Premi di cassa malati pagati in eccesso
Ticinesi cornuti e mazziati

Ancora una volta il Mattino è stato un buon profeta. La scorsa settimana da queste colonne, avvertendo il classico “sentore di bruciato”,  era stato lanciato l’interrogativo-ammonimento: cosa bolle in pentola in relazione alla spinosa questione della restituzione dei premi di cassa malati pagati “in esubero”?
Trattasi, tanto per rinfrescare la memoria per sommi capi, di quanto i Ticinesi, quindi la popolazione, per 16 anni hanno pagato di troppo poiché al nostro Cantone, come pure a qualche altro, sono stati imposti premi di assicurazione malattia eccessivi. Le riserve così cumulate sono state impiegate per non aumentare i premi di cassa malati in altri Cantoni “privilegiati” in cui i premi erano insufficienti a coprire le necessità.
Quindi questi Cantoni – tra cui spicca Berna – non solo pagavano premi di cassa malati sproporzionatamente bassi ma facevano pure bella figura. I ticinesi, invece, pagavano e venivano accusati di essere spreconi mentre tenevano in piedi i cantoni presunti “virtuosi” con i proprio soldi. Se questa situazione scandalosa è stata possibile, la colpa è delle casse malati, ma anche della Confederazione ed in particolare dell’Ufficio federale della salute pubblica che anno dopo anno, malgrado le proteste ticinesi – l’ex capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS Bruno Cereghetti ha studiato a fondo la situazione – approvava i premi che venivano proposti dagli assicuratori. Premi che contenevano la  rapina ai danni del Ticino.
La foglia di fico utilizzata per non intervenire era la base legale (tuttora in vigore) che limita il margine di manovra dell’Ufficio federale. Tuttavia nessuno a Berna si è mai tirato giù la pelle di dosso per cambiarla.  Evidentemente faceva comodo che il Ticino e qualche altro pagasse per tutti – e venisse pure preso a pesci in faccia come sprecone.

La restituzione deve essere totale
E’ quindi evidente che la restituzione di quanto pagato in eccesso deve essere integrale. Qualsiasi altra opzione costituirebbe un furto a danno dei ticinesi. Che poi nella pratica a Berna non ci saranno le maggioranze per ottenere una restituzione completa è un’altra storia. La richiesta del Ticino deve essere chiara. Altrettanto chiaro deve essere che qualsiasi proposta di restituzione parziale non è una grazia ricevuta, ma un furto agli assicurati ticinesi.
Questo vale in particolare per l’ultima soluzione – o piuttosto non soluzione – partorita dai direttori cantonali della sanità, che prevede un rimborso complessivo di 800 milioni di Fr. Anche a “quello che mena il gesso” è subito evidente che i conti non tornano.
Se – senza considerare il 2012 – ai ticinesi sono stati sgraffignati 400 milioni, è evidente che con 800 milioni non si potrà mai fare giustizia. Ed in effetti, la proposta 800 milioni comporterebbe per i Ticinesi un rimborso di 60-70 milioni di Fr, invece degli oltre 400 che ci spettano. Il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti al proposito ha parlato giustamente di un insulto ai ticinesi.
Quindi, ancora una volta cornuti e mazziati. Di sicuro quanto si prospetta tutto è tranne che una soluzione di cui essere soddisfatti. E, se al DSS qualcuno lo è, è forse il caso di porsi qualche domandina.
Lorenzo Quadri