In Ticino due processi in pochi giorni. I colpevoli? Tutti furbetti d’oltreramina!
E’ pacifico che la maggior parte degli imbrogli sarebbe stata sventata se il governicchio federale avesse seguito la proposta della Lega: ossia limitare la garanzia dello Stato all’85% per tutti i crediti covid, non solo per quelli superiori al mezzo milione
Prosegue la saga degli abusi nei crediti covid messi a segno in Ticino! E ancora una volta, ma tu guarda i casi della vita, i responsabili sono furbetti dell’italico quartierino che, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, hanno trovato in questo sfigatissimo Cantone “Ul signur indurmentàa”.
Solo negli ultimi giorni ben due processi hanno occupato la cronaca ticinese. Uno di essi, quello conclusosi giovedì, vedeva coinvolti ben otto imputati (tutti condannati).
Piccolo promemoria
Da marzo a fine luglio 2020 era possibile ottenere dalle banche i crediti covid a tasso zero, garantiti dalla Confederazione; ovviamente garantiti con soldi dei contribuenti.
L’obiettivo dei crediti covid era quello di fornire la liquidità necessaria per non fallire alle aziende a cui il governicchio federale aveva imposto di cessare le attività causa pandemia.
Finalità lodevole ma attuazione toppata. Infatti per i crediti fino a mezzo milione di franchi (non proprio noccioline) la garanzia della Confederella copriva il 100% dell’importo; per somme superiori la copertura era invece limitata all’85%.
Conseguenza facilmente prevedibile: laddove la garanzia federale era del 100%, dunque per i crediti inferiori al mezzo milione, le banche hanno versato le somme richieste senza uno straccio di controllo. Tanto sapevano di non rischiare nemmeno un centesimo del loro.
Risultato: i furbetti si sono lanciati all’assalto della diligenza. Piatto ricco, mi ci ficco! In Ticino sono stati elargiti ben 1.3 miliardi di franchi in crediti covid. Di questi, 1.1 miliardi (quasi la totalità!) godeva della garanzia federale integrale.
Gatti di marmo
Il ministro delle finanze Ueli Maurer ebbe a dichiarare che si aspettava un tasso di abusi irrisorio. Campa cavallo! I burocrati federali, svelti come gatti di marmo, basavano simili puerili valutazioni sul “rapporto di fiducia” esistente tra cittadino e Stato; a maggior ragione a fronte di una grave crisi.
La fiducia tra cittadino e Stato è in effetti un valore svizzero. Tuttavia, grazie alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, il Ticino è stato invaso da figuri italici i quali lo Stato sono abituati a truffarlo; altro che “fiducia”! A costoro non deve essere sembrato vero che gli svizzerotti fessi regalassero soldi a chiunque li chiedesse, e senza controlli!
Vari reati
Così si sono verificate le situazioni di cui continuiamo a leggere sui giornali. Giovedì a processo per ripetute truffe covid ed altri reati c’era un gruppo di 8 persone, capitanato da due avvocati italiani residenti in Ticino, uno dei quali non aveva neppure il permesso di esercitare in Svizzera (però lo faceva comunque). Tutti condannati. Da notare che l’allegra combriccola è stata riconosciuta colpevole di vari reati. Tra cui l’aver finto di impiegare una mezza dozzina di persone in Svizzera affinché costoro potessero ottenere permessi di dimora farlocchi. Apperò! Intanto gli immigrazionisti $inistrati starnazzano al “razzismo” perché vengono effettuati dei controlli sui presunti dimoranti, e addirittura pretendevano di inventarsi commissioni d’inchiesta al proposito! Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
Ridevano a bocca larga
Il presidente delle assise criminali Siro Quadri al momento della lettura della sentenza di giovedì ha usato queste parole per motivare la condanna di tutti gli imputati: “Hanno sfruttato un momento di crisi in cui la gente soffriva e aveva paura. In un momento in cui c’era chi piangeva perché temeva di perdere il posto di lavoro o di dover licenziare, hanno chiesto ed ottenuto crediti covid ed indennità di lavoro ridotto tramite società che erano scatole vuote, oltretutto mostrando un’imbarazzante goliardia nei messaggi che si scambiavano dopo averli ottenuti”. Hai capito l’antifona? I truffatori in arrivo da Oltreramina hanno intascato illecitamente aiuti pubblici per un ammontare di 1.5 milioni di franchi, soldi che poi hanno usato per gli scopi più assurdi, tra cui l’acquisto di una targa a tre cifre. E dopo, tra loro, se la ridevano a bocca larga degli svizzerotti fessi!
“Una pedina”
Scenario simile al processo di martedì, dove era imputato un altro avvocato italiano, residente e attivo a Lugano. Costui, oltre ad aver truffato i suoi clienti, ha truffato anche lo Stato, abusando di crediti covid. Il leguleio tricolore era pure “la pedina di un’organizzazione criminale”. Poco ma sicuro che non si trattava di un’organizzazione criminale gestita da patrizi di Corticiasca!
Eccoli qua, i risultati della libera circolazione delle persone voluta dal Triciclo! Il Ticino è diventato il paese del Bengodi per delinquenti in arrivo da oltreramina che, non contenti di commettere reati, si avventano pure sui nostri aiuti pubblici!
La Lega aveva ragione
E’ pacifico che la maggior parte delle truffe nei crediti covid sarebbe stata sventata se il governicchio federale avesse seguito la proposta della Lega: ossia limitare la garanzia dello Stato all’85% per tutti i crediti, non solo per quelli superiori al mezzo milione. In questo modo le banche, rischiando di rimetterci del loro, avrebbero svolto dei controlli prima di aprire i cordoni della borsa. E molti imbrogli sarebbero stati scoperti. Del resto – oltre al danno, la beffa – la difesa degli italici truffatori si basa proprio su questo aspetto: il reato di truffa presuppone l’inganno astuto, e nei casi in questione non si può parlare di astuzia, dal momento che, con un minimo di verifiche, l’inganno sarebbe venuto alla luce. Finora, tuttavia, la truffa ha retto; ma non vorremmo che, in sede ricorsuale, qualche giudice della partitocrazia la facesse cadere!
Fuori le cifre!
E’ chiaro che, essendoci in ballo una barca di denaro pubblico, vogliamo vederci chiaro!
Vogliamo sapere quante truffe sono avvenute nell’ambito dei crediti covid, per quale ammontare, ed evidentemente la nazionalità dei truffatori. Perché abbiamo il sospetto che tra questi ultimi di cittadini svizzeri ce ne siano ben pochi!
Atti parlamentari della Lega su questo tema sono tuttora – e da tempo – pendenti presso il governicchio federale. Fuori le cifre!
Lorenzo Quadri