I kompagni vogliono il voto a 16 anni. Ma i migranti devono restare minorenni fino a 21

Come volevasi dimostrare la Lega ed il Mattino ancora una volta avevano ragione: sta tornando il caos asilo! I dati appena diffusi dalla SEM, Segreteria di Stato della migrazione, non lasciano molti dubbi: nel mese di maggio sono state depositate in Svizzera 1029 domande d’asilo, ovvero 179 in più rispetto ad aprile. L’aumento è però clamoroso sull’arco dei 12 mesi: + 650 rispetto al mese di maggio del 2020. E’ vero che l’anno scorso c’era il lockdown; ma questa è l’ulteriore conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che gli “asilanti” che arrivano da noi sono finti rifugiati che non scappano da nessuna guerra. Infatti seguono i flussi turistici. Adesso che le SERRATE vengono tolte un po’ ovunque, ecco che l’assalto alla diligenza riprende vigore.

Le notizie dall’Italia

Del resto, le notizie dall’Italia non lasciano spazio a dubbi. I finti rifugiati, trasportati dai passatori delle ONG, sbarcano a Lampedusa a centinaia per volta. E dopo arriveranno qui. Ma naturalmente la partitocrazia e la stampa di regime (intenta a compiacere la casta nella speranza di mungere più sussidi statali) non hanno nulla da dire. I finti rifugiati raggiungeranno il Ticino magari portando pure la variante delta dello stramaledetto virus cinese: nei giorni scorsi tra i migranti sbarcati in Sicilia sono stati scoperti 10 casi di positività. Ma bene!

Minorenni a vita?

A onor del vero la partitocrazia qualcosa sul tema finti rifugiati l’ha detto: la kompagna senatora Marina Carobbio ha presentato un’interpellanza al governicchio federale in cui chiede che i migranti non accompagnati vengano considerati minorenni fino a 21 anni. Ah, ecco. A parte il fatto che questi “minorenni” distruggono i documenti e si spacciano per “minorenni” fino a quarant’anni: eccole qua, le grandi preoccupazioni della $inistra! La gauche-caviar se le inventa tutte, pur di favorire l’immigrazione clandestina di finti rifugiati con lo smartphone che non scappano da nessuna guerra. E per metterli tutti a carico del contribuente forniti di ogni sorta di “accompagnamenti”, ovviamente sempre pagati da noi. Così le associazioni rosse contigue al PS possono lucrare con l’industria dell’asilo.

Difendere i lavoratori? Mai! Sempre dalla parte di chi arriva per farsi mantenere!

E poi, i conti non tornano: ma come, non sono proprio i $inistrati quelli a volere il diritto di voto – e magari pure di eleggibilità – a 16 anni, ovviamente nella speranza di fabbricarsi nuovi elettori?

Per la loro politichetta pro-saccoccia, i kompagni pretendono di introdurre la maggiore età a 16 anni. Però se si tratta di finti rifugiati… si resta minorenni fino a 21!

Sempre più disagi

Con l’arrivo della stagione calda, per gli abitanti dei comuni che hanno la sventura di trovarsi un centro asilanti sul proprio territorio i disagi si moltiplicano: vandalismi, furti, schiamazzi, ubriachezza molesta sono all’ordine del giorno. Soprattutto da parte di giovani magrebini. Come confermava di recente il direttore del DI Norman Gobbi su queste colonne, la polizia cantonale, come pure le comunali, sono “spesso sollecitate da cittadini esasperati”. Se al bel tempo si aggiungono gli aumenti numerici…

Non è un caso

Non ci vuole molta fantasia per immaginare che, malgrado il silenzio della stampa di regime, una nuova ondata di caos asilo sia dietro l’angolo (a proposito: quanti dei finti rifugiati sono islamisti radicalizzati?).  I numeri e le notizie in arrivo da sud non lasciano grandi dubbi. Del resto se proprio adesso arrivano atti parlamentari P$ come quello indicato sopra, non è certo per caso.

L’esempio danese

Nuova ondata di caos asilo significa, ovviamente, costi. Che, altrettanto ovviamente, non ci possiamo più permettere. Il motivo è noto: la crisi economica da stramaledetto virus cinese. Visto che il mondo è cambiato, deve cambiare anche l’approccio all’immigrazione clandestina. La Danimarca, stato membro UEcon governo socialdemocratico (!), persegue la politica “zero asilanti”. I centri per finti rifugiati li vuole costruire fuori dall’Europa, ovvero in Africa. Le persone che presentano una domanda d’asilo in Danimarca, dunque, durante la procedura non verranno alloggiate in quel paese bensì nel continente nero. Un esempio da seguire anche per la Svizzera! Invece, quanto scommettiamo che i balivi di Bruxelles presto imporranno ai loro camerieri bernesi di accogliere anche migranti che – in base ai trattati internazionali in essere – non spettano al nostro paese? E quanto scommettiamo che il governicchio federale… giù le braghe?

Lorenzo Quadri