Adesso se ne accorge perfino il BAK! Ma come, non dovevano essere “solo percezioni”?
Invasione da sud? Soppiantamento dei lavoratori ticinesi con frontalieri? Dumping salariale? “Sono solo percezioni!” (ovvero: “sono tutte balle della Lega populista e razzista!”) decretava qualche tempo fa con la consueta sicumera il direttore liblab dell’Istituto ricerche economiche (IRE) Rico Maggi; ovviamente per puntellare le posizioni politiche del suo partito.
Ed invece adesso a scoprire l’acqua calda arriva una ricerca realizzata dalla Banca Cler e dal BAK Economics. Dallo studio emerge che in Ticino il reddito mediano (il 50% della popolazione guadagna di più, il 50% di meno) è molto basso. In effetti è il secondo peggiore della Svizzera (solo il Vallese si trova dietro di noi).
Il reddito medio è più alto, ma semplicemente perché in questo caso fa stato la famosa poesia di Trilussa sulla statistica e sui polli. Se X mangia due polli e Y ne mangia zero, in media ne hanno mangiato uno a testa; però nella realtà le cose stanno ben diversamente. Il reddito medio ticinese risulta infatti in leggera progressione solo perché sono aumentate le disuguaglianze. I ricchi sono diventati sempre più ricchi, e quindi alzano la media.
Ringraziamo il triciclo
Come spiegano i ricercatori della Banca Cler e del BAK i bassi redditi in Ticino? Risposta: con la “vicinanza” (eufemismo) con l’Italia, che spinge i salari al ribasso. Inoltre in questo sfigatissimo Cantone un terzo dei lavoratori “è costituito da frontalieri che hanno pretese salariali nettamente inferiori rispetto a quelle degli svizzeri”. Traduzione: l’invasione da sud voluta dal triciclo PLR-PPD-P$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi) genera dumping salariale; di conseguenza, gli stipendi in Ticino sono spinti costantemente verso il basso e diventano sempre più italiani! Per contro, il costo della vita non è minimamente influenzato dall’invasione da sud: rimane svizzerissimo. Tanto per non farci mancare niente, siamo uno dei Cantoni con i premi di cassa malati più alti.
Morale della favola: i ticinesi diventano sempre più poveri!
Dopo 50 fette…
Ohibò: dopo averne mangiate 50 fette, anche i ricercatori del BAK e della Banca Cler si sono accorti che era polenta!
In prima fila a sostenere istericamente le frontiere spalancate, denigrando ed insultando chi non è d’accordo, sono i $inistrati ro$$overdi, compresi i $indakalisti. Quelli che dovrebbero difendere i lavoratori ticinesi (ah ah ah), ed invece difendono solo i permessi G ed i migranti economici.
La libera circolazione delle persone ha devastato il mercato del lavoro ticinese, rendendo i nostri lavoratori sempre più poveri e precari. Per questo ci sono dei precisi responsabili: i soldatini della partitocrazia spalancatrice di frontiere. I quali, non ancora contenti, intendono ulteriormente impoverire la gente con una pletora di demenziali ecotasse ed ecobalzelli prelevati in nome dell’isterismo climatico per il tramite della disastrosa nuova legge sul CO2 (che per fortuna è stata referendata). Una vera e propria rapina, e per i ro$$overdi non è che l’inizio: in futuro il salasso dovrà (?) aumentare, altrimenti i balzani obiettivi climatici (?) non vengono raggiunti!
Kompagni, ma andate a Baggio a suonare l’organo! Voi e gli obiettivi climatici!
Frontalieri in aumento
A seguito della crisi economica da stramaledetto virus cinese – ed in particolare in conseguenza del catastrofico lockdown che viene prolungato ad oltranza dal kompagno Alain Berset (P$$) poiché la campagna di vaccinazioni gestita dal $uo Dipartimento è un FLOP – in Ticino la disoccupazione ha già cominciato ad aumentare drasticamente. Però il numero dei frontalieri cresce! I posti di lavoro diminuiscono, i permessi G salgono: i disoccupati “da covid” saranno quindi in massima parte ticinesi. E per questo possiamo ringraziare, per l’ennesima volta, la partitocrazia eurolecchina. La quale, oltretutto, rifiuta con stizza di applicare un qualsiasi straccio di preferenza indigena. Risultato: entriamo nella “peggiore crisi economica del dopoguerra” (cit. governicchio federale) senza uno straccio di protezione dei lavoratori locali, ma permettendo che questi vengano soppiantati da frontalieri. Grazie, triciclo!
Bloccare i ristorni
Come poi ha evidenziato la Lega in un comunicato trasmesso venerdì (vedi a pag. 24) la catastrofe provocata in Ticino con la libera circolazione delle persone rende indispensabile un aumento massiccio dei contributi federali di perequazione, al momento attestati su livelli ridicoli (44 milioni di Fr all’anno contro i 785 del Vallese, tanto per fare un paragone).
Ed ovviamente i ristorni dei frontalieri, ormai vicini ai 100 milioni di Fr all’anno, vanno trattenuti in Ticino per le esigenze dei ticinesi.
Lorenzo Quadri