Gran parte dei sussidi andrebbe a gruppi editoriali che realizzano utili stratosferici

Riuscito il referendum contro i media foraggiati dallo Stato

Nei giorni scorsi abbiamo appreso con piacere della riuscita del referendum contro i sussidi miliardari ai media. Già lo sfigato contribuente deve foraggiare la TV di Stato SSR e la sua propaganda ro$$overde con 1.2 miliardi all’anno. Adesso, secondo la partitocrazia, dovrebbe aprire ulteriormente il sempre più magro borsello per finanziare anche la stampa di regime, con la scusa della pandemia. I politicanti della casta vorrebbero infatti distribuire ai media, sia cartacei che online, circa 140 milioni in più all’anno. Che, moltiplicati per 7 anni, fanno un bel miliardino. Scusate se è poco.

Un miliardo che verrebbe estorto ai cittadini facendo leva su concetti roboanti e politikamente korrettissimi quali la “pluralità dell’informazione” ed il “ruolo nella stampa del dibattito democratico”. Peccato che sia la consueta presa per il lato B.

Diritto di mungere?

Una prima considerazione: la libertà di stampa è, senza dubbio, un fondamento della democrazia. Ma la partitocrazia (ovvero i ro$$overdi con il tandem del cosiddetto centro PLR-PPD sempre penosamente a rimorchio) vuole ora stravolgere quello che nasce come un diritto contro ingerenze dello Stato nell’attività giornalistica, trasformandolo nel suo contrario: un presunto diritto di MUNGERE lo Stato, e quindi i cittadini.

Seconda considerazione: il miliardo di nuovi aiuti non andrebbe a tutta la stampa, bensì alla stampa di regime. I $inistrati ed i loro reggicoda del “centro” hanno provveduto in tal senso, con le scuse più inverosimili. Ad esempio: la stampa gratuita non otterrà un copeco. Questo significa, detto per inciso, che il Mattino continuerà a non ricevere nemmeno un franco del contribuente, e ne sarà fiero.

Perché la stampa gratuita non riceverà un tubo? Forse che non partecipa alla formazione del dibattito politico al pari di quella a pagamento? Certo che sì. Ma, si arrampica sui vetri la direttora del DATEC kompagna Simonetta, “ha un diverso modello di finanziamento”. Ah ecco. Ma si sostiene la pluralità o i modelli di finanziamento?

Yacht e ville hollywoodiane

E poi, se vogliamo parlare di finanziamenti: una consistente fetta del miliardo che si vuole estorcere ai citttadini se la papperanno i grandi gruppi editoriali. Quelli di proprietà dei signori Ringier, Supino, Wanner. Nomi che al Gigi di Viganello non dicono nulla. Si tratta tuttavia di ricconi il cui patrimonio è stimato in svariate centinaia di milioni a cranio. Posseggono ville hollywoodiane, castelli, yacht. Ed è direttamente nelle capienti tasche di questi plurimilionari che i kompagni (proprio loro!) vogliono versare una barca di soldi dei cittadini. Intanto i gruppi editoriali di questi tycoon continuano a realizzare utili: si parla di 257 milioni di Fr nel 2020, anno della pandemia.

Asserviti con soldi pubblici

Terza riflessione: la stampa ha sicuramente contribuito alla democrazia in Svizzera. Notare il verbo al passato. Ha contribuito quando era sul serio pluralista. Oggi non è più il caso. L’asservimento al pensiero unico mainstream è plateale. Tanti organi di stampa che suonano tutti la stessa musica costituiscono una pluralità solo numerica. Non certo di contenuti. I sussidi statali peggioreranno ancora la situazione. Chi paga comanda; i beneficiari di sovvenzioni dipendono da chi le elargisce (quindi dallo Stato). Altro che “stampa cane da guardia del potere”; stampa ridotta a chihuahua da borsetta della casta! Proprio la pandemia da stramaledetto virus cinese ha palesato l’andazzo. Il governicchio federale ha inanellato una serie pressoché sterminata di cappellate. Eppure, qualsiasi cosa facesse, i media di regime slinguazzavano giulivi.

Adesso la partitocrazia vuole cementare l’asservimento usando i soldi pubblici.

Portali ro$$overdi

Tanto per non farsi mancare niente, ad essere in difficoltà per il calo di inserzioni  è la carta stampata. Però il triciclo vuole finanziare anche i portali online. Forse perché la grande maggioranza di essi è di orientamento ro$$overde? Non è certo un caso se, nel parlamenticchio federale, era proprio la gauche-caviar a perorare con isterica ossessione la causa dei portali. Evidentemente, mirava a foraggiare i propri megafoni. Non per nulla difende ad oltranza la ro$$a SSR.

Tagliare il canone

Di finanziare con un miliardo di Fr dei contribuenti tycoon ricchi sfondati quali i Ringier, i Supino ed i Wanner non se ne parla proprio. Così come non se ne parla di versare altri soldi pubblici alla stampa di regime ed agli organi di propaganda ro$$overde.

Altro che elargire nuovi contributi ai megafoni della partitocrazia: bisogna al contrario tagliare la tassa pro-SSR, ovvero il canone Serafe.

Sì al referendum contro i media finanziati (ovvero comprati) dallo Stato! E avanti con l’iniziativa popolare per il canone radiotv a 200 Fr, che sono ancora troppi!

Lorenzo Quadri