Il turismo ticinese vive un momento difficile, conseguenza diretta della crisi economica da un lato, e della maggiore mobilità dall’altro: nel turismo estivo, il nostro Cantone si trova messo in diretta concorrenza con destinazioni “tropicali” a basso costo: il turista ha il mondo intero, o quasi, a disposizione.
E’ importante dunque riuscire in parte a destagionalizzare il turismo, creando e/o potenziando quegli attrattori che non sono legati alla bella stagione, e che creano importanti indotti sul territorio. Bisogna puntare sul settore congressuale, quello fieristico, ma anche sui wellness, che sono indispensabili ad una località turistica. Le strutture congressuali e fieristiche hanno bisogno di investimenti anche importanti (penso ad esempio al Palazzo dei Congressi di Lugano) per poter garantire la loro funzionalità nel futuro. Questi investimenti vanno considerati prioritari. Compito della politica è dunque portare avanti con decisione questi progetti.
La chiusura di alberghi chiaramente non aiuta il turismo. L’esistente in vari casi ha bisogno di lifting: occorre, di conseguenza, migliorare l’accessibilità ai crediti necessari per le ristrutturazioni.
E’ importante anche migliorare l’offerta: il paesaggio c’è, bisogna evitarne la cementificazione ad oltranza.
Occorre poi lavorare sulle manifestazioni, che hanno sicuramente un potenziale di sviluppo. C’è la possibilità di creare dei nuovi attrattori. Per questo servono risorse adeguate ma anche la possibilità di propagandarle in maniera efficace. Ticino turismo dovrebbe a questo proposito tornare a cedere competenze a quegli enti che costituiscono dei marchi turistici in sé (Lugano, Locarno, Ascona) che creano i prodotti e sanno dunque come venderli al meglio, e a chi. Per quel che riguarda le risorse agli enti turistici, la riforma delle legge sul turismo aiuta. Essa costituisce però un aggravio dei prelievi a carico del turista: non ci si può permettere di usarli in maniera inefficace. Il prodotto dovrà migliorare davvero.
Sul fronte dell’accoglienza si può fare di più. Sorridere al turista ed essere gentili è una misura a costo zero che può però portare grandi benefici. Ma c’è anche un problema di tipo legislativo: essere un Cantone turistico presuppone degli orari di apertura più elastici per gli esercizi pubblici, specie nei weekend estivi e in zone (vedi Piazza Riforma a Lugano) dove non si crea disturbo agli abitanti (che non ci sono).
Discorso analogo può essere fatto per gli orari d’apertura dei negozi.
Bisognerà anche evitare iniziative “autogoal” che altri Cantoni turistici si guardano bene dal prendere. Ad esempio, la qualità della nostra aria è buona, e migliora grazie ai riscaldamenti e ai motori sempre meno inquinanti: allora perché fare di tutto e di più per dare l’impressione contraria, tramite bollettini catastrofisti o provvedimenti inutili (80 Km/h in autostrada)?
Lorenzo Quadri