Il controprogetto della casta multikulti è indecente oltre ogni dire: asfaltare!

Certo che i politicanti della casta multikulti, spalancatrice di frontiere ed islamofila sono davvero senza vergogna.

La maggioranza del Consiglio degli Stati, seguendo il triciclo in Consiglio nazionale, ha partorito l’ennesimo compromesso-ciofeca su un’iniziativa popolare sgradita alla casta. Nel concreto, l’iniziativa è quella che chiede l’introduzione del divieto di burqa in tutta la Svizzera.

Il contrario di tutto

Qui ci sarebbe davvero da ridere, se non ci fosse da piangere. Quando si trattava di concedere la garanzia federale (uella) all’iniziativa antiburqa ticinese,  plebiscitata dal 65% dei ticinesi, i soldatini del triciclo raccontavano che non aveva senso una regolamentazione diversa da un Cantone all’altro: serviva un concetto unitario, valido  per tutta la Svizzera. Ovviamente, la casta sperava che nessuno avrebbe lanciato un’iniziativa sul piano nazionale. Invece l’iniziativa è arrivata, è riuscita, e allora ci si arrampica sui vetri pur di dire di no.

Manca solo il clima…

Il controprogetto è assolutamente pietoso. Tanto per cominciare, l’obbligo di mostrare il viso è previsto solo per identificarsi durante i controlli sui trasporti pubblici, alla dogana o per le procedure amministrative. Ah, ecco. Sicché, secondo i soldatini multikulti, per una simile ovvietà sarebbe necessaria addirittura un’iniziativa popolare! E’ palese che il velo integrale va tolto quando è necessario che la persona si identifichi. Sarebbe uno scandalo se così non fosse.

Non ancora contenti di aver messo a segno questa “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) lor$ignori della partitocrazia nel loro controprogetto sono riusciti ad infilare questioni che non c’entrano assolutamente un tubo col divieto di burqa, ma servono solo ad aumentare la spesa pubblica alla voce migranti. Sicché, avanti con le boiate politikamente korrette sui “programmi d’integrazione”! Chiaro: oltre a far entrare e mantenere tutti, secondo il triciclo gli svizzerotti devono pure spendere cifre sempre più elevate per “integrare” i nuovi arrivati. Intanto  qualcuno (sempre i soliti) si ingrassa.

Addirittura, la partitocrazia vorrebbe modificare la Legge sulla cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario internazionali per “promuovere all’estero la parità di genere” (sic!). Mancava solo di citare il “riscaldamento climatico”, poi c’era tutto. Qui qualcuno è davvero uscito di melone. Ma simili ciofeche ben indicano il livello del parlamento federale in regime di isterismo climatico e femminista. Non c’è oggetto in cui non si debba ficcar dentro il CO2 e la parità di genere.

E’ il colmo

E’ davvero il colmo: i cittadini firmano un’iniziativa per l’introduzione di un divieto di dissimulazione del viso, ed i politicanti della casta spalancatrice di frontiere per tutta risposta propongono di NON applicarlo ma di spendere ancora più soldi pubblici all’estero!

Il divieto di burqa serve ad evitare che i migranti (spesso migranti economici, quindi gente che siamo costretti a mantenere) in arrivo da “altre culture” possano oltretutto continuare a vivere nel nostro paese secondo le loro regole, incompatibili con quelle di una società occidentale. Ed in seguito che queste regole vengano imposte a noi. Nei tribunali già ci sono legulei politicizzati secondo i quali in casa nostra la nostra sensibilità religiosa può essere offesa eccome, ma quella degli islamisti no. E quindi, avanti con le disposizioni di censura!

Per non parlare delle demenziali teorie secondo le quali in Europa le donne occidentali, per non venire molestate da migranti islamisti, dovrebbero andare in giro ricoperte da palandrane.

In altre parole: prima si fanno entrare tutti gli islamisti, poi si pretende che sia la popolazione elvetica ad adeguarsi alle regole di costoro. Anche e soprattutto quando sono incompatibili con le nostre.

La corte europea dei diritti dell’Uomo – che pure ha sancito che il divieto di burqa non lede alcun diritto fondamentale – sta tentando di contrabbandare il presunto diritto dei musulmani residenti in Europa a farsi giudicare secondo la sharia. Ma stiamo dando i numeri? Adesso si arriva a sostenere che si può immigrare in un paese senza essere tenuti a rispettarne le leggi?

Cade la maschera

Comunque, con l’iniziativa antiburqa il triciclo ha messo a segno l’ennesimo autogol. Non solo il controprogetto-ciofeca verrà asfaltato dai votanti, ma esso permette ai cittadini – tanto per restare in tema –  di scorgere chiaramente il volto dei soldatini della partitocrazia. Costoro se ne impipano di difendere il modello di società occidentale. Vogliono soltanto sperperare i soldi del contribuente all’estero.

Lorenzo Quadri