Grazie, partitocrazia! I frontalieri sono quasi 80mila, in fortissima crescita nel 2022
E ti pareva: il numero dei frontalieri ha conosciuto una nuova impennata nel terzo trimestre dell’anno di disgrazia 2022. Ormai siamo a quasi 78 mila permessi G (per l’esattezza 77’732). La crescita su base annua è di un mostruoso 4,2%: la più forte da anni. I grafici pubblicati nei giorni scorsi mostrano chiaramente la ripida impennata. Avanti di questo passo, ad inizio 2023 i frontalieri saranno 80mila. E’ evidente che numeri del genere non rispondono ad alcuna esigenza dell’economia locale. Configurano invece una vera a propria invasione provocata dalla partitocrazia. PLR, PPD, P$ e Verdi-anguria non solo hanno sempre voluto la libera circolazione delle persone, ma hanno anche sabotato tutti i tentativi di arginarne le derive; inclusi quelli votati dal popolo ed inseriti nella Costituzione (vedi iniziativa contro l’immigrazione di massa).
Ricordiamo, tanto per gradire, che la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga, dimissionaria nei giorni scorsi, era ministra “competente” (direttora del Dipartimento federale di Giustizia) ai tempi della rottamazione della preferenza indigena ad opera del governicchio federale e della partitocrazia nel parlatoio bernese. In sua vece venne introdotta la ciofeca denominata “preferenza indigena light”, che non serve ad una fava. Totalmente inutile anche il salario minimo imposto in Ticino da $inistrati e $indakati. Le cifre parlano da sole.
Previsioni purtroppo azzeccate
Gli accordi bilaterali vennero approvati dal popolo svizzero, ma non dai ticinesi, oltre 22 anni fa, il 21 maggio del 2000. Prima di quella votazione la Lega ed il Mattino misero a più riprese in guardia dalle conseguenze devastanti della libera circolazione delle persone. Già ai tempi il Mattino usava l’aggettivo “devastante”. L’allora presidente del PLR Fulvio Pelli raccontava invece che “grazie alla libera circolazione delle persone, i nostri giovani potranno lavorare a Milano”. Come no.
La previsione leghista si è dimostrata tragicamente azzeccata. Adesso i frontalieri sono 78mila. Il loro numero esplode nel terziario, ed infatti vi lavora il 67% dei permessi G. Ma nel terziario non c’è alcuna carenza di manodopera residente. In particolare la crescita è stata sopra la media nel settore dell’informatica. Qualcuno vorrebbe venirci a raccontare che non si trovano informatici ticinesi? Non facciamo ridere i polli.
Fatto sta che oggi, come si legge in un’intervista pubblicata sul CdT di venerdì, in Ticino i lavoratori svizzeri sono il 48% del totale, gli stranieri il 52%. Solo dieci anni fa gli svizzeri erano il 55% e gli stranieri il 45%. I ticinesi sono già diventati “come gli indiani nelle riserve”: citazione da un altro, profetico, manifesto della Lega.
L’unica emergenza
Le cifre di cui sopra testimoniano che in Ticino c’è una sola emergenza: l’emergenza lavoro. Altro che “clima”! Il riscaldamento climatico è soltanto un pretesto per distogliere l’attenzione dal disastro fatto dalla casta, che ha distrutto le prospettive di un Cantone e dei suoi abitanti. La risposta al perché i giovani lasciano il Ticino sta tutta lì, in quei 78mila permessi G, che tra un paio di mesi saranno 80mila. Altro che blaterare di asili nido o di offerta kulturale alternativa!
Com’è possibile?
Lo sfacelo continuerà se non verranno introdotte, ma in fretta, delle clausole di salvaguardia del mercato del lavoro ticinese. Ma la partitocrazia non ci sente. Men che meno il governicchio bernese. La ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) ha addirittura dichiarato davanti al parlatoio federale che “il Ticino è vittima del suo successo”. Eh già, perché l’invasione da sud è un successo! Eccoli qua, i grandi statisti dell’ex partitone!
Visto a che, a causa delle crisi che si sovrappongono l’una all’altra, presto fioccheranno i licenziamenti, siamo proprio curiosi di vedere chi perderà l’impiego: i ticinesi o i permessi G? La risposta è facile da immaginare.
In considerazione delle ultime cifre sui frontalieri, c’è davvero da chiedersi come sia possibile che i ticinesi votino ancora per PLR, PPD, P$ o Verdi-anguria (il P$ addirittura insiste con l’adesione alla fallita UE) dato che essi portano la totale responsabilità per questo disastro. Purtroppo, l’unica spiegazione possibile è che a tanti ticinesi va bene così.
Lorenzo Quadri