Lugano, accoltellamento al Quartiere Maghetti: “immigrazione uguale ricchezza”!
Avanti così! “Immigrazione uguale ricchezza”! Per l’ormai tristemente famoso accoltellamento al Quartiere Maghetti in pieno centro Lugano, avvenuto lo scorso 21 ottobre, tre uomini sono accusati di tentato omicidio intenzionale. E chi sono i tre modelli di virtù? Si tratta, ma guarda un po’, di stranieri poco più che ventenni: un cubano di 25 anni, un 23enne boliviano ed un 22enne serbo naturalizzato svizzero. Gli uccellini momò cinguettano che la naturalizzazione di quest’ultimo sia avvenuta malgrado la sua fedina penale non fosse esattamente immacolata. Va da sé che al proposito vogliamo vederci chiaro, perché se i cinguettii risultassero confermati…
Tutti “casi isolati”?
Ma come: i giovani stranieri che delinquono non erano tutta una balla della Lega populista e razzista? Non si trattava solo di “casi isolati”?
Da notare che uno dei tre indagati, il serbo naturalizzato, era stato inizialmente indicato come “cittadino svizzero”. Certo, come no! Ecco come si fa a taroccare le statistiche della criminalità d’importazione. Le quali, anche dopo le taroccature, rimangono comunque allarmanti. Fino all’80% degli ospiti dell’Hotel Stampa, infatti, non ha il passaporto rosso.
E’ anche il caso di ricordare che l’accoltellamento al Maghetti si è consumato nell’ambito di un regolamento di conti tra gang di stranieri, tra cui anche un gruppo di albanesi residenti in Italia.
Che questa feccia d’importazione arrivi a Lugano a per risolvere le proprie vertenze a coltellate, non ci sta bene proprio per niente. E’ evidente che le persone straniere residenti in Svizzera implicate nella vicenda vanno espulse senza tante storie. Inoltre, aspettiamo sempre di sapere se tra gli imputati ci sono beneficiari di prestazioni sociali pagate dal solito sfigato contribuente: quello che, oltre a mantenere delinquenti stranieri, per tutto ringraziamento si vede portare il Bronx in casa da questi figuri. Grazie spalancatori di frontiere! Grazie multikulti!
Speriamo che la condanna nei confronti di questi ennesimi delinquenti stranieri che scorrazzano per il Ticino sia esemplare. Ma siamo anche stufi degli interventi “a posteriori”, dopo che i reati sono stati commessi. Puntiamo invece sulla prevenzione: fare repulisti dei criminali stranieri già presenti su suolo elvetico, evitare che ne entrino altri e introdurre controlli sistematici in dogana.
Lorenzo Quadri