Ennesima sentenza del Tribunale federale a favore della foffa d’importazione

Evviva! Il ciclo delle sentenze buoniste-coglioniste del Tribunale federale in difesa della foffa d’importazione continua! Gli stranieri delinquenti ce li teniamo (quasi) tutti qua. E dire che il popolo ha votato proprio il contrario. Ma naturalmente la casta non ne vuole sapere. Le frontiere devono rimanere spalancate! “Devono entrare – e ovviamente: devono restare – tutti”!

 L’ultima perla

L’ultima perla riguarda un 37enne cittadino serbo residente in quel di Zurigo. Costui, giunto in Svizzera per ricongiungimento familiare nel 1995 all’età di 15 anni, quando ne aveva 22 è stato condannato a 30 mesi di carcere per infrazione alla legge federale sugli stupefacenti, e meglio per traffico di cocaina. E per prendersi una condanna  a 30 mesi, stante la nostra giustizia e le nostre leggi  (inflessibili solo con gli sfigati automobilisti che incappano nei rigori di Via Sicura) bisogna già averla combinata bella grossa! Da notare che i fatti risalgono a quando il bravo giovane straniero perfettamente integrato aveva una ventina d’anni. Ma come, i giovani stranieri che delinquono non erano tutta una balla della Lega populista  e razzista?

 Plurirecidivo

Ma il lupo perde il pelo ma non il vizio. Anzi, in questo caso probabilmente non perde nemmeno il pelo. Infatti nel 2012 il bel tomo, che evidentemente con l’avanzare dell’età non migliora, ricasca nella criminalità: altra condanna per ricettazione a 12 mesi di carcere. E non è ancora finita: nell’anno di grazia 2015 ecco che fioccano altri 8 mesi di galera “per aver aiutato un complice ad aprire una coltivazione di canapa indoor”. E tralasciamo le condanne per reati minori intervenute nel frattempo. Ad esempio i 30 giorni di prigione per aver guidato malgrado gli fosse stata ritirata la patente.

Pericoloso e costoso

Lo scandalo quindi è che questo signore serbo non sia stato sbattuto fuori dalla Svizzera dopo la prima condanna a 30 mesi per traffico di droga. Errore capitale, ed infatti la sua storia personale dimostra che costui non si è mai integrato e men che meno si è corretto. Anzi, dopo il soggiorno in carcere ha continuato a commettere reati di varia gravità (si vede che la detenzione ha avuto un grande effetto deterrente, come no…). Ha cominciato a delinquere appena maggiorenne e su questa via è andato avanti imperterrito. Le continue recidive dimostrano che l’ennesimo delinquente straniero che ci siamo messi in casa costituisce una minaccia per l’ordine pubblico del nostro paese. Una minaccia e pure un costo mica da ridere, visto che un giorno di prigione nelle nostre carceri a 5 stelle costa sui 400 Fr. Sicché: föö di ball! E poi, non sarà che il bravo migrante perfettamente integrato è pure a carico del nostro Stato sociale?

Visto l’andazzo, l’Ufficio cantonale della migrazione (siamo come detto nel Canton Zurigo) aveva ritirato al serbo il permesso C nell’ottobre 2015, decisione poi confermata dal Consiglio di Stato e dal Tribunale amministrativo zurighese: tutti covi di beceri leghisti populisti e razzisti? Non risulta proprio! La naturale conclusione – espulsione dalla Svizzera – sarebbe dunque giunta, per quanto in clamoroso ritardo, se il pluricondannato serbo non fosse andato fino al Tribunale federale; “magari” con l’avvocato d’ufficio pagato dal solito sfigato contribuente.

Ed il TF, ancora una volta, ha ribaltato le carte in tavola. Lo ha fatto con una motivazione davvero allucinante: il permesso di domicilio non può essere revocato perché dalla pena detentiva di 30 mesi  comminata nel 2002 “è passato troppo tempo”. Dimostrazione che il delinquente andava sbattuto fuori molto prima! Ma il punto è un altro: dal 2002 saranno anche passati 15 anni; ma in questo periodo non è che il bravo giovane serbo si sia comportato da modello di virtù civiche. Infatti dopo la prima importante condanna ha continuato a commettere reati, anche gravi. Quindi, come detto, costituisce una minaccia per l’ordine pubblico e di conseguenza va allontanato dal Paese. Come del resto hanno deciso tutte le istanze di giudizio; tranne l’ultima. I legulei del TF ancora una volta, invece di dare la precedenza all’interesse pubblico della Svizzera, e delle persone oneste che ci vivono (elvetiche o straniere che siano), di liberarsi delle mele marce d’importazione – ciò che corrisponde anche alla volontà popolare; ma come ben sappiamo la casta della volontà del popolazzo se ne impipa – continuano a dare la priorità all’interesse dei delinquenti stranieri a rimanere nella Svizzera paese del Bengodi. La foffa d’importazione se la ride a bocca larga e sentitamente ringrazia gli svizzerotti fessi. Intanto le notizie si diffondono al di fuori dei nostri confini: ulteriore incentivo ai malintenzionati dei quattro angoli del globo a venire tutti qui.

Lorenzo Quadri