Frontalieri a quota 76mila, 2000 in più nel Terziario. Ma per l’IRE “l’è tüt a posct

E ti pareva! Per colpa della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, in questo sfigatissimo Cantone è stata sfondata anche la quota di 75mila frontalieri.

Secondo gli ultimi dati (pubblicati la prima settimana di agosto)siamo ormai a 76mila: ovvero mille in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno!

Quando arriveremo ad 80mila, i politicanti triciclatiorganizzeranno un party?

Altro che “carenza”

Qual è il settore in cui i frontalieri sono aumentati maggiormente? Si tratta, ma guarda un po’, del Terziario. Quello dove non c’è alcuna carenza di manodopera locale. Eppure i permessi G sono cresciuti di oltre 2000 in un anno, passando dai 48’200 del secondo trimestre 2021 ai 50’400 nel 2022!

E se i frontalieri in un anno sono aumentati in totale di 1000 unità, ma nel solo Terziario la crescita è di oltre 2000, ciò vuol dire che in altri ambiti – ovvero quelli  “tradizionali” come edilizia ed industria – i pendolari italiani sono addirittura calati.

Quindi, che la si piantasse una volta per tutte di rifilarci la fanfaluca dei frontalieri che risponderebbero a non meglio precisate “penurie” (termine alla moda) di manodopera residente:perché sono balle di fra’ Luca!

I permessi G esplodono nei lavori d’ufficio! Dove il personale locale, ben lungi dall’essere carente, è addirittura in esubero! (A proposito: è forse ora di rendersi conto che certe scuole e formazioni “commerciali” sono delle fabbriche di disoccupati).

Quindi, come la Lega ed il Mattino predicano da ormai oltre due decenni, il fenomeno di sostituzione dei lavoratori locali con frontalieri è manifesto ed innegabile. Con tutti i suoi annessi e connessi, a partire dal dumping salariale!

Aumento di salario

Intanto i frontalieri, grazie al rafforzamento del franco, beneficiano di fatto di un aumento in busta paga. Ed in più possono pure contare sugli sconti sulla benzina decisi dal governo italico. Sconti che invece noi ci sogniamo: perché a Berna la partitocrazia non li ha voluti! Grazie, Triciclo! In compenso, ci smazzeremo l’ennesima stangata nei premi di cassa malati.
Insomma: i frontalieri stanno sempre meglio, i ticinesi sempre peggio!

La grande bufala

La storiella della “carenza di personale qualificato” che viene evocata – non solo in Ticino ma a livello nazionale – a giustificazione della politica delle frontiere spalancate, è unafetecchiata di proporzioni epiche: in 20 anni di immigrazione incontrollata, i residenti in Svizzera sono aumentati di qualcosa come il 21%, una percentuale che non esiste da nessun’altra parte in Europa, ed a cui vanno ancora aggiunti i frontalieri! Eppure i soliti noti hanno ancora il coraggio di sostenere che in Svizzera mancherebbe manodopera qualificata… e quindi devonocontinuare ad entrare tutti?

Se dopo due decenni di frontiere spalancate, con le devastanti conseguenze demografiche testé citate, c’è ancora carenza di manodopera qualificata, vuol dire che la libera circolazione delle persone è un FALLIMENTO su tutta la linea! Che essaha infesciato il Paese di immigrati che NON rispondono alle (presunte) necessità dell’economia! E quindi va fatta saltare subito!

In questo sfigatissimo Cantone non solo i frontalieri rappresentanoormai un terzo degli occupati, ma i lavoratori svizzeri sono solo il 48% del totale. Siamo quindi in minoranza in casa nostra. Avanti di questo passo, “grazie” alla partitocrazia eurolecchina ed alla stampa di regime che la sostiene, il destino dei ticinesi è segnato: quello degli indiani nelle riserve, come recitava un lungimirante manifesto della Lega di una quindicina d’anni fa!

Il colmo è che oltreramina si trova sempre qualche giornalaio, o politicante in fregola di visibilità mediatica, pronto a berciare accuse di razzismo nei confronti dei ticinesi. Se nelle provincie di Como e Varese i vicini a sud avessero il 33% degli impieghioccupati da ticinesi ed i loro lavoratori a casa in disoccupazione,avrebbero già costruito un muro sul confine che Orban scansati!

Ohibò: gli stranieri sono il 52%, quindi la maggioranza, dei lavoratori attivi in Ticino; però, secondo la casta, dovremmo farne entrare ancora di più abboccando alla fregnaccia della “penuria” di manodopera qualificata? Qui qualcuno deve essere caduto dal seggiolone da piccolo.

IRE funesta

Errare è umano, perseverare diabolico: nel commentare l’ultima impennata del numero dei frontalieri, all’IRE ancora tentano di far credere che sia “tüt a poscht”! Che soppiantamento e dumping salariale siano “solo percezioni” (cit. Rico Maggi)!

Nessuna sorpresa, dal momento che l’IRE (Istituto ricerche economiche) è riuscito nell’ardua impresa di pubblicare studi sul frontalierato, realizzati da ricercatori frontalieri o ex frontalieri, finalizzati a sostenere che l’invasione da sud non provoca alcun problema ed anzi è una figata pazzesca.

Ancora una volta l’Istituto non trova di meglio che evocare le statistiche farlocche della SECO sulla disoccupazione, le qualiconteggiano solo gli iscritti agli Uffici regionali di collocamento! Che sono, però, la metà delle persone in cerca d’impiego, come indica la stessa SECO! E stiamo parlando solo delle cifre ufficiali:per cui figuriamoci quelle reali! Ci sono persone che ormai hanno rinunciato a cercare un’occupazione, le quali non figurano più su nessuna statistica.

Il tasso di disoccupazione SECO è semplicemente uno specchietto per le allodole, privo di qualsiasi valore! Ed infatti l’indicatore usato a livello internazionale, l’ILO, racconta tutta un’altra storia sul mercato del lavoro ticinese: il tasso di disoccupazione ILO di questo sfigatissimo Cantone è più alto di quello della Lombardia, oltre che di un terzo superiore alla media svizzera. Sicché, signori dell’IRE, altro che venirci a raccontare, profumatamente pagati con i nostri soldi, che “tout va bien, Madame la Marquise”!

A proposito: quanti frontalieri lavorano all’IRE? Forse che non si sono trovati profili idonei tra i residenti? Ma va là!

Richiesta realistica

Del resto neppure la stessa SECO, nell’ultimo rapporto del suo Osservatorio sulla libera circolazione delle persone, riesce a nascondere lo sfacelo dell’occupazione in Ticino. A denti stretti ammette che “la situazione va monitorata”: è tutto dire!

E’ ovvio che “monitorare” non basta. Servirebbe uno stop al rilascio di nuovi permessi G!

O come minimo – e questa è una richiesta realistica – l’introduzione di clausole di salvaguardia a tutela del mercato del lavoro ticinese, come da mozione leghista a Berna! Clausole che peraltro sarebbero anche nell’interesse della fascia italiana di confine. Lì l’esplosione del frontalierato si traduce in “fuga di cervelli” e deindustrializzazione.

Ma naturalmente il governicchio federale, a partire dalla ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) non ci sente! Frontiere spalancate über Alles!

Grazie, ex partitone!

Lorenzo Quadri