Lo scorso giovedì il Consiglio nazionale ha approvato con 120 favorevoli, 76 contrari e 2 astensioni la realizzazione del secondo traforo del San Gottardo a scopo di risanamento, senza aumento di capacità (quindi compatibile con l’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi). Il risultato non è sorprendente: rispecchia le maggioranze già manifestatesi al Consiglio degli Stati, rispettivamente nella commissione dei trasporti del Consiglio nazionale, che ha esaminato il dossier Gottardo.
Territorio devastato
Si tratta di scegliere tra due varianti di un risanamento che va comunque fatto: volenti o nolenti. Le opzioni sono due: risanare tramite un apposito tunnel, oppure non scavare il nuovo tunnel e chiudere quello attuale per oltre tre anni durante i lavori. In questo caso i veicoli in transito verrebbero caricati su navette.
Sulle prime, il Consiglio federale voleva chiudere il tunnel per tre anni. Poi ha cambiato idea. Rendendosi conto, tanto per una volta, che quanto si immaginava non stava né in cielo né in terra. Si sarebbero imposti al Ticino oltre tre anni di isolamento con conseguenze economiche ed occupazionali tragiche. Un’inchiesta condotta tra 550 aziende annunciava la perdita di 2000 posti di lavoro. Inoltre: per realizzare le stazioni di trasbordo di Airolo (per le automobili) e di Biasca (per i camion) servirebbero 140mila metriquadri di terreno. Si tratterebbe delle strutture più grandi d’Europa. E noi ce le metteremmo in casa. E questa sarebbe la soluzione appoggiata dagli ecologisti? Una vera devastazione, cui i Comuni interessati, giustamente, si opporrebbero con tutti i mezzi a disposizione. Provocando anni di ritardo sulla tabella di marcia. L’hanno già detto.
Capacità insufficiente
Senza contare che si tratterebbe di una non soluzione, poiché non ci sarebbe capacità sufficiente. Le navette potrebbero trasportare 2400 camion al giorno, quando sotto il Gottardo ne passano 3-4000, e 21’500 auto, quando ne passano fino a 34mila.
Costo vs investimento
E la spesa? Il risanamento senza secondo tubo costerebbe 2 miliardi. Che verrebbero spesi senza alcun ritorno. Quindi un costo secco. Tra 40 anni, al prossimo risanamento, saremmo daccapo: altri 2 miliardi da spendere senza alcun ritorno (anzi).
Il risanamento con nuova canna costerebbe 2.8 miliardi. Ma questo iniziale maggior costo costituirebbe un investimento: il problema sarebbe definitivamente risolto per i prossimi risanamenti.
Inoltre – e questo non viene mai detto – l’esercizio delle navette imporrebbero l’abolizione del divieto di transito notturno per i mezzi pesanti. Cosa che nessuno in Ticino ha mai voluto.
Sicurezza
La seconda galleria permetterebbe di fare un balzo avanti dal profilo della sicurezza. Un tunnel bidirezionale di 17 km non esiste da nessuna parte ed è una trappola mortale in cui, prima di entrare, “ci si tocca”, come ebbe a dire il senatore Pippo Lombardi.
Tutti gli incidenti mortali, l’ultimo dei quali di poche settimane fa, sono avvenuti per collisione frontale. Per non parlare delle svariate decine di feriti gravi. Chi si oppone ad un provvedimento indispensabile per la sicurezza? Proprio gli stessi ambienti rosso-verdi che a Berna hanno fatto passare una riforma grottesca chiamata Via Sicura. Una riforma che fa sì che un eccesso di velocità senza conseguenze pratiche venga sanzionato più pesantemente di una rapina. L’hanno fatta passare, questa aberrazione, in nome della sicurezza.
E allora, kompagni, chi vogliamo prendere per i fondelli? O la sicurezza sulle strade è prioritaria e allora il secondo traforo dovreste votarlo di corsa, oppure la sicurezza è semplicemente un pretesto moraleggiante e politikamente korretto per criminalizzare l’automobilista.
Lo spauracchio inventato
Altro argomento dei contrari: lo spauracchio che, in caso di costruzione del tubo di risanamento, l’UE pretenda l’apertura di tutte e quattro le corsie (quindi non solo una corsia per senso di marcia). A parte che la stessa UE ha già comunicato per iscritto di non avere interesse ad una simile opzione, del resto già adesso la capacità del Gottardo non è interamente sfruttata, qui facciamo un’altra scoperta: i ro$$overdi ammettono che il Consiglio federale cala le braghe davanti a Bruxelles. Cosa che hanno sempre negato. Ma a che titolo l’UE pretenderebbe l’utilizzo di corsie che non le servono? E a che titolo il Consiglio federale autorizzerebbe qualcosa che la Costituzione vieta? Ma come, i biechi denigratori del governo non erano i leghisti populisti e razzisti? Adesso invece i moraleggianti $inistri reputano l’Esecutivo capace di violare in modo flagrante la Carta fondamentale dello Stato pur di obbedire ad una richiesta europea che nemmeno arriverà?
Ma i frontalieri…
Anche con un secondo tubo ci sarebbe comunque una sola corsia per senso di marcia. Di aumenti significativi di traffico dunque non ce ne sarebbero. Sicché, il tentativo di fare del catastrofismo con questo argomento cade miseramente nel vuoto. Tanto più che esso viene dagli stessi ambienti che non fanno un cip sui 62’500 frontalieri e sulle migliaia di padroncini che entrano quotidianamente in Ticino uno per macchina ad inquinare e ad intasare le strade, in particolare del Mendrisiotto e del Luganese. Ah già, ma questi veicoli non contano. E nemmeno inquinano. Dal tubo di scappamento emettono soavi effluvi di Chanel nr 5. “Bisogna aprirsi”: l’invasione da sud va benissimo, un turista in più che dovesse arrivare da Nord in macchina, invece, sarebbe una catastrofe…
Lorenzo Quadri