Criminali stranieri organizzano spedizioni punitive stile Arancia Meccanica. Qui da noi

Ma come, immigrazione non doveva essere uguale a ricchezza? Ma come, i giovani stranieri che delinquono non erano tutta una balla della Lega populista e razzista?

Ed invece in questi giorni il Ticino si è dovuto confrontare conl’ennesimo allucinante esempio di criminalità d’importazione. E’ infatti stato celebrato il processo per il tristemente noto pestaggio di Cadempino, avvenuto nel gennaio 2021. Come letto nei resoconti mediatici, si è in realtà trattato di ben tre spedizioni punitive, tutte di inaudita violenza. Il 18enne vittima delle aggressioni è stato legato alla macchina dei suoi aguzzini e trascinato per un centinaio di metri, picchiato, preso a sprangate, costretto a stare aggrappato al tetto dell’automobile mentre questaviaggiava ad elevata velocità, eccetera.

I reati commessi spaziano dal tentato omicidio al sequestro di persona, dalla ripetuta esposizione al pericolo della vita altrui alla reiterata aggressione, il tutto condito con omissione di soccorso, tentata presa d’ostaggio e via elencando.

Gli autori

Simili brutalità costituiscono, alle nostre latitudini, un fatto assolutamente inaudito. E chi sono gli autori? Per buona pace degli immigrazionisti, si tratta di un 27enne italiano, un 32enne colombiano, un 21enne rumeno, due 21enni ed un 22enne apparentemente svizzeri: e al proposito sarebbe utile sapere quanto “svizzeri” sono in realtà costoro (passaporto fresco di stampa?).

Come noto le spedizioni punitive sono scattate per un debito di 2000 franchi legato ad una fornitura di droga: c’è pertanto l’ulteriore aggravante dei futili motivi.

Citus mutus

Fatto sta che ci ritroviamo in casa personaggi stranieri che riproducono in Ticino scene che nemmeno nelle peggiori favelasdi Rio de Janeiro. E chi ringraziamo? Ma ovviamente gli spalancatori di frontiere multikulti! Quelli che, ma guarda un po’, adesso tacciono omertosi. Mentre invece, per ogni mezzo cip di “destra”, si mettono a starnazzare all’allarme fascismo.

Dove sono, davanti alle tre spedizioni punitive, gli approfondimenti mediatici della stampa di regime sulla violenza d’importazione? Dove sono i dibattiti? E chissà come mai nessuno ricorda che fino all’80% degli ospiti delle nostre carceri simili ad alberghi non è cittadino elvetico?

Se degli aggressori svizzeri avessero fatto ad uno straniero anche solo un terzo di quel che ha combinato la scellerata combriccola d’importazione, sarebbe scoppiato il finimondo, con tanto di manifestazioni di piazza.

Pure mantenuti?

Il giudice Amos Pagnamenta, nell’annunciare la sentenza di condanna, ha inoltre parlato di “un sottobosco di giovani nullafacenti che hanno commesso torture verso un coetaneo come fosse un videogioco”. Nullafacenti? Vuoi dunque vedere che questi delinquenti stranieri li abbiamo pure mantenuti con i nostri soldi?

Non si capisce inoltre come mai l’espulsione sia stata decretata nei confronti di uno solo dei facinorosi stranieri e non di tutti. Questa feccia d’importazione non è degna di stare in Svizzera. Föö di ball!

Chi ringraziare

Se le parole hanno ancora un senso, quelle del magistrato (“sottobosco di giovani nullafacenti”) indicano che non si tratta di un “caso isolato” bensì della punta dell’iceberg. Quindi, che i politicanti triciclati non tirino fuori il solito trito mantra del – appunto – “caso isolato”, nel vano tentativo di giustificare l’ingiustificabile: perché gli ridiamo in faccia. Quanti “casi isolati” si sono già registrati negli ultimi anni? E chi ringraziamo per questa sfilza di casi isolati? Ma sempre le politiche migratorie scriteriate imposte dalla casta, ça va sans dire!

Il tabù della casta

Anche il Gigi di Viganello l’ha ormai capito da parecchio tempo: la criminalità d’importazione è tabù per la partitocrazia spalancatrice di frontiere e per la stampa di regime al suo servizio (quella che pretendeva di mungere ulteriori soldi del contribuente).

Sicché, sugli aspetti “etnici” di spedizioni punitive degne di Arancia Meccanica, i pennivendoli sorvolano. Per contro, ampio spazio viene concesso:

alle ciance delle due sedicenti esperte del bidONU (il qualenella crisi ucraina ha di nuovo confermato la propria totale inutilità): quelle che farneticano di “razzismo sistemico” in Svizzera, blaterando pure di colonialismo.
Alle balle di fra’ Luca degli avvocati del delinquente “non patrizio” Carlos-Brian (quanti milioni è già costato alla collettività?).
Alle boiate della Commissione federale contro il razzismo, che va abolita subito.
Alla pretese dei soliti politichetti di rendere le naturalizzazioni agevolate ancora più facili, sottintendendo ovviamente che le regole attuali, peraltro votate dal popolo, sarebbero espressione di chiusura e razzismo.
A chi, magari in arrivo da oltreramina, ciancia del sistema d’asilo svizzero “disumano” (malgrado i costi miliardari!).
Eccetera eccetera!

Espulsioni farlocche

I fatti, sosteneva qualcuno, sono testardi. Ed i fatti ci dicono una cosa: in Svizzera non esiste un problema di razzismo. Esiste invece un problema di criminalità importata. E si tratta di criminalità feroce: non di ladri di ciliegie.

A proposito: a che punto siamo con le espulsioni dei delinquenti stranieri, votate dal popolo? Quando, nel febbraio 2016, i cittadini furono chiamati ad esprimersi sull’iniziativa di attuazione (delle espulsioni), il governicchio federale promise che le nuove norme, volute dal parlamento, avrebbero consentito di allontanare dalla Svizzera 4000 delinquenti stranieri ogni anno. Ai tempi le espulsioni annuali erano circa 500. Dunque, nel recente passato,questa cifra avrebbe dovuto aumentare in modo massiccio. Invece le cose non sono andate così. I cittadini sono stati infinocchiati ancora una volta. Qui sì che c’è da scandalizzarsi! Altro che “razzismo sistemico”, altro che “naturalizzazioni troppo difficili”!

Lorenzo Quadri