Attrattività per le imprese: il nostro Cantone è messo malissimo. Chi ringraziamo?
E ti pareva! Il Ticino è e rimane fanalino di coda in campo di attrattività per le aziende. Infatti su 26 Cantoni elvetici si piazza ad uno sconcertante 23° posto. Peggio di noi fanno solo i Grigioni, il Giura ed il Vallese.
E qual è il primo handicap di questo sfigatissimo (qui è proprio il caso di dirlo) Cantone? Risposta: la fiscalità delle imprese. Che è tutt’altro che buona. Lo dice lo studio annuale del Credit Suisse pubblicato di recente. Il documento evidenzia, tra l’altro, come la politica fiscale sia una componente centrale per il posizionamento di una località. Sarà anche ovvio, ma è bene ribadirlo. Perché i soliti tassaioli, bramosi di mettere le mani nelle tasche della gente, ed anche in quelle delle imprese, non si fanno problemi a negare l’evidenza e a sostenere che l’imposizione fiscale sarebbe un fattore trascurabile.
Tanti si muovono
In materia fiscale, anche di fiscalità delle imprese, tanti Cantoni si muovono. E migliorano il proprio posizionamento. Il nostro rimane invece incollato sul fondo della classifica. Chiaro: il cosiddetto “centro” PLR-PPD è succube dei tassaioli della $inistra. E costoro, solo a sentire pronunciare le parole “sgravi fiscali”, diventano cianotici.
Ma se pensiamo che perfino il ro$$o Canton Ginevra – è sempre lo studio del Credit Suisse che parla – ha compiuto un balzo in avanti, guadagnando ben 10 posizioni, issandosi così al quarto posto nella classifica nazionale, abbiamo poco da stare allegri. Assieme a Friburgo, Ginevra è il Cantone emergente dell’anno 2019. E noi? Fermi al palo!
Il partito del “buongoverno” PLR, che da tempo immemore dirige il DFE e si picca di essere “il partito dell’economia”, non ha nulla da dire al proposito?
Manodopera qualificata
Un altro elemento di attrattività è la presenza di manodopera qualificata. Anche in quest’ambito si osserva che il Ticino è penalizzato… ed indovinate da cosa? Ancora una volta, dalla devastante libera circolazione delle persone! Nella maggior parte dei Cantoni i pendolari ed i frontalieri dispongono in media di un’istruzione superiore, o almeno pari, rispetto alla popolazione residente. Dunque, arriva un po’ di quella “manodopera qualificata” con cui la partitocrazia si sciacqua la bocca senza ritegno prima di ogni votazione popolare sulla libera circolazione delle persone.
In Ticino si assiste invece, caso unico in Svizzera, al fenomeno contrario. I frontalieri sono meno formati dei residenti. E quindi spingono verso il basso il tasso generale di istruzione dei lavoratori. Di conseguenza, questo sfigatissimo Cantone diventa attrattivo solo per quelle aziende che cercano personale frontaliero poco formato e a basso costo. Quelle che non creano valore aggiunto e che si limitano a sfruttare il territorio.
Creare occupazione
E’ evidente che essere attrattivi per le imprese significa creare posti di lavoro sul territorio. Ma il nostro Cantone è, per l’appunto, il quartultimo nella classifica dell’attrattività! Un posizionamento che deve preoccupare. Anche perché la crisi economica da stramaledetto virus cinese porterà ad una catastrofe occupazionale. La creazione di nuovi impieghi sarà dunque la prima priorità. E dovrà trattarsi di posti di lavoro per i residenti. Non per i frontalieri!
Già, perché sono anni che il numero di nuovi permessi G è praticamente uguale, quando non addirittura superiore (!), a quello dei posti di lavoro creati in Ticino. E, se uno più uno fa ancora il bel due di una volta…
Cosa fa la gauche-caviar?
L’attrattività fiscale del Ticino per le aziende è a ramengo, e cosa fa la gauche-caviar? Naturalmente sogna di prendere il virus cinese come scusa per aumentare le tasse! Col risultato di far scappare ulteriori aziende. Mentre nuove attività interessate a venire in Svizzera si guardano bene dal scegliere il Ticino, quando ci sono ben 22 alternative più vantaggiose.
“Grazie” alla devastante libera circolazione delle persone, da noi arriva solo l’imprenditoria-foffa d’Oltreramina, quella gestita da furbetti dell’italico quartierino, i quali magari abusano pure dei crediti covid: a tal proposito aspettiamo sempre di conoscere il numero e l’ammontare monetario degli abusi. Oltre, ovviamente, alla nazionalità dei truffatori.
Giù le mani!
Il messaggio comunque è chiaro: visto che questo Cantone, dal profilo tributario, è già la Cenerentola della Svizzera, un vero inferno fiscale (altro che paradiso), che nessuno si sogni di aumentare le imposte con qualsivoglia pretesto! Né per le persone fisiche, né per quelle giuridiche! Né a livello cantonale, né a livello comunale! Via le mani dalle tasche della gente! Aliquote e moltiplicatori si toccano solo per abbassarli!
Lorenzo Quadri