Accordo quadro: rimandata la presa di posizione del CdS perché la partitocrazia…
Era attesa per questi giorni la presa di posizione del governicchio a proposito dello sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE (ripresa dinamica ossia automatica del diritto comunitario, giudici stranieri, sottomissione alla direttiva UE sulla cittadinanza, fine delle misure accompagnatorie, eccetera). I termini della consultazione indetta dalla Confederella scadono infatti nella prima decade del corrente mese.
Lo scorso sabato il PLR, per il tramite del suo gruppo parlamentare a Berna (che include i tre rappresentanti ticinesi) ha detto Sì all’accordo capestro che svende la Svizzera all’UE in cambio di presunti “vantaggi economici”, naturalmente a beneficio esclusivo dei soliti, pochi privilegiati dal borsello rigonfio. Ecco come l’ex partitone difende la nostra sovranità, la nostra indipendenza ed i nostri diritti popolari.
Inutile dire che in Ticino sulla scellerata decisione del PLR l’ “indipendentissima” informazione di regime ha fatto calare la censura. Obiettivo: non danneggiare elettoralmente il partito in vista dell’appuntamento di aprile.
La verità non si può dire
Adesso toccherebbe dunque al CdS dire la sua sullo sconcio accordo quadro. I due leghisti Gobbi e Zali sono pronti ad uscire con un njet categorico, ma gli uccellini di Piazza della Foca cinguettano che i “ministri” del triciclo PLR-PPD-P$ starebbero invece menando il can per l’aia. Sicché la presa di posizione governativa, che sarebbe tranquillamente potuta uscire già questa settimana, con tutta probabilità slitterà a dopo le vacanze di Carnevale.
E’ evidente che la partitocrazia si trova in una situazione di imbarazz, tremend imbarazz. I partiti del triciclo sono infatti favorevoli alla svendita della Svizzera alla fallita UE. Le prese di posizione che cominciano a giungere a livello federale lo dimostrano. Però in Ticino non possono dirlo. Non prima del 7 aprile. Sarebbe un autogol micidiale: i ticinesi hanno sempre votato CONTRO l’UE e la partitocrazia locale, telecomandata dai rispettivi partiti federali, per l’ennesima volta non solo se ne sbatte della volontà popolare, ma fa proprio il contrario? E questo proprio mentre è in giro ad elemosinare voti per occupare le bramate cadreghe? Tatticamente insostenibile.
“Non siamo mica scemi”
Siamo quindi curiosi di vedere che presa di posizione uscirà dal governicchio sullo sconcio accordo quadro. Vedremo dunque se gli esponenti del triciclo cameriere dell’UE pretenderanno di annacquare il njet dei due leghisti. Oppure se avranno la tolla di accodarsi a scopo di campagna elettorale, contraddicendo le posizioni fin qui assunte (politica Xerox: prima denigrare l’odiata Lega, poi fotocopiarla) per poi rimangiarsi tutto l’8 aprile. Magari pensando che la gente sia disposta a farsi prendere per il “lato B” da improvvisi quanto improbabili ravvedimenti. Come recita il noto slogan: “non siamo mica scemi”!
Lorenzo Quadri