Tornare a rilasciare permessi B e G a tutti in tempo di crisi nera? Ma col piffero!

I camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno deciso che, malgrado le pressioni italiche, le frontiere con la vicina Penisola non riapriranno il 3 giugno. Per il momento, dunque, la calata di braghe ad altezza caviglia con il Belpaese non è ancora stata effettuata: vedremo quanto durerà. Del resto, nessuno Stato confinante è disposto ad aprire i valichi con l’Italia. Un qualche motivo ci sarà! Li avessimo aperti noi, saremmo stati i primi. Quando invece dovremmo essere gli ultimi. O qualcuno si è forse già dimenticato che questo sfigatissimo Cantone è stato impestato a causa delle frontiere spalancate con la Lombardia?

Che poi parlare di frontiere chiuse con l’Italia nelle circostanze attuali fa ridere i polli. Come noto i 70mila frontalieri entrano tranquillamente. E’ pur vero che non entrano, per contro, le svariate migliaia di lavoratori italici in nero, che fanno concorrenza sleale agli artigiani e alle piccole imprese ticinesi. E non entrano nemmeno i delinquenti: i furti sono ridotti al minimo.

Cominciamo a cambiare

Già i due motivi appena elencati bastano per tenere le frontiere con il Belpaese “chiuse” ad oltranza. Per consentire i ricongiungimenti familiari si possono trovare delle soluzioni ad hoc.

E quando si deciderĂ  di riaprire i confini con l’Italia – il piĂą tardi possibile – ciò non dovrĂ  avvenire in modo incondizionato. Vanno svolti dei controlli sanitari in entrata: per lo meno la misurazione della temperatura. Come ha ben detto il governo austriaco (l’Austria, malgrado sia stato membro UE, a riaprire i confini con l’Italia non ci pensa proprio): la vicina Penisola “non ha sotto controllo la situazione sanitaria”.

La devastante libera circolazione delle persone senza limiti né controlli è roba(ccia) da pre-covid. La casta continua a ripetere che, a causa dello stramaledetto virus cinese, “il mondo è cambiato”. Bene, allora cominciamo allora col cambiare ciò che manifestamente non funziona ed ha originato il contagio! Non ci pare un concetto così difficile da capire…

“Tutte le domande…”

Tuttavia alla notizia positiva che per ora – sottolineiamo: per ora – la calata di braghe con il Belpaese non è ancora stata consumata (ovviamente non ci facciamo illusioni) ne doveva per forza fare seguito una molto negativa. Per quanto prevedibile. Anche perchĂ© nella cosiddetta sessione speciale delle Camere federali la partitocrazia PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente inclusi (ricordarsene alle prossime elezioni!) è riuscita ad approvare una mozione in tal senso. Fatto sta che a partire dall’8 giugno “saranno nuovamente trattate tutte le domande di permessi dei lavoratori provenienti dall’UE”. Il che vuol dire: avanti con l’invasione di ulteriori lavoratori stranieri ed in particolare di frontalieri! 

Assalto alla diligenza

E’ il colmo: tanti cittadini svizzeri sono ancora in disoccupazione parziale. Perfino le statistiche farlocche della SECO prevedono un raddoppio della disoccupazione a causa del virus cinese. Però noi autorizziamo  (o meglio: la partitocrazia autorizza) l’assalto alla diligenza del mercato del lavoro elvetico ad opera di senza lavoro stranieri? Ed ai “nostri”, quando ci pensiamo?

Se già in tempi normali, a causa della devastante libera circolazione delle persone, sono immigrate in Svizzera UN MILIONE di persone in 13 anni, con tutte le conseguenze del caso (siamo qui in troppi!) immaginiamoci cosa accadrà in tempi di crisi nera! A seguito della quale un numero crescente di cittadini UE vorrà immigrare da noi. O per lavorare, o per mettersi a carico del “generoso” (con gli ultimi arrivati) Stato sociale svizzerotto!

Questione di sopravvivenza

E’ evidente che non ci possiamo in nessun caso permettere il ritorno alla devastante libera circolazione delle persone senza limiti. Essa farebbe impennare la sostituzione di lavoratori svizzeri, in particolare ticinesi, con stranieri appena arrivati, muniti di permessi G o B. Questo proprio quando la disoccupazione in casa nostra già schizzerà verso l’alto di suo!

E’ quindi evidente che disdire la libera circolazione delle persone diventa una questione di sopravvivenza. E quindi, il 27 settembre, tutti a votare sì all’iniziativa “Per la limitazione”!

Ricordiamoci bene una cosa: se per disgrazia detta iniziativa dovesse venire bocciata dalle urne, il giorno dopo i camerieri dell’UE in Consiglio federale si precipiterebbero, tutti scodinzolanti, a firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale! Il quale non solo ci ridurrebbe ad una colonia della fallita UE, ma ci imporrebbe – per il tramite della direttiva europea  sulla cittadinanza – di far entrare in Svizzera tutti i cittadini  comunitari che vorranno mettersi a carico del nostro stato sociale. E ovviamente di mantenerli vita natural durante.

La citata direttiva ci impedirebbe inoltre di espellere stranieri in assistenza (o delinquenti) se questi sono cittadini dell’Unione europea.

Per cui, Sì all’iniziativa Per la limitazione! Avanti con la SWISSEXIT!

Lorenzo Quadri