Virus, il settore alberghiero lancia l’allarme: la destinazione Ticino è a rischio

Dire che la crisi da stramaledetto virus cinese minaccia tutta la piazza turistica è un’ovvietà.

Nella seduta tenutasi questa settimana, il Gran Consiglio ticinese ha dato luce verde anche al pacchetto di 75.6 milioni di aiuti cantonali che integrano quanto previsto dalla Confederazione. L’obiettivo è sostenere i cosiddetti “casi di rigore”.

Ed è a tal proposito che Hotelleriesuisse Ticino ha chiesto un incontro alla Deputazione ticinese alle camere federali.

Ma procediamo con ordine.

Tra i settori beneficiari degli aiuti di rigore appena votati dal GC è inserito il turismo d’affari (che tecnicamente viene chiamato MICE); non quello di svago (“leisure”). Una scelta che fa discutere.

Comprendiamo – commenta Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino –  che al momento attuale il Cantone non desideri “ingolfare” la macchina dei risarcimenti, che partirà nelle prossime settimane. Ed è per questo motivo che non viene incluso il turismo “leisure”, il quale notoriamente ha avuto una stagione più fortunata. Anche perché si tratta di un’albergheria stagionale: quindi ha lavorato quando era presente il forte flusso di turismo estivo. Visto che la lista dei beneficiari degli aiuti è stabilita a livello cantonale, in accordo con il Cantone si è però deciso che, dopo la prima distribuzione dei risarcimenti, ci sarà la possibilità di esaminare casi di rigore in tipologie di strutture ricettive per ora non considerate, se queste avranno subito perdite considerevoli durante il 2020. In questo senso il Cantone ha già messo mano alle categorie che potranno beneficiare degli aiuti, aggiungendo  i “Garni” (Hotel senza ristorazione) agli alberghi legati al turismo d’affari”.

Paletto troppo stretto

Per essere classificati come “casi di rigore” occorre aver subito una perdita di cifra di affari di almeno il 40% rispetto alla cifra d’affari dell’anno precedente. Questo “paletto” per Hotelleriesuisse Ticino è troppo stretto. L’associazione di categoria degli albergatori ha quindi chiesto un incontro alla Deputazione ticinese alle Camere federali. Pianezzi: “Chi ha perso il 40% della cifra d’affari rispetto agli scorsi anni non è un caso di rigore: è già fallito. Pur applicando il sistema della cosiddetta “media mobile” che permette di staccarsi dall’anno civile e di paragonare il periodo che va dal primo marzo 2020 al 28 febbraio 2021 allo stesso periodo dei due anni precedenti, il 40% di cifra d’affari in meno è davvero una soglia troppo elevata. Chiediamo che venga abbassata per lo meno al 30%. In caso contrario, vista la situazione, presto anche in Ticino gli hotel cominceranno a fallire. E le aziende perse non torneranno in vita. Ne seguirà un danno ingente per tutta la destinazione turistica. Un danno che vanificherà gli sforzi e gli importanti investimenti fatti nel settore”.

Occupazione al 2%

Al momento quanto sono occupati gli alberghi? “Come noto – risponde Pianezzi –  noi possiamo continuare a lavorare; ma con la ristorazione, gli eventi, la cultura chiusi, è ovvio che ci manca il terreno sotto i piedi. Attualmente il tasso di occupazione degli alberghi in Ticino varia tra il 2% ed il 5%. Normalmente, in questo periodo, dovrebbe essere compreso tra il 35% ed il 45%. Si capirà che c’è un abisso”.

Le conseguenze della drammatica situazione in cui versa il settore turistico si ripercuotono poi a cascata anche su altri operatori economici. “Gli albergatori in difficoltà hanno dovuto rinunciare agli investimenti pianificati nelle strutture – rileva il nostro interlocutore – perché i soldi servono per la sopravvivenza. Di conseguenza, anche artigiani ed imprese sul territorio dovranno fare i conti con perdite di lavori. Confidiamo pertanto che la Deputazione ticinese a Berna sarà sensibile alle nostre richieste e possa farla proprie”.

La speranza

Ma gli albergatori nutrono anche un’altra speranza, come spiega il presidente di categoria:

“Noi auspichiamo – conclude Pianezzi – che quanto dichiarato dal Presidente del governo cantonale Norman Gobbi ai microfoni di Millevoci (RSI) nella puntata del 27 gennaio  possa verificarsi. Speriamo cioè che, essendo i contagi in Ticino calati in modo drastico, le restrizioni per bar e ristoranti potrebbero magari già essere allentate prima del 28 febbraio. Per noi sarebbe molto importante: potremmo iniziare già nelle prossime settimane ad ospitare i  turisti in arrivo dal resto della Svizzera che, in questo periodo, sono alla ricerca del sole e di temperature più miti. Tutto ciò sarebbe di buon auspicio anche in previsione della Pasqua, che potrebbe registrare una buona affluenza turistica, come quella degli anni precedenti la pandemia”.

Lorenzo Quadri