E di certo la ministra del 5% avrebbe calato le braghe anche con Roma, va da sé a spese del Ticino. Lo scandalo è che la Svizzera tolleri di rimanere iscritta sulle black list italiane illegali senza mettere in atto alcuna misura di ritorsione. Anzi: regala 150 milioni alla vicina Penisola per il corridoio ferroviario di 4 metri, senza contropartita
Ma guarda un po’ : per l’ennesima volta gli accordi fiscali con l’Italia, la cui conclusione sembrava imminente, slitta a tempo imprecisato, si parla adesso dell’estate. Non è certo la prima volta che sentiamo questo ritornello: comincia a diventare un po’ ripetitivo. Del resto i tempi si allungheranno assai più di qualche mese, e questo per un motivo molto semplice: il governo italiano attuale ha buone chance di non mangiare le frittelle di carnevale, con tutta probabilità non mangerà la colomba di Pasqua, quindi figuriamoci arrivare all’estate. Il successore di Letta e quello del suo tirapiedi Saccomanni dovranno ristudiarsi il dossier tutto da capo; per cui ciao fichi.
Detto questo, se non si giunge ad un accordo fiscale con la vicina ed ex amica Penisola, abbiamo tutto da guadagnarci. E’ infatti evidente che la ministra del 5% ha solo fretta di siglare accordi, e chissenefrega se sono accordi capestro, basta aver firmato il pezzo di carta per poter dire di essere “in regola”.
E’ questo il fine ultimo della politica (?) di un Consiglio federale del tutto incapace di difendere gli interessi del Paese: poter dire di “essere in regola”. Non la tutela e la promozione degli interessi dei cittadini svizzeri. Il caso del Diktat americano FATCA è emblematico. La ministra del 5% ed i suoi degni compari sono corsi a firmare all’insegna del “sì badrone”. Adesso, ironia della sorte, questi accordi rischiano di saltare all’interno degli stessi USA!
Senza contropartita
Buttando all’aria il tavolo delle trattative, Letta ci ha fatto un regalo. E’ evidente che la ministra del 5%, in carica senza uno straccio di legittimazione democratica ma a seguito di viscidi inciuci tra il PPD e l’area ro$$o-verde, era pronta a firmare un accordo che avrebbe avuto pesanti conseguenze negative per la Svizzera ovvero per il Ticino. E questo senza alcuna contropartita. Gli uccellini federali cinguettano infatti che dal dossier delle trattative sarebbe stato lasciato fuori, o era a rischio di esserlo, l’unico striminzito contentino nostro Cantone, ossia la revisione del vetusto accordo sui ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri, vecchio di quattro decenni e ormai completamente ingiustificato.
Ritorsioni doverose
Piuttosto che un cattivo accordo, meglio non avere alcun accordo. Tanto più che un trattato si tradurrebbe in travaso di soldi dal Ticino all’Italia, senza contropartita alcuna per noi. Al proposito, un articolo pubblicato mercoledì sulla Repubblica online, se da un lato dimostra come gli italici giornalai non conoscano affatto la situazione, dall’altro è però indicativo. Nello scritto, la Svizzera è trattata da Stato canaglia di cui il governo italiano “non si fida”. Ma guarda un po’: nei rapporti italo-svizzeri, la parte italiana non ha mai mantenuto una promessa che sia una, pensiamo solo al trenino dei puffi Stabio-Arcisate o alla reciprocità negli accordi bilaterali a cui aggiungiamo, tanto per gradire, le numerose prepotenze ed invasioni di campo della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle entrate. Però ad essere “inaffidabile” sarebbe la Svizzera; che all’Italia ha appena regalato 150 milioni (grazie Doris). Ed inaffidabile in cosa? Ma nello smantellamento del segreto bancario e della piazza finanziaria, ovviamente! Si parte dunque dal consueto presupposto, alimentato chissà da chi e da cosa, che il nostro Paese sia tenuto a calare le braghe sempre e comunque. La Svizzera rimane iscritta sulle liste nere italiane, che sono illegali. E la stessa Repubblica (giornale) ammette che il nostro Paese si trova in una situazione tale che giustificherebbe delle ritorsioni contro l’Italia. Scrive infatti la testata: “Il governo (italiano) non si fida degli impegni elvetici, dunque la Svizzera resta consegnata alla “lista nera” dei Paesi dal gioco fiscale scorretto. A sua volta, il Ticino applica dunque una ritorsione bloccando i ristorni dei frontalieri”. Il cronista ignora che, purtroppo, il blocco dei ristorni è stato revocato da quasi due anni. Ma è chiaro che esso viene considerato la normale reazione all’iscrizione nelle black list. E’ quindi incredibile che non sia stato più messo in atto!
Regalo da 150 milioni
A dimostrazione che da un mancato accordo con l’Italia abbiamo tutto da guadagnare, il fatto che Doris Leuthard abbia regalato 150 milioni alla vicina Penisola (non noccioline, ma soldoni sonanti del contribuente) per realizzare il corridoio ferroviario di 4 metri sulla tratta di Luino. Senza alcuna contropartita. Senza, ad esempio, nemmeno citare il completamento della Stabio Arcisate. Ecco come trattano i bernesi con l’Italia. E allora, ben venga che non concludano nulla; perché è ovvio che qualsiasi cosa concludano sarebbe peggiore dello stato attuale.
Lorenzo Quadri