Altro che votare un nuovo credito quadro: se la vogliono, che la finanzino i privati
Se la partitocrazia pensa di votare il credito di due milioni per tenere in vita artificialmente anche per i prossimi quattro anni un gremio del tutto superfluo, che non osi mai più venire a parlare di “revisione dei compiti dello Stato”. Vero PLR e PPD?
In luglio il CdS ha licenziato il Messaggio per la richiesta di un credito di oltre due milioni di franchetti per la Ticino Film Commission (TFC) per il quadriennio 2018 – 2022. Ovvero, mezzo milione all’anno. L’attuale credito (2014-2018) è infatti agli sgoccioli.
La Commissione della gestione del Gran Consiglio, probabilmente con qualche mal di pancia, ha firmato il rapporto favorevole alla concessione del credito. Vi ha però aggiunto un emendamento in base al quale, dopo un biennio, la TFC dovrà presentare al Consiglio di Stato ed alla Commissione della gestione una valutazione del proprio operato (autocertificazione?) con una proposta di finanziamento alternativo. Aria fritta: il compito alla TFC di cercarsi fonti di finanziamento alternative alle tasche del solito sfigato contribuente era già indicato nel precedente mandato, ma naturalmente non se ne è fatto nulla.
Il parlamento deciderà sul nuovo credito quadro nella seduta che inizia domani.
Si sarà capito che non ci sta bene regalare altri due milioni di Fr (soldi pubblici) alla Ticino Film Commission. Questo per vari motivi.
Indotti?
Cominciamo dai tanto magnificati indotti. Nel Messaggio, il governicchio si sdilinquisce sui 3500 pernottamenti che avrebbe generato la Ticino Film Commission tra il 2015 ed il 2017. Peccato che 3500 pernottamenti in tre anni facciano poco più di 1000 pernottamenti all’anno. In Ticino i pernottamenti annuali sono 2.5 milioni. Si converrà che i 1000 in più non possono aver cambiato le sorti della Repubblica e Cantone. A maggior ragione se si pensa che ognuno di questi 1000 pernottamenti è costato 500 Fr al solito sfigato contribuente ticinese, dal momento che (come detto) ogni anno la TFC si succhia mezzo milione!
E i soldi privati?
Poi il finanziamento. La Ticino Film Commission è finanziata interamente dal Cantone. Come detto, le era stato attribuito il compito di cercarsi fonti di sostentamento alternative alle casse statali. Ovvero fonti private. Infatti, visto che i benefici – o presunti tali – derivanti dalla presenza di questa commissione vanno solo ai privati, non si capisce perché invece le spese dovrebbero essere accollate in toto all’ente pubblico.
Inutile dire che l’esercizio di ricerca di fondi privati è miseramente fallito (ammesso che sia stato tentato). Di soldi privati non ne arrivano (chissà come mai, se gli indotti generati dalla commissione sono così importanti?). E il solito sfigato contribuente viene chiamato a metterci una pezza. Non è così che funziona.
Il Festival
Già che ci siamo, si potrebbe anche obiettare che la TFC prevede di versare annualmente 130mila Fr di incentivi, mentre gli stipendi ai suoi dipendenti ammontano a 220mila cucuzze.
La voce “stipendi” è dunque parecchio più elevata di quella “incentivi”. Ciò significa che siamo di fronte ad un piano occupazionale.
Quanto al Festival del cinema di Locarno: evidentemente non ha bisogno della Film Commission, dal momento che esiste da oltre settant’anni, mentre la TFC è operativa dal 2015. Si potrebbe anche disquisire sul fatto che il presidente della Film Commission sia il vicepresidente cantonale del PLR Nicola Pini, il quale non risulta disporre di particolari competenze né cinematografiche né turistiche. Ah già, ma Pini è del partito “giusto”: sicché le competenze sono date a prescindere.
Alla faccia dei compiti fondamentali!
Senza contare che da tempo immemore i politicanti di questo sfigatissimo Cantone si sciacquano la bocca con la panzana della “revisione dei compiti dello Stato”. Dove per revisione si intende riduzione. Invece l’unica revisione che si fa è quella al rialzo, e nümm a pagum. Osiamo sperare che nessuno pretenderà di venirci a raccontare che la Ticino Film Commission sarebbe un compito fondamentale dello Stato: perché gli ridiamo in faccia.
Uno spassionato suggerimento a chi si interessa di turismo: invece di inventarsi crediti quadro da due milioni per quattro anni per finanziare commissioni inutili, ci si chieda come mai a Como hanno così tanti turisti che non sanno più nemmeno dove metterli, mentre in Ticino…
Inoltre: se la TFC ha tutta questa pretesa valenza turistica, che la finanzi Ticino Turismo. Ma con i soldi che ha già a disposizione, evidentemente. Senza chiedere un centesimo in più.
Lorenzo Quadri