Giustamente asfaltata al Nazionale l’iniziativa del Vicolo cieco. Ma il problema resta
Il Consiglio nazionale, come c’era da sperare (ma non si sa mai…) ha asfaltato la famigerata iniziativa del vicolo cieco, detta anche RASA. Si tratta dell’iniziativa lanciata all’indomani del “maledetto voto” del 9 febbraio con l’intenzione di cancellarlo. Un’iniziativa scandalosa ed antisvizzera che non ha (per fortuna) precedenti (e speriamo che non avrà neppure emuli). Un’iniziativa della casta e degli intellettualini di regime: basta vedere la composizione del comitato promotore. Un’iniziativa finanziata da un miliardario residente negli USA; che evidentemente con i problemi della Svizzera (e del Ticino che ha plebiscitato il “maledetto voto”) in regime di devastante libera circolazione non ha nulla a che vedere. In nessun modo li vive sulla propria pelle. Un’iniziativa dell’élite spalancatrice di frontiere contro il popolo becero che osa votare “sbagliato”. Un’iniziativa dell’establishment, che aborre i diritti popolari ma non ha remore nello sfruttarli in modo perverso, per cancellare l’esito delle votazioni sgradite.
Un comitato a sostegno di questa iniziativa è stato creato anche in Ticino, capeggiato da un certo avvocato luganese; quello che si è fatto beccare con le mani nella marmellata mentre distribuiva nottetempo falsi giornali; quello dei Consiglieri di Stato che sarebbero dei “pagliacci”; eccetera eccetera.
Inutile dire che il numero di firme raccolto nel nostro Cantone è stato ridicolo.
Non servono le firme
L’iniziativa è stata respinta dal Consiglio nazionale a larga maggioranza. Ci sarebbe mancato altro, visto che essa è diventata inutile. Infatti in quel venerdì nero della democrazia in Svizzera, ossia il 16 dicembre 2016, il triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali ha rottamato il maledetto voto del 9 febbraio. Si è così scoperto che per prendere a schiaffi i cittadini non c’è bisogno di raccogliere le firme: basta la partitocrazia iscariota. Stupisce quindi che i promotori dell’iniziativa del vicolo cieco non l’abbiano ritirata. Avrebbero fatto meglio a farlo. Se infatti l’iniziativa, come c’è da sperare, verrà asfaltata in votazione popolare, ciò equivarrà ad una riconferma del 9 febbraio. Quindi, ad una bocciatura popolare del compromesso-ciofeca ufficialmente denominato, con un’epica faccia di tolla, “preferenza indigena light”. Malgrado con la preferenza indigena non abbia nulla a che vedere.
Controprogetti?
Vale anche la pena ricordare che il Consiglio federale inizialmente pensava di proporre un controprogetto diretto all’iniziativa RASA. Ma bravi, standing ovation per i camerieri dell’UE: invece di respingere al mittente un’iniziativa sconcia, erano disposti ad inventarsi i controprogetti pur di tenerla buona. Per l’iniziativa per salvare il segreto bancario degli svizzeri, invece, di controprogetti i sette scienziati non ne volevano: quello esistente lo ha elaborato il parlamento. Idem per No Billag.
Controprogetti di matrice ro$$overde a RASA sono stati però presentati in Consiglio nazionale. Obiettivo: inserire di straforo nella Costituzione a) la libera circolazione (vergogna!) e b) la preminenza del diritto internazionale su quello costituzionale svizzero (doppia vergogna!). Queste proposte aberranti sono per fortuna state spazzate via dalla maggioranza dei deputati.
Il problema resta
Intanto però che i politicanti si fanno le pippe mentali sull’iniziava della casta, il problema dell’immigrazione incontrollata resta di prepotente e drammatica attualità.
I camerieri dell’UE continuano a reiterare la fregnaccia che senza la libera circolazione incontrollata la Svizzera non disporrebbe della forza lavoro di cui ha bisogno. Balle solenni! La libera circolazione senza limiti è in vigore dal 2004. Forse che prima l’economia elvetica non disponeva delle risorse estere che le servivano? Non prendiamo la gente per scema. Semplicemente, prima dei bilaterali il nostro paese poteva scegliere di far entrare gli immigrati di cui aveva bisogno. Adesso invece “devono entrare tutti”.
Esigenze dell’economia?
Ed inoltre, alla faccia delle “esigenze dell’economia”, la metà degli 800mila stranieri arrivati nel nostro Paese a seguito della libera circolazione mica lavora! In compenso, provoca costi infrastrutturali, consuma servizi, intasa le strade, fa salire i prezzi degli alloggi, eccetera. Senza contare che nel 2015 gli immigrati hanno versato nelle casse della disoccupazione il 20% in meno di quanto hanno attinto. Da notare che questo dato figura sul rapporto del Consiglio federale sui 15 anni di Bilaterali. Che è un documento di propaganda pro-frontiere spalancate. Sullo stesso rapporto si dice pure che il 70% dei migranti proviene da paesi dove le paghe sono ben inferiori alle nostre. Quindi, si tratta di manodopera estera a basso costo, che mette sotto pressione i salari in Svizzera. E ancora: il tasso di disoccupazione degli europei del sud presenti in Svizzera è del 9%; quello degli europei dell’est, del 12.4%. Contro una media nazionale del 3.7%.
E non stiamo a tirar fuori per l’ennesima volta l’invasione di frontalieri in Ticino con conseguente soppiantamento e dumping salariale.
Ma di tutto questo, è chiaro, l’élite spalancatrice di frontiere, i professorini, gli intellettualini ed i miliardari residenti negli USA che stanno dietro l’iniziativa del vicolo cieco mica si preoccupano. Loro vogliono solo spalancare le frontiere e distruggere quel poco che resta della Svizzera: “devono entrare tutti!”.
Lorenzo Quadri