La differenza con il resto della Svizzera è sempre più stridente: grazie, Triciclo!

Niente di nuovo sotto il sole! Dall’ultimo rapporto dell’Ufficio federale di statistica emerge che il divario tra i salari ticinesi e quelli del resto della Svizzera continua ad aumentare. In altre parole: il Ticino diventa sempre più il parente povero!

Nel nostro Cantone la remunerazione mediana è di 5546 franchi al mese. Tutte le altre regioni sono ben oltre i 6000 Fr, con un picco di 7113 a Zurigo. La mediana nazionale è di 6665 franchi mensili. Le cifre sono riferite alla situazione nel 2020.

Il costo della vita in Ticino rispetto al resto del Paese, però, non è necessariamente inferiore. Anzi: i premi di cassa malati sono addirittura più elevati!
Il motivo di questo sfacelo è chiaro anche al Gigi di Viganello: l’invasione da sud voluta dalla partitocrazia, che ha generato i ben noti fenomeni di sostituzione dei lavoratori residenti con frontalieri pagati meno (soppiantamento e dumping salariale).

Il disastro ticinese si consuma malgrado siano in vigore la ciofeca denominata “preferenza indigena light” come pure 20 contratti normali di lavoro, quando nel resto dalla Svizzera ce ne sono 10! A conferma che le magnificate misure accompagnatorie sono solo cerotti sulla gamba di legno!

Poiché la deleteria invasione di frontalieri e padroncini ancora non bastava, adesso la casta spalancatrice di frontiere – $inistrati in primis – vorrebbe “integrare” sul mercato del lavoro ticinese svariate migliaia di profughi ucraini!

Gli imprenditori “con scarsa sensibilità sociale”, magari nemmeno svizzeri, già si fregano le mani: altra manodopera a basso costo da assumere al posto dei residenti. Oltretutto con il pretesto buonista della “solidarietà”!

Fino a quando si pensa di andare avanti con questo andazzo?

Lorenzo Quadri