Il caos migranti continua, ad ulteriore dimostrazione dell’incapacità e dell’ormai totale inutilità dell’Unione europea. Chi vuole tutelarsi lo fa costruendo muri o recinti. Proprio come i vituperati ungheresi. Certo, è chiaro che agli spalancatori di frontiere queste iniziative non possono che andare per traverso. Sono la dimostrazione, tangibile, del completo fallimento della loro politica. Non a caso in sempre più Stati UE vincono le elezioni i partiti ed i movimenti antieuropeisti.
Confrontati con il proprio epocale flop, i signori del “dobbiamo aprirci, via le frontiere” sanno solo invocare il mantra, sempre più isterico, dell’internazionalismo come “conquista”. L’immigrazione scriteriata è “una conquista”. Le frontiere spalancate alla delinquenza d’importazione sono “una conquista”. E, soprattutto, la rinuncia a difendere i propri confini – e quindi il proprio mercato del lavoro, il proprio benessere, la propria sicurezza – è “una conquista”. Perché? Perché sì. Perché lo dicono loro, i politikamente korretti. Quelli che si sono autoattribuiti, senza averne alcun titolo, la facoltà esclusiva di decidere ciò che è buono e giusto (loro) e ciò che invece è bieco populismo e razzismo ( gli altri).

Slogan moraleggianti
“La crisi migratoria non si risolve con i muri”: eccolo qua, il nuovo slogan moraleggiante dei politikamente korretti da tre e una cicca. Loro, però, non hanno alcuna soluzione alternativa ai muri. Nemmeno possono averla, una soluzione: loro, infatti, sono il problema. Non si sono mai chiesti perché fiumane di migranti economici vogliono raggiungere ad ogni costo i paesi più “ricchi” (se così si può dire) dell’UE? Questi finti rifugiati, quasi tutti giovani uomini soli, non scappano da nessuna guerra. Non sono alla ricerca di un paese in pace. Sennò si fermerebbero in uno dei numerosi Stati sicuri che attraversano prima di raggiungere la vecchia UE. Del resto in Svizzera quest’anno il 40% delle domande d’asilo è stata depositata da eritrei, mentre solo il 6% da siriani.

Immigrazione di massa
Signori buonisti del piffero, questa è una catastrofica immigrazione di massa. Un fenomeno che qualche aquila, anche alle nostre latitudini, ha pensato bene di relativizzare, sostenendo che – udite udite – la storia ne ha conosciute altre. Certo che ne ha conosciute altre. Ad esempio le invasioni barbariche, ma guarda un po’… Le aquile di cui sopra si dimenticano però di far notare che tali migrazioni di popoli non sono mai state pacifiche. E allora cosa vogliamo fare, subire passivamente perché costruire muri e barriere non è polikamente korretto? Apperò! Altra domandina facile facile: è forse morale ed etico incoraggiare lo spopolamento di intere nazioni africane, privandole così di qualsiasi futuro?

Nuovo flop
L’Unione europea, nella gestione del caos migratorio, ha registrato l’ennesimo flop. Nessuno, peraltro, ne è sorpreso. Il programma di ricollocamento negli Stati membri dei finti asilanti arrivati in Italia è fallito “dans l’espace d’un matin”: costi stratosferici, risultati ridicoli. E anche l’Austria ha annunciato UN MURO sul confine con la Slovenia.
L’ex primo ministro australiano Tony Abbott in merito alla politica – o piuttosto: alla non politica – migratoria europea ha dal canto suo parlato di “errore epocale”. L’Australia intercetta i barconi e li riporta da dove sono salpati. A ciò aggiunge una politica fortemente dissuasiva.
L’UE, invece, si ritrova con i demenziali inviti dell’ “Anghela” Merkel a “venire tutti”. E con un’eurocommissaria velina di Renzi che dice: “nessun migrante verrà rimandato indietro contro la sua volontà”.

La riforma toppata
Proprio nel momento in cui bisogna chiudere le porte d’accesso e mettere la parola fine agli abusi nel diritto d’asilo – il cui scopo è la protezione dai conflitti e non l’immigrazione economica scriteriata – ti pareva se la maggioranza politica svizzera non andava nella direzione opposta. L’ultima revisione del diritto d’asilo, infatti, è ben lungi dall’essere restrittiva: in caso contrario, i kompagni l’avrebbero referendata. Questa revisione, l’ennesima, non fa che aumentare l’attrattività della Svizzera quale destinazione per finti rifugiati. Infatti conferisce loro nuovi diritti. Contemporaneamente, però, ne toglie ai cittadini elvetici.
Agli asilanti viene infatti concesso l’avvocato gratis: non l’hanno nemmeno gli svizzeri, se non a determinate condizioni. E’ evidente che la conseguenza di questa nuova facoltà sarebbe l’esplosione dei ricorsi – e delle spese legali a carico del contribuente. E nell’attesa (aspetta e spera) che la fiumana di ricorsi pretestuosi venga evasa, i richiedenti l’asilo resterebbero sul nostro territorio.

Avanti con le firme!
Lo capisce anche “quello che mena il gesso”: un simile sistema non può che portare all’aumento massiccio degli asilanti. Sicché quelli del “venite tutti” hanno pensato bene di tutelarsi. Hanno infatti decurtato i diritti di cittadini, Comuni e Cantoni di opporsi all’improvvisata realizzazione – sul loro territorio, rispettivamente di fianco a casa loro – di centri d’accoglienza da parte della Confederazione.
E’ il mondo che gira al contrario: invece di far rispettare la legge – che non ci risulta valga solo per gli automobilisti e per i contribuenti, vero kompagna Sommaruga? – si puntella ulteriormente l’illegalità. Questa riforma dell’asilo va spazzata via. Udc e Lega hanno lanciato il referendum. Firmiamolo tutti!
Lorenzo Quadri