Il CF sfida il ridicolo: “non è vero che si scivola, c’è il documento che dice che…”
Per una curiosa coincidenza, nei giorni scorsi il Consiglio federale ha risposto ad un’interpellanza del consigliere nazionale uregiatto Fabio Regazzi sul travertino romano alla nuova stazione FFS di Bellinzona, inaugurata un anno e mezzo fa e improvvidamente denominata “la porta del Ticino” (come se il Ticino iniziasse a Bellinzona). L’interpellanza verteva sulla scivolosità del marmo italico che, quando piove, si trasforma in una pista di pattinaggio.
Il tema era tornato alla ribalta la scorsa settimana con tanto di fotoservizio impietoso del Corriere del Ticino sulle buche e fessure che già deturpano il nuovo manufatto.
Alla faccia della pietra ticinese
Alla poco edificante vicenda del travertino romano, scelto dalle FFS per rivestire e pavimentare la nuova stazione di Bellinzona snobbando la pietra ticinese, il Mattino ha dedicato la copertina dell’ultimo numero. Ma la questione era stata sollevata su queste colonne fin dal principio. Infatti il travertino, oltre ad essere romano (altro che “chilometro zero” altro che “sostegno all’economia locale”) è poco adatto per la pavimentazione di un percorso altamente battuto. Chi ha competenze in campo di pietra sapeva bene che il marmo d’oltreramina 1) si sarebbe ben presto riempito di crepe e buchi, come in effetti è successo e 2) che quando piove il capitombolo è assicurato.
Avanti con le perizie farlocche
Il Consiglio federale si esprime solo sulla questione “superficie sdrucciolevole” e naturalmente la risposta è quella prevista: tutte balle! Non è vero che si scivola! “Le proprietà antisdrucciolo della nuova pavimentazione in travertino nella stazione di Bellinzona sono state esaminate da un organismo di controllo esterno, sulla base della procedura stabilita dall’UPI (Ufficio prevenzione infortuni)“, per cui l’è tüt a posct! C’è la perizia farlocca che lo certifica! E chi scivola lo stesso? Sono “solo percezioni”! Pur adeguato alle circostanze, il ritornello è sempre lo stesso. La risposta del CF sul caso-travertino fa subito pensare alle statistiche taroccate della SECO sulla disoccupazione in Ticino. Sulla carta (carta modificata secondo i desideri del committente, ça va sans dire) il problema non appare; quindi non può esistere nemmeno nella realtà, e chi sostiene il contrario è un becero populista!
Probabilmente affinché sotto le cupole federali si prenda consapevolezza del problema, dovrebbe “scarligare” la Doris.
Silenzi qualificati
Inutile rilevare che sullo schiaffo che l’ex regia federale FFS, sussidiata con miliardi di franchetti del contribuente, ha arrogantemente assestato all’economia ticinese scegliendo, per la stazione di Bellinzona, una pietra italica – a maggior ragione in un “periodo storico” in cui i rapporti col Belpaese sono tutt’altro che idilliaci, e non per colpa nostra, ed in cui l’invasione da sud rappresenta uno dei principali problemi di questo sfigatissimo Cantone – il Consiglio federale non ha nulla da dire. Anche qui, l’è tüt a posct! Nessun problema!
Già che siamo in tema di FFS: vogliamo parlare anche dei ritardi sulla tratta del Gottardo? Ritardi spesso e volentieri – come annunciano gli altoparlanti alle stazioni con desolante regolarità – dovuti ad “eventi accaduti all’estero” (Italia)? O anche questa volta sono “solo percezioni”, perché dai dati ufficiali risulta che…?
Lorenzo Quadri