100 milioni di risparmi con un canone di 1.3 MILIARDI: e lo chiamano “un taglio”?
Il lancio dell’iniziativa popolare per ridurre il canone a 200 Fr si fa sempre più urgente
Come c’era da aspettarsi dall’emittente di regime SSR: passata la festa, gabbato lo santo. La “festa” è quella della votazione sulla “criminale” iniziativa No Billag (4 marzo scorso). Il santo è invece lo sfigato cittadino elvetico, costretto a pagare il canone più caro d’Europa anche se non ascolta la radio e non guarda la TV. Il quale cittadino ancora una volta è stato sontuosamente preso per i fondelli.
Specchietti per le allodole
Si ricorderà infatti come gli alti papaveri della SSR, persa completamente la bussola, nelle settimane precedenti la votazione sul No Billag si profusero in accorate promesse: ci ridimensioneremo, ci emenderemo, faremo tutto quello che volete, basta che bocciate la “criminale” iniziativa! Votate “No critico” a No Billag e vedrete esauditi i vostri desideri di cambiamento!
Da queste colonne, abbiamo ammonito più volte: le promesse della SSR sono specchietti per le allodole. Il No critico si trasformerà immediatamente in un Sì acritico all’andazzo attuale. E – spiace dirlo – i fatti ci danno ragione.
Nulla è cambiato
La SSR, “Comano” in prima fila, suona sempre la stessa musica: invece dell’informazione corretta ed equidistante, che il mandato pubblico imporrebbe, propina la solita propaganda da pensiero unico (Sì all’UE, alle frontiere spalancate, al multikulti, ai finti rifugiati; no agli odiati “populisti”). L’emittente di regime non “informa” il pubblico: tenta di indottrinarlo nel senso voluto. E quale sia il senso voluto quando l’86% dei giornalisti SSR è di $inistra o di Centro-$inistra, non ci vuole molta fantasia ad immaginarlo.
Dal 4 marzo l’andazzo propagandistico non è dunque mutato; ed anche per quanto attiene al sovradimensionamento della radioTV di Stato, la presa per i fondelli è plateale.
Piano R come Ridicolo
Infatti il famoso piano di risparmio, pomposamente definito come “piano R” (che probabilmente sta per “piano Ridicolo”) è una barzelletta.100 milioni di “tagli” (?) a fronte di un incasso annuale di 1.3 miliardi di Fr dal canone a cui vanno aggiunti ancora gli introiti pubblicitari!
E una misura cosmetica di questo tipo, praticamente tagli fatti con le forbicine delle unghie, si tenta goffamente di venderla come un cambio di paradigma? Ma chi si pensa di fare fesso?
Avanti con le megalomanie!
L’iniziativa è naturalmente coordinata con le prefiche di regime, che si strappano i capelli e strillano ai tagli importanti, catastrofici, apocalittici e – va da sé – alla perdita di posti di lavoro. Già: i posti di lavoro. Si tratterebbe in totale di 250 impieghi, di cui 40 in Ticino, da ridurre nel giro di quattro anni.Visto che la Pravda di Comano ha 1200 dipendenti, è evidente che i 40 posti in 4 anni verranno gestiti, con la massima tranquillità, all’interno delle normali fluttuazioni (pensionamenti e partenze). Quindi, nessuno si accorgerà di alcunché.Non solo: il kompagno direttore Maurizio Canetta si è premurato di precisare che “nessuna trasmissione verrà cancellata” (e sì che, in materia di trasmissioni da cancellare, in casa della RSI ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta) e che – ça va sans dire! – la realizzazione del megalomane campus (uella!) da 100 e passa milioni proseguirà senza intoppi.
Eh già: mentre tutti gli organi di informazione che non beneficiano della manna del canone più caro d’Europa, a cominciare dai giornali, tirano la cinghia – anzi, tirano proprio le cuoia: vedi Giornale del Popolo, vedi Le Matin, vedi… – i $ignori con i piedi al caldo grazie all’imposta pro-SSR si costruiscono pure la piramide di Cheope nella lussureggiante campagna di Comano. Nemmeno in una zona industriale. Nel bel mezzo di un comune a vocazione residenziale pregiata (valore medio del terreno al metroquadro?). Ma vadaviaiciapp! E poi hanno ancora il coraggio parlare di “tagli”? E’ un insulto all’intelligenza dei cittadini.
Iniziativa urgente
Particolarmente significativa la puntualizzazione del kompagno Canetta a proposito della non cancellazione di trasmissioni malgrado i 40 posti di lavoro (su 1200, senza contare le collaborazioni esterne) in meno. Ovvero: faremo le stesse cose che facciamo ora, ma con meno gente. Quindi, un’ammissione esplicita che a Comano ci sono almeno 40 persone (in realtà molte di più) che sono lì per tirar sera. Del resto gli sprechi sono palesi: perfino per le cronache dal Gran consiglio, si mobilitano la metà di mille con camion grandi come incrociatori.
Il lancio dell’iniziativa popolare per ridurre il canone a 200 Fr si fa sempre più urgente.
La ciliegina
A margine della bufala del “piano R” non poteva mancare l’imbarazzante presa di posizione dell’associazione dei giornalai di $inistra “Impressum”, che blatera di “importanti tagli alla SSR” (??), piagnucola la propria preoccupazione e poi se ne esce con la seguente perla: “In un tempo in cui i mezzi d’informazione privati sono costretti a ridurre drasticamente il loro personale chiediamo l’ampliamento del servizio d’informazione interno alla SSR, essenziale per la società e la democrazia svizzere”.Qui c’è qualcuno che dovrebbe urgentemente soffiare nel palloncino. Come dire: “chissenefrega della tanto decantata pluralità d’informazione, chissenefrega della stampa cartacea! Corriamo tutti ad accularci nella SSR del “pensiero unico”, poi scarichiamo il conto sul groppone del contribuente”. E’ ovvio che per “tutti” si intende tutti i giornalai $inistrati; meglio se godono di parentele interne all’emittente. Gli altri, nelle sovradimensionate redazioni della SSR (che Impressum aspira a gonfiare ancora di più), colonizzate dai kompagnuzzi, non entrano nemmeno per sbaglio. E questi “altri”, secondo Impressum, possono tranquillamente finire tutti in disoccupazione ed in assistenza.
Lorenzo Quadri