Prosegue giustamente la pressione del direttore leghista del Dipartimento del Territorio Claudio Zali sui frontalieri.

L’indagine cominciata martedì sulla provenienza dei frontalieri proseguirà nei mesi di ottobre e novembre con delle inchieste più dettagliate.

Il ministro leghista continua dunque il pressing con gli strumenti che ha disposizione quale direttore del Dipartimento del territorio.

E’ infatti evidente che i 62’500 frontalieri, che entrano in Ticino praticamente uno per macchina, come pure le svariate decine di migliaia di padroncini, intasano le nostre strade, con grave danno ambientale ed economico, come pure di qualità di vita dei residenti.

Inutile dire che a troppi tra quanti entrano tutti i giorni da sud, magari facendo in modo di non spendere nemmeno un franco in Ticino e sputando nel piatto dove mangiano, della qualità di vita degli svizzerotti non gliene potrebbe fregare di meno. Siamo solo una riserva da sfruttare.

PLR

Sul fatto che l’accessibilità, e quindi la viabilità,  sia un presupposto essenziale per lo sviluppo economico, non ci piove. Quindi le misure di Zali dovrebbero interessare, e venire salutate favorevolmente, proprio dalle associazioni economiche. Invece, ciccia: i loro vertici PLR vi si oppongono per motivi partitici. La vocazione del partito del sedicente Buongoverno è ormai diventata da mesi – e tale sarà almeno fino ad aprile – quella di mettere i bastoni tra le ruote ai “ministri” leghisti.

Non dimentichiamo che il comitato del PLR si è espresso all’unanimità contro l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, venendo asfaltato dalle urne.

E’ chiaro: i frontalieri, secondo l’ex partitone, devono poter entrate in Ticino a soppiantare i residenti  senza alcuna limitazione numerica. E anche senza alcun impedimento o costo ulteriore di mobilità. Se i frontalieri vengono, ripetono fino alla nausea i vertici PLR, è perché qualcuno li chiama. Chi? Adesso è chiaro: gli imprenditori PLR. L’accanimento per partito preso nei confronti delle iniziative di Zali lo dimostra.

Kompagni

Naturalmente, oltre al PLR, c’è anche qualcun altro che, in questa vicenda, sta racimolando figure anoressiche: la $inistra. Solo nei giorni scorsi, abbiamo sentito i kompagni starnazzare e lanciare alti lai contro l’approvazione, da parte del Consiglio nazionale (che ha seguito in questo la Camera dei Cantoni) del traforo di risanamento del San Gottardo, senza aumento di capacità. Senza aumento di capacità significa che ci sarà sempre solo una corsia per senso di marcia. Però in due tunnel separati, così da impedire il rischio di collisioni frontali.

 La $inistra, improvvisamente diventata eurofobica (sic!) farnetica di chissà quali aumenti del traffico imposti dall’UE, la quale pretenderebbe di far transitare più camion in un Gottardo “bitubo”. Fandonie, perché già attualmente la capacità della galleria non è esaurita. Ci si potrebbe far passare più camion. Se quindi l’UE avesse tale esigenza, le pressioni ci sarebbero già ora.

Strane amnesie

La $inistra finge di dimenticare che in Ticino la viabilità è a ramengo non per il traffico da nord, ma per quello da sud. Il problema sono infatti i 62’500 frontalieri che entrano quotidianamente nel nostro Cantone uno per macchina. Su questi, Zali intende giustamente intervenire. Mentre i kompagni, che si stracciano le vesti per un aumento di traffico che nemmeno ci sarà legato al secondo tunnel autostradale al Gottardo, sulle auto dei frontalieri non hanno nulla da dire. Non è politikamente korretto. Non solo: deplorano qualsiasi proposta come “discriminatoria” (uella).

Le ecotasse sui frontalieri vanno dunque implementate. Da qualche parte, la nostra difesa dall’invasione da sud deve pur cominciare!

Lorenzo Quadri