Via la cittadinanza: è scandaloso che quello del jihadista di Argo1 sia il primo caso
Ohibò: al jihadista Umit Y., ex impiegato di Argo1, verrà (forse) tolta la cittadinanza svizzera. Nel senso che la Segreteria di stato della migrazione, su proposta del Dipartimento delle istituzioni diretto da Norman Gobbi, ha deciso il ritiro del passaporto rosso al jihadista di origine turca. Che tuttavia potrà adire alle vie ricorsuali … e magari con tanto di avvocato d’ufficio, pagato dal solito sfigato contribuente?
Stiamo scherzando?
La notizia della revoca della cittadinanza elvetica al jihadista di Argo1 è stata venduta come una sorta di azione straordinaria, miracolosa, eccezionale, con tanto di titoloni in prima pagina. Ma stiamo scherzando? La revoca della cittadinanza ad un terrorista naturalizzato, anzi ad ogni e qualsiasi criminale straniero che abbia ottenuto il passaporto elvetico, dovrebbe essere una cosa ovvia. Automatica. Semplice routine. Altro che titoloni in prima pagina!
La vera notizia non è infatti che al terrorista turco diventato svizzero si sia deciso di ritirare il passaporto. La notizia è che si tratta della PRIMA decisione in tal senso che viene presa nel nostro Paese! E questo malgrado tale possibilità esista da decenni. Ammesso poi che la decisione diventi effettiva. Quindi, la vera notizia non è certo una bella notizia.
Naturalizzazioni facili
E’ evidente che per farsi revocare la cittadinanza bisogna prima averla ottenuta. Ovvero, bisogna aver beneficiato di una di quelle naturalizzazioni facili che tanto piacciono alla partitocrazia PLR-PPD-P$$!Ed il caso del reclutatore turco dell’Isis è solo l’ennesima dimostrazione che le naturalizzazioni facili, a beneficio di persone non integrate, ben lungi dall’essere un’invenzione della Lega populista e razzista come la casta vorrebbe far credere, sono invece una realtà. Ringraziamo la partitocrazia!
Avevamo ragione
Ed il fatto che questo sia il primo caso (!) di revoca della cittadinanza elvetica dimostra, ancora una volta, che la Lega ed il Mattino avevano ragione: da un lato ci sono le naturalizzazioni facili; dall’altro, un sistema garantista-buonista-coglionista che rende la revoca del passaporto rosso praticamente impossibile. Se poi pensiamo che la partitocrazia multikulti, kompagni in primis, non si fa problemi nello strillare che non si può (“sa po’ mia!”) espellere un terrorista islamico se questo sarebbe in pericolo nel paese d’origine, l’urgenza di cambiare registro diventa evidente. E bisogna cambiare in fretta! Perché gli islamisti, grazie alle frontiere spalancate ed all’immigrazione incontrollata, avanzano.
Avanti con le revoche!
Che al seguace di Al Qaeda che lavorava per Argo1 venga ritirato il passaporto svizzero, e che costui non possa mai più mettere piede nel nostro paese, dovrebbe essere cosa ovvia e scontata. Adesso bisogna far sì che a molti altri delinquenti stranieri naturalizzati venga ritirato il passaporto rosso. E che la cittadinanza elvetica non venga più concessa a stranieri non integrati!
Stop naturalizzazioni facili e avanti con le revoche del passaporto a chi delinque!
Già i legulei politicizzati del Tribunale federale cercano ogni scusa per non espellere i delinquenti stranieri, malgrado la volontà popolare, la Costituzione e la legge a tal proposito parlino chiaro. Figuriamoci allora se il criminale straniero ha addirittura il passaporto svizzero. E’ chiaro che – specie con i tempi che corrono – la musica deve cambiare. Ma in fretta. In caso contrario, diventeremo il ricettacolo di tutta la foffa del globo!
Lorenzo Quadri