio della Confederazione per creare nuovi centri asilanti. In questo modo, pur di fare spazio per un numero sempre maggiore di finti rifugiati (così la nostra attrattività per i migranti economici cresce) si calpesta il diritto fondamentale alla proprietà; per non parlare dei diritti di chi potrebbe trovarsi un simile centro come “vicino di casa”.
La riforma è approvata, naturalmente, dai partiti $torici. Sicché, tanto per non sbagliare, la propaganda di Stato è già partita. Settimana scorsa la RSI – quella che, secondo il direttore kompagno militante, farebbe “informazione al di sopra delle parti” – è già riuscita a trasformare un servizio sulle elezioni regionali in Germania (dove la politica migratoria era, evidentemente, un tema di primo piano) in uno spot celebrativo della riforma sull’asilo proposta dalla ministra di riferimento dell’emittente di Comano e Besso: la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga, ovviamente.
La panzana
Ed è solo l’inizio. Nei giorni scorsi sono infatti spuntati i “test”, naturalmente taroccati ad arte, della nuova procedura, quella sottoposta a referendum, che è stata sperimentata al centro asilanti di Zurigo. E cosa dicono i test? Ma che va tutto bene, che la revisione proposta (che però non sfocia in espulsioni, visto che queste, che sono poi l’unica cosa importante, non si fanno) funziona a meraviglia. Malgrado quello che vanno in giro a raccontare i populisti e razzisti. Si tenta addirittura di vendere la panzana che la procedura accelerata farebbe aumentare i rientri volontari in patria dei migranti economici. Sì, come no. E gli svizzerotti dovrebbero anche bersela? E quindi, approvare l’avvocato gratis per i finti rifugiati e le espropriazioni facili per costruire nuovi centri di registrazione? Ma chi si pensa di prendere per il naso?
Lorenzo Quadri