Osservatorio sul mercato del lavoro: dei nuovi impieghi beneficiano solo i frontalieri

Governicchio federale, sveglia! La libera circolazione senza limiti non è più sostenibile. Urgono clausole di salvaguardia, come da richiesta della Lega!

La SECO, Segreteria di Stato per l’economia, è nota soprattutto per le statistiche farlocche sulla disoccupazione, mirate ad imboscare la realtà a scopo di politichetta eurolecchina.

In queste statistiche non figurano infatti i senza lavoro, ma solo gli iscritti agli Uffici regionali di collocamento.  Le persone finite in assistenza, in AI, o a carico di congiunti (ad esempio del coniuge) non appaiono; queste ultime, in particolare, spariscono da tutte le statistiche.

Nei giorni scorsi la SECO ha pubblicato il 18esimo rapporto delsuo Osservatorio sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera ed UE.

Nel documento si scrive, udite udite, che il mercato del lavoro ticinese va monitorato. Perché evidentemente c’è qualcosa che non va.

Come ben sappiamo, altro che “monitorare”: occorre intervenire, econ mano pesante.  E’ tuttavia significativo che la SECO si sia – leggermente, per carità – discostata dal consueto “l’è tüt a posct”, dal negazionismo puro e duro.

Dei nuovi impieghi…

Come sappiamo in Ticino i frontalieri continuano ad aumentare:ormai costituiscono un terzo dei lavoratori (quando la media nazionale naviga attorno al 6-7%).

Nel nostro Cantone, il numero dei permessi G è aumentato del 66% (!) in soli 10 anni. I due terzi dei frontalieri lavorano nel settore terziario, dove non c’è alcuna carenza di manodopera indigena. Ed infatti il rapporto dell’Osservatorio ammette che il tasso di partecipazione dei residenti al mercato del lavoro ticinese non è cresciuto negli ultimi 5 anni: questo significa che dei nuovi impieghi che sono stati creati hanno beneficiato soltanto i frontalieri.

Quanto ai salari, in questo sfigatissimo Cantone sono i più bassi della Svizzera, e il divario cresce sempre più.

Regalo doppio

Il rafforzamento del franco, oltretutto, giova ai frontalieri: per loro comporta di fatto un aumento in busta paga. Una vera manna. Che si somma al risparmio sulla benzina. Il governo italiano ha da mesi introdotto gli sgravi fiscali sul carburante. A Berna, invece,la partitocrazia non ne vuole sapere. Incluso il sedicente “centro” PLR-PPD. Esso è da tempo ridotto a ruota di scorta della $inistraro$$overde odiatrice degli automobilisti. Tuttavia i suoi politicanti cadregari infiltrano senza vergogna le associazioni che dovrebbero difendere gli interessi dei conducenti: vedi TCS ed ACS.

Morale della favola: i “nostri” sono sempre più svantaggiati in casa propria, gli altri sempre più favoriti! Avanti, continuiamo a fomentare l’invasione da sud…

Gli asini volano

In tempi recenti la ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) davanti al parlatoio federale cianciava che 75mila frontalieri in continuo aumento sono una figata pazzesca per il Ticino. Da notare che ai permessi G vanno aggiunte svariate migliaia di padroncini e distaccati. Ed a questi ultimi la partitocrazia bernese rifiuta di applicare i salari minimi, permettendo alle ditte estere di fare concorrenza sleale a quelle locali.

Il Ticino, secondo gli sproloqui di Ka-Ka-eS, sarebbe “vittima del suo successo”. L’esplosione del frontalierato gioverebbe anche all’occupazione dei residenti. Certo, come no! E gli asini volano!

Adesso a smentire la “grande statista” del fu partitone arrivano pure i fidi galoppini della SECO: è tutto dire.

Politiche deleterie

Nei giorni scorsi si è pure appreso che nel primo semestredell’anno di disgrazia 2022 i fallimenti aziendali in Svizzera sono aumentati addirittura del 41% rispetto allo stesso periodo del 2021. E’ la conseguenza, non ci voleva una grande fantasia per immaginarlo, della fine degli aiuti covid. Ovviamente questi fallimenti avranno conseguenze occupazionali: chi perderà il posto? Frontalieri o residenti?

Tanto per non farsi mancare niente, la $inistra ro$$overde -nell’ennesima dimostrazione di stoltezza ed andando a manina con una buona parte degli odiati “padroni” (e già questo la dice lunga)- continua a magnificare il telelavoro. Dimenticandosi che esso è deleterio per l’occupazione in Ticino. Dà infatti la possibilità ad imprese “con scarsa sensibilità sociale” (eufemismo) di assumere stranieri al posto di ticinesi, e di farli poi lavorare da casa; ovviamente non a stipendi svizzeri.

Come se non bastasse, l’occupazione in Ticino dovrà fare i conti con i danni collaterali della politichetta mainstream. Solo un paio di esempi tra i tanti possibili:

Se anche da noi le auto a benzina verranno messe fuori legge sul modello UE, in Svizzera si perderanno migliaia di impieghi.
Le sanzioni-boomerang contro la Russia, con il blocco illegale dei fondi dei cosiddetti oligarchi, causeranno l’ennesimo disastro sulla piazza finanziaria elvetica (leggi: fuggi-fuggi di clienti).
Le stesse sanzioni-boomerang provocano l’aumento del costo della vita, con conseguente diminuzione dei consumi che a sua volta genera fallimenti e dunque perdita di posti di lavoro.

Clausole di salvaguardia

E in simili condizioni, qualcuno pensa ancora di andare avanti conla libera circolazione delle persone senza limiti?

Gli impieghi in Ticino diminuiscono, ma noi teniamo le porte spalancate all’arrivo di lavoratori residenti all’estero che soppiantano quelli locali? Ma si può essere più fessi di così? E’ovvio che servono delle clausole di salvaguardia: la Lega le chiede da un pezzo!

Ka-Ka-eS (PLR) e compagnia cantante, sveglia!

Lorenzo Quadri