Prenotare il transito al Gottardo? Pensiamo invece alla tassa d’entrata per frontalieri!
Come ogni anno a Pasqua, anche questa volta ai portali del tunnel autostradale del Gottardo si sono create colonne chilometriche. Peggiorate ulteriormente dall’ intervento di un gruppo di delinquenti climatici. Costoro hanno pensato bene di incollarsi all’asfalto; osiamo sperare che verranno sanzionati in maniera esemplare.
Ebbene, questa volta il Canton Uri ha deciso di reagire. Così, come abbiamo letto di recente, il parlatoio urano ha votato all’unanimità una mozione che chiede al governicchio federale di “esaminare un sistema di prenotazione per il transito attraverso il Gottardo”.
Una simile trovata non è nuova. Sotto le cupole bernesi, i $inistrati la accarezzano da tempo. Poiché i kompagni odiano gli automobilisti, ben si capisce che l’obiettivo è quello di inventarsi l’ennesima penalizzazione a loro danno. Inoltre, non ci vuole molta fantasia per prevedere che all’eventuale obbligo di prenotazione verrebbe ben presto aggiunto anche un obbligo di pagamento, sottoforma di pedaggio.
Nessuna precedenza indigena
La proposta urana è una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi). Il Ticino non la può accettare. Stupisce che non ci sia ancora stata una presa di posizione ufficiale. Questo sfigatissimo Cantone risulterebbe penalizzato. Tagliato fuori dal resto della Svizzera. In nessun altro tunnel elvetico esiste infatti un sistema del genere.
Prendiamo dunque atto che la $inistra vuole isolare il Ticino.
Anche dal punto vista pratico, la proposta è una ciofeca. Infatti, implicherebbe la creazione di enormi aree di sosta (parcheggi a cielo aperto), a nord e a sud della galleria, per i veicoli in attesa; e la superficie necessaria neppure c’è.
Il passaggio sotto il traforo, nelle intenzioni dei promotori, andrebbe prenotato tramite un’apposita app. Ma va’ a da via i ci-app! Mica tutti sono nativi digitali. E’ poi scontato che questi nuovi ostacoli sull’autostrada del Gottardo spingeranno gli automobilisti a cercare vie alternative, andando ad infesciare i passi alpini.
Ma soprattutto, i veicoli svizzeri non avrebbero la precedenza su quelli stranieri. Una “priorità indigena” sarebbe contraria al divieto di discriminazione contenuto nel fallimentare accordo bilaterale con l’UE sul traffico terrestre.
E’ chiaro che ci troviamo davanti all’ennesima cavolata mirata a mazzuolare la mobilità individuale. Gli svizzerotti pagano la rete delle strade nazionali, però non potranno più utilizzarla liberamente!
Transito parassitario
E’ chiaro: le code al Gottardo non entusiasmano nessuno. Ma è ovvio che la soluzione non può essere quella di discriminare il Ticino per fare un favore agli urani, con tutto il rispetto parlando.
Bisogna invece ostacolare il transito parassitario. Ossia i vacanzieri stranieri che attraversano la Svizzera (e quindi il Gottardo) per recarsi in Italia, e che sul nostro territorio non lasciano nemmeno un copeco. Per gli automobilisti stranieri sì che si possono immaginare prenotazioni o pedaggi! Ma non per gli svizzeri. Se questi automobilisti stranieri sono turisti che pernottano Ticino, il balzello può essere rimborsato.
Ovviamente la partitocrazia eurolecchina obietterà che una simile regola violerebbe l’obbligo di non discriminazione contenuto nel citato accordo bilaterale sul traffico terrestre. Bene, allora si disdice l’accordo in questione. Ma non se ne parla proprio di penalizzare ulteriormente gli automobilisti elvetici in generale, ed il Ticino in particolare, rendendolo ancora di più un paria: l’unico Cantone dove gli altri svizzeri (si pensa in particolare ai turisti) devono prenotare l’accesso.
“Urani abbandonati”? Ossignùr…
Scandalosa l’argomentazione dei politichetti federali fautori della prenotazione dei transiti al Gottardo, vedi tale uregiatto urano Simon Stadler (Simon chi?) o tale kompagno Jon Pult (Jon chi?) grigionese: “Gli abitanti di Uri si sentono abbandonati”.
Ah, ecco. Se gli urani si sentono abbandonati per le code al Gottardo a Pasqua, cosa dovrebbero dire i Ticinesi, invasi tutti i giorni da 80mila frontalieri – con colonne annesse – a seguito della devastante libera circolazione delle persone che ci viene imposta dal resto della Svizzera, dal momento che gli elettori di questo Cantone l’hanno sempre rifiutata?
E’ lampante che prima si introduce una tassa d’entrata per i frontalieri, e pure un numero chiuso ai pendolari italici che entrano uno per macchina; misure che la Lega chiede da anni. Da notare che la tassa d’entrata per frontalieri adesso la domanda anche il Consiglio cantonale dei giovani con la sua risoluzione per il 2023.
Quando i citati provvedimenti saranno realtà, si potrà cominciare ad occuparsi delle code pasquali al Gottardo che disturbano gli urani. Ma ci devono essere delle priorità!
Lorenzo Quadri