Non solo accordo quadro: anche i deliranti patti ONU su immigrazione ed ambiente
La Pravda di Comano continua con il lavaggio del cervello all’insegna dell’isterismo climatico. Obiettivo: fare campagna elettorale agli amichetti ro$$overdi. I politicanti del triciclo, terrorizzati dall’idea di perdere la cadrega, si accodano stoltamente e votano una pletora di ecotasse ed ecobalzelli che graveranno sui bilanci delle economie domestiche per migliaia di franchi all’anno.
Imboscati in attesa
Per contro, altri temi fonte di “imbarazz, tremend imbarazz” per il triciclo euroturbo vengono imboscati in attesa delle elezioni. Uno di essi è il regalo di 1.3 miliardi all’UE. La partitocrazia aveva promesso che, se Bruxelles avesse discriminato la Svizzera, non avrebbe versato il pizzo miliardario. La discriminazione è arrivata, ma il triciclo, invece di mantenere la parola, rimanda la decisione sul versamento a dopo le elezioni.
Come a dopo le elezioni è stata rinviata la decisione sullo sconcio accordo quadro istituzionale (ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE; giudici stranieri; direttiva comunitaria sulla cittadinanza; fine delle misure accompagnatorie; fine delle banche cantonali con garanzia dello Stato; fine degli aiuti di Stato alle aziende elettriche; eccetera eccetera). Il triciclo smania per firmare questo accordo coloniale. Il PLR l’ha addirittura definito “l’accordo della ragione”. Ma la convenienza elettorale, concetto traducibile con “presa per i fondelli dei cittadini”, impone di lasciar trascorrere le elezioni.
Patto ONU sulla migrazione
Anche su una terza “sorpresa” imboscata nei cassetti bernesi è calato il silenzio stampa da mesi: si tratta del patto ONU sulla migrazione, il cosiddetto “global compact”. Questo patto vuole introdurre la libera circolazione delle persone a livello mondiale. Vuole trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto. Di più, in un diritto umano, a cui poi nessuno potrà più opporsi. Ovviamente la libera circolazione delle persone sarebbe a senso unico: dall’Africa all’Europa. E’ semplicemente assurdo che dei paesi UE sottoscrivano simili aberrazioni.
Anche la censura
Per non fare le cose a metà, il patto ONU è pure accompagnato dalla censura. Esso prevede infatti che della migrazione si potrà solo parlare bene. Posizioni critiche verranno di conseguenza tacciate di essere “discorsi d’odio” e quindi messe al bando e criminalizzate. E naturalmente la stampa di regime, quella che si sciacqua la bocca con la “pluralità”, non ha nulla da dire al proposito. Perché i pennivendoli al servizio della casta non vogliono affatto la pluralità; vogliono invece il pensiero unico. Sul clima, come sulla migrazione.
La presa in giro
La storiella che il patto ONU sulla migrazione non sarebbe vincolante è semplicemente una presa in giro. Non si è mai visto che la Svizzera sottoscriva un accordo internazionale per poi non attenervisi. E per farlo in modo non solo pedissequo, ma pure autolesionistico. Inoltre queste norme non vincolanti (soft law) si trasformano poi in standard internazionali, ben presto accompagnati da sanzioni ai danni di chi non si adegua. Ed il tremebondo governicchio federale, in queste situazioni, corre ad adeguarsi. Con la svendita del segreto bancario è andata così.
Anche sull’ambiente
E non è ancora finita: dopo il patto ONU sulla migrazione, attende al varco quello sull’ambiente: naturalmente improntato all’isterismo climatico, fatto assurgere a verità rivelata! E chi osa obiettare viene accusato di essere un “negazionista”: sullo stesso piano di quelli che negano le camere a gas dei nazisti!
Qui non è la terra che brucia; è il cervello di certa gente ad essersi già bruciato da un pezzo.
E in cosa poi si traduce l’isterismo climatico lo abbiamo ben visto con la recente decisione del Consiglio degli Stati: divieti, tasse e balzelli per i cittadini!
Consiglio di sicurezza?
Intanto però il consigliere federale italo-svizzero Ignazio KrankenCassis, PLR – quello che va in giro a vantarsi che lui mai dirà “Switzerland first” – non solo vuole firmare il demenziale patto ONU sulla migrazione, e certamente pure quello sull’ambiente, ma sogna di far entrare la Svizzera nel consiglio di sicurezza dell’ONU entro il 2023. Ma col fischio! Questi politicanti della casta devono piantarla una volta per tutte di impegolare il Paese in organismi sovranazionali antidemocratici! A maggior ragione con l’ONU, dove a menare il torrone sono Stati islamisti.
Altro che entrare nel consiglio di sicurezza: la Svizzera deve uscire dal BidONU!
#votalegaoleuropatifrega
Lorenzo Quadri