Camerieri dell’UE, basta con le marchette a Bruxelles! Avanti con lo Swissexit!
Qui qualcuno si è proprio bevuto il cervello. I camerieri di Bruxelles in Consiglio federale ancora blaterano di regalare nuovi miliardi di coesione alla fallita Unione europea. Il tema verrà affrontato, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Consiglio federale André Simonazzi, in occasione della prossima visita in Svizzera del presidente della Commissione UE Jean-Claude “Grappino” Juncker, agendata per il 23 novembre.
Ohibò, perché mai ancora si parla del nuovo miliardo di coesione, che tanto piaceva ai liblab Burkhaltèèèr e Leider Ammann? Perché esso sarebbe “un’importante risorsa per far avanzare il dialogo con l’UE sullo sviluppo delle relazioni bilaterali. Lo stanziamento di un contributo di coesione sarebbe un atto volontario da parte di Berna”.
Le mani nelle tasche
No, ma allora ditelo che prendete la gente per i fondelli! Poi ci chiediamo come mai gli svizzerotti vengono sistematicamente fregati. Nei negoziati con l’UE, i sette scienziati per ottenere qualcosa sanno solo promettere sempre più soldi del contribuente.
E’ incredibile: Bruxelles pretende di dettare legge in casa nostra. Nel vero senso della parola. Con la scusa dei fallimentari accordi bilaterali ci vuole imporre la ripresa automatica del diritto comunitario, il che equivarrebbe alla fine della sovranità della Svizzera, ed anche dei nostri diritti popolari, più volte presi di mira da associazioni internazionali del piffero (alle quali non va bene che il popolo decida: perché a decidere, va da sé, devono essere i “poteri forti” ossia la casta spalancatrice di frontiere).
Davanti a pretese di questo genere, che vanno respinte al mittente nel giro di un nanosecondo ed in modo categorico, cosa fanno invece i camerieri dell’UE? Sperano di rabbonire gli eurobalivi mettendo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini svizzeri. Dalle quali vogliono sottrarre un ulteriore miliardo di coesione! Nientemeno!
In cambio di cosa?
Un miliardo di franchi pubblici da regalare a chi ci tratta da Stato-canaglia, e non ancora contento continua a pretendere sempre di più! Cosa abbiamo ottenuto, infatti, in cambio del primo miliardo di coesione?
- Attacchi indegni al nostro segreto bancario; noi naturalmente, “grazie” all’ex ministra del 5%, abbiamo calato le braghe, mentre gli altri paesi si sono tenuti ben stretti i proprio paradisi fiscali, e adesso ci spernacchiano.
- Attacchi alla volontà popolare con l’ordine – prontamente eseguito dalla partitocrazia iscariota PLR-PPD-P$ – di rottamare il maledetto voto del 9 febbraio.
- Pretesa di riempirci di finti rifugiati con lo smartphone.
- Pretesa di imporci le leggi degli eurofalliti nonché i loro giudici.
- Pretesa di ulteriori miliardi di coesione.
- Scandalose accuse di razzismo e di xenofobia quando abbiamo il 40% di popolazione straniera o naturalizzata (e naturalmente i sette scienziati incassano senza fiatare).
Circolo vizioso
Più i balivi di Bruxelles chiedono, più ottengono dagli svizzerotti fessi. E più ottengono, più chiedono. Un circolo vizioso di cui non si vede la fine. E tutto questo per cosa? Per tenere in piedi degli accordi bilaterali che servono solo a generare disoccupazione, a riempirci di delinquenza d’importazione, a trasformarci in corridoio a basso costo per TIR UE in transito parassitario attraverso la Svizzera, a far esplodere la spesa sociosanitaria (premi di cassa malati compresi).
E malgrado tutto questo a Berna sono ancora disposti a mettere sul tavolo un ulteriore miliardo di coesione all’UE, naturalmente a titolo del tutto volontario, per – dicono loro – “facilitare le trattative”? Bisogna essersi bevuti il cervello, ma sul serio! Questo ulteriore miliardo è una squallida tangente, un “pizzo” che non abbiamo alcuna intenzione di pagare. E il colmo è che contro lo stratosferico versamento non si potrebbe neppure lanciare il referendum! Vergogna!
Swissexit urgente
All’UE e a “Grappino” Juncker, il 23 novembre bisognerà solo dire che i bilaterali già ciurlano nel manico; e quindi che la piantino di avanzare pretese fuori di zucca.
Ma è evidente che, con al “potere” la partitocrazia cameriera dell’UE, quella che continua a riempirsi la bocca con la fregnaccia dei “bilaterali indispensabili” quando invece sono balle di fra’ Luca, un discorso del genere non verrà mai fatto. La triste realtà è ormai chiara anche a quello che mena il gesso: finché saranno in vigore gli attuali accordi con l’UE, il Consiglio federale continuerà ad abbassare sempre più le braghe fino alla totale svendita della Svizzera a Bruxelles
Ciò significa che solo lo Swissexit può salvarci. Occorre quindi far SALTARE la libera circolazione delle persone tramite votazione popolare. Avanti con l’iniziativa!
Lorenzo Quadri